E' il campo di lavoro presso l’Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite di Cortemilia (CN) per salvare i muri di antichi sentieri
I muretti a secco, come i giardini pensili di Babilonia o i sassi di Matera, sono antichi saperi che rischiano di andare perduti per sempre. Ora un gruppo di venti ragazzi provenienti dal Nord Europa ha aderito ai campi di lavoro estivi promossi dall’ecomuseo della Vite e dei terrazzamenti di Cortemilia e dall’Ibo (associazione italiana soci costruttori) per salvare questo patrimonio ambientale di inestimabile valore.
Come valorosi paladini muniti di martelli, scalpelli e forza manuale, questi studenti universitari olandesi, tedeschi e austriaci dai 18 ai 26 anni, hanno lanciato una sfida alla modernità che tutto travolge.
«Lavoro in cambio di vitto e alloggio» dice la coordinatrice dell’ecomuseo, Donatella Murtas «I ragazzi soggiornano, in due turni, alla foresteria di Monteoliveto fino ad agosto. Le loro mansioni vanno dalla costruzione e riparazione di muretti a secco alla sistemazione di vecchi scalini in pietra che collegano i terrazzamenti e di antiche sternìe. Sono sempre assistiti da un artigiano locale esperto della lavorazione della pietra e in più hanno la possibilità di vivere momenti di condivisione e di scambio di esperienze con la gente