Wise Society : Come gestire un bambino positivo al Covid-19

Come gestire un bambino positivo al Covid-19

di Fabio Di Todaro
10 Novembre 2020

Come gestire in casa un caso di Coronavirus nei bambini? Ecco un vademecum puntuale dedicato sia alla cura e all'igiene delle mura domestiche che alla gestione di eventuali sintomi

Le stime ufficiali parlano di una quota che si attesta attorno al 2% dei contagiati. Nella tragedia consumata dal Covid-19, una delle poche buone notizie riguarda il basso numero di positività (e di complicanze) registrate tra i bambini. I contagi accertati in Italia tra i più piccoli corrispondono infatti all’incirca al 3% del totale. E nella maggior parte dei casi, l’infezione è passata via senza grosse complicanze. Un aspetto che rincuora, ma che non deve portare a sottovalutare le precauzioni da assumere nel momento in cui in casa c’è un bambino positivo (asintomatico o meno).

Bambini col Covid-19: come gestire casa e igiene

Se in famiglia c’è un bambino che ha avuto contatti stretti con qualcuno risultato positivo al tampone per Sars-CoV-2 oppure ha sintomi di un’infezione respiratoria acuta (febbre, tosse, raffreddore), se le condizioni cliniche lo permettono, può rimanere a casa. Rispettando però alcune accortezze, indispensabili.

Bambino con mascherina

Foto di Izzy Park / Unsplash

Una stanza solo per il bambino positivo (ben ventilata)

Al bambino risultato positivo al test per il Coronavirus, andrebbero dedicati una stanza e, se possibile, un bagno. Questi luoghi dovrebbero essere vissuti soltanto da lui, nel caso in cui fosse l’unico contagiato della famiglia. L’accesso sarà – naturalmente – possibile per pulire la camera e cambiare l’aria frequentemente (almeno una volta all’ora). Anche il bagno frequentato dal bambino potrà essere frequentato dai genitori, in modo da pulirlo e disinfettarlo (dopo ogni utilizzo).

Cosa fare se non è possibile isolare il bambino

Se invece non dovesse essere possibile isolare il bambino contagiato, sarà ancora più importante cambiare l’aria in modo frequente. I pediatri suggeriscono – ove possibile – che sia un solo genitore a farsi carico dell’assistenza al bambino. Il perché di questa indicazione è facilmente deducibile: in caso di contagio dell’adulto, rimarrebbe comunque un altro genitore disponibile per svolgere l’ordinaria amministrazione. Tutto in casa, naturalmente, perché per i primi 10 (con tampone negativo) o 14 giorni (senza tampone) anche un contatto stretto come un papà o una mamma sarà costretto all’isolamento fiduciario.

Il «tutore» dovrà utilizzare una mascherina e i guanti monouso quando si trova nella stessa stanza con il bambino. Stessa cosa durante il cambio del pannolino (alcuni studi hanno rilevato la presenza del virus anche nelle feci del bambino) e la manipolazione degli altri oggetti contaminati.

Igiene della casa con un bambino positivo al Covid-19

Molta attenzione – ricordano Anna Maria Musolino e Alessandra Pol, specialiste del reparto di pediatria dell’emergenza dell’ospedale Bambin Gesù di Roma – deve essere posta anche all’igiene degli oggetti posti a contatto con il bambino. Questi devono essere lavati frequentemente (con acqua e sapone), specie dopo il contatto con la bocca. Idem dicasi per la biancheria e gli utensili da cucina, che devono essere dedicati soltanto al bambino.

«La biancheria deve essere collocata in un sacco separato e gestita separatamente da quella del resto della famiglia – chiariscono le due specialiste -. Può essere lavata in lavatrice a 60 gradi per almeno trenta minuti o per un tempo più breve con una temperatura superiore, usando un comune detersivo». Quanto alle superfici, quelle della stanza dove vive il bambino devono essere pulite con acqua e sapone (prima) e (successivamente) con candeggina allo 0.1%. Per le pulizie, c’è l’indicazione a indossare guanti monouso e un grembiule dedicato (da lasciare in un apposito spazio).

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La cura del bambino positivo al Covid-19

Il bambino con più di due anni dovrebbe essere isolato ricorrendo comunque alla mascherina. Se più piccolo, invece, è ancora più importante rispettare le altre indicazioni per la prevenzione del contagio (frequente igiene delle mani, distanza superiore al metro). Vero è che i bambini nella maggior parte dei casi non sviluppano i sintomi del Covid-19, ma occorre comunque tenere d’occhio le loro condizioni e registrare un eventuale peggioramento (comparsa di febbre, aumento degli atti respiratori).

In caso di febbre, sempre dopo aver consultato il pediatra, il farmaco da utilizzare è il paracetamolo. La tosse, invece, «può essere gestita facilitando la posizione semi-seduta – chiariscono le specialiste del più grande ospedale pediatrico europeo -. Nei più piccoli si può ricorrere a un supporto al di sotto del materassino della culla per sollevare un po’ le spalle e la testa». Quanto all’uso dell’aerosol, potrebbe essere sconsigliato: poiché potrebbe aumentare il rischio di trasmissione della malattia. Le mamme dei lattanti che allattano, inoltre, possono continuare a farlo. A patto di indossare la mascherina.

Bambina con sintomi del Covid

Foto di Kelly Sikkema / Unsplash

Come si decreta la fine dell’isolamento?

Come dovrà avvenire il reinserimento di un bambino positivo (sintomatico o meno) al Sars-CoV-2? Il via libera per i piccoli rimasti sempre asintomatici potrà arrivare soltanto dopo un periodo di isolamento di almeno dieci giorni dalla comparsa della positività stessa, al termine del quale risulti eseguito un solo test molecolare con risultato negativo. Le persone sintomatiche risultate positive possono, invece, rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento sempre di 10 giorni dalla comparsa dei sintomi, a cui dovrà seguire un test molecolare con riscontro negativo eseguito dopo almeno tre giorni senza sintomi.

C’è poi anche il caso di coloro che, pur non presentando più sintomi, continuano a risultare positive al test molecolare. In questi casi, l’isolamento potrà essere interrotto dopo 21 giorni dalla comparsa dei primi sintomi del Covid (a patto però che gli ultimi sette siano trascorsi senza sintomi).

Bambini, Covid e isolamento fiduciario

Foto di Sharon McCutcheon / Unsplash

Twitter @fabioditodaro

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