Wise Society : Aspartame, fa male o è sicuro? Tutto sull’edulcorante artificiale

Aspartame, fa male o è sicuro? Tutto sull’edulcorante artificiale

di Paola Greco
14 Aprile 2023

E' fra i dolcificanti artificiali più utilizzati, ma anche uno dei più indagati e chiacchierati. Facciamo chiarezza sul tema per capire meglio cosa dice la scienza a riguardo

Ormai è assodato che l’eccesso di zuccheri nella dieta è uno dei principali “nemici”, non solo della linea, ma anche, più in generale, della salute, tanto da essere considerato un fattore importante nello sviluppo di numerose patologie. I dolcificanti artificiali, tra i quali è molto noto l’aspartame, costituiscono dunque una valida alternativa, consentendo di ridurre le calorie e tenere a bada la glicemia, tanto che li troviamo un po’ ovunque. Negli anni però si sono avvicendati un numero incredibile di pareri sui reali benefici ed eventuali effetti collaterali di questi dolcificanti e la verità, come spesso accade, è nel mezzo. Mettiamo sulla bilancia pro e contro e proviamo a tirare qualche conclusione.

Aspartame

Foto Shutterstock

Cos’è e a cosa serve l’aspartame

L’aspartame è un edulcorante artificiale, a basso tenore calorico ma dall’alto potere dolcificante: basti pensare che è circa 200 volte più dolce dello zucchero, motivo per cui ne è necessaria una quantità davvero minima per ottenere la dolcezza desiderata. Ma dove si trova e dove è utilizzato? In Europa ne è autorizzato l’uso come “additivo alimentare” in prodotti come le bevande, oppure in gomme da masticare, in prodotti definiti “light” o “sugar free”, dietetici, per il controllo del peso, ma anche in prodotti di pasticceria e lattieri. Infine si usa, generalmente in piccole pasticche, come edulcorante da tavola.

Dose giornaliera accettabile

Quanto aspartame si può assumere al giorno? La dose giornaliera accettabile (DGA), stimata in 40 mg/kg di peso corporeo è ritenuta in generale sicura per la popolazione, senza contare che comunque è stato riscontrato che l’esposizione dei consumatori all’aspartame è ben al di sotto di questo livello.

Basti pensare che, per superare la DGA, il consumo della maggior parte dei prodotti contenenti questo dolcificante dovrebbe essere eccezionalmente elevato e costante per tutto il corso dell’esistenza di una persona. Per raggiungere tale dose, un adulto di 60 kg dovrebbe bere 36 lattine da 330 ml al giorno di una qualsiasi bevanda dietetica, che contenga una normale quantità di aspartame (inferiore dalle 3 alle 6 volte ai livelli massimi consentiti). S tratta quind di uno scenario difficile, se non impossibile, se si pensa che significherebbe bere qualcosa come 11 litri di liquidi al giorno… e comunque si starebbe in un range sicuro per scongiurare i danni da intossicazione da aspartame.

Per chi soffre di PKU

La DGA di 40mg/kg potrebbe però essere dannosa per i soggetti che soffrono di PKU, ovvero la fenilchetonuria, una malattia ereditaria che causa bassi livelli di tirosina e alti livelli di fenilalanina nel sangue, tossici per il cervello. Tanto tossici che, se non trattati, rischiano di influenzare il suo sviluppo e causare ritardo mentale, disturbi dell’umore e problemi comportamentali. Per mantenere la fenilalanina a livelli accettabili è necessario limitare il consumo di alimenti e bevande ricchi di aspartame, oltre agli alimenti ricchi di proteine o di amido.

Aspartame, zucchero ed edulcoranti artificiali

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L’aspartame fa male?

Sono più di 30 anni ormai che l’aspartame tiene banco, suscitando interesse e molte controversie in campo alimentare, nonché tema di studio per approfondite ricerche che vanno dalla sperimentazione sugli animali, alle ricerche cliniche, allo studio degli effetti in base alle quantità assunte ecc… e se in molti Paesi il suo consumo è giudicato sicuro, nell’Unione Europea bisogna dichiararne la presenza sull’etichetta con la sigla E 951.

Il parere dell’EFSA

L’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare che fornisce consulenze scientifiche indipendenti sui rischi connessi all’alimentazione, nel corso degli anni ha tenuto la sicurezza dell’aspartame sotto costante osservazione e i suoi gruppi di esperti hanno emanato pareri su nuovi studi scientifici apparsi in merito a questo dolcificante. Ogni volta, l’Autorità ha sempre concluso che i nuovi dati scientifici non costituivano motivo sufficiente per rivedere la valutazione della sicurezza dell’aspartame né per ritoccare la DGA.

Nel 2011, l’Istituto Ramazzini di Bologna, onlus impegnata nella lotta contro il cancro e le malattie ambientali, fondata dal Professor Cesare Maltoni, oncologo di fama mondiale, presentò i risultati di tre diversi esperimenti condotti su 2 diverse specie, ratto e topo, che mettevano in evidenza la cancerogenicità dell’aspartame. A seguito di questi risultati, la commissione europea ha chiesto all’EFSA di anticipare la rivalutazione del composto, prevista per il 2020, al 2013. Durante la valutazione è stato riscontrato che l’aspartame aveva sì causato problemi nei topi e nei ratti, ma nessuno studio clinico ha ancora dimostrato effetti cancerogeni sull’essere umano ed anche la valutazione del 2013 è arrivata alla conclusione che l’aspartame e i suoi prodotti di degradazione, agli attuali livelli di esposizione, sono sicuri per il consumo umano: non causa danni genetici, né al cervello, non è concerogeno, non ha effetti sul comportamento come per esempio l’iperattività. L’aspartame, inoltre, sarebbe ritenuto sicuro anche per i diabetici, in quanto non altera in maniera significativa la glicemia, ed è quindi ben tollerato.

Gli effetti negativi sulla flora intestinale

Benchè sia stata esclusa un’associazione con i tumori, tuttavia, un recente studio dei ricercatori della Ben-Gurion University in Israele pubblicato a settembre del 2021 sulla rivista scientifica “International Journal of Molecular Sciences”, dimostra come i dolcificanti artificiali, tra cui l’aspartame, abbiano la capacità di modificare la composizione del microbiota, ovvero la flora intestinale, e favorire l’insorgenza di infezioni batteriche, causando disagio e problemi digestivi.

Nel nostro intestino vivono infatti numerosi batteri “buoni”, fondamentali per le normali funzioni metaboliche dell’organismo e per il sistema immunitario. Secondo lo studio israeliano, l’aspartame (come anche altri dolcificanti artificiali) interferirebbe con il metodo di comunicazione usato da tali batteri, influenzando il delicato equilibrio del microbiota.

Da altri studi inoltre, tra cui uno pubblicato sull’autorevole rivista “Nature”, emerge che le variazioni indotte dall’aspartame sul microbiota predispongono chi lo consuma all’intolleranza al glucosio e alla resistenza all’insulina, condizioni che a loro volta favoriscono diabete, obesità e problemi cardiaci. Considerando che il dolcificante è spesso usato nei prodotti dietetici o a basso contenuto calorico, consumati in larga parte da chi ha già problemi di peso, ci si rende conto che non è un problema da poco.

L’incognita degli impatti a lungo termine

Un ulteriore studio, pubblicato recentemente su Cell, sottolinea la necessità di comprendere l’impatto a lungo termine dei dolcificanti artificiali. «Dobbiamo aumentare la consapevolezza del fatto che, a differenza di quanto si è ritenuto finora, i dolcificanti non nutritivi non sono inerti per il corpo umano», afferma uno degli autori dello studio Eran Elinav. E aggiunge: «Per chiarire le implicazioni sulla salute dei cambiamenti indotti da queste sostanze negli esseri umani saranno necessari studi a lungo termine».

In conclusione, finché non saremo in possesso di studi più approfonditi e definitivi, vale sempre la regola d’oro, applicabile a qualunque alimento: consumare con parsimonia, senza abusarne.

Paola Greco

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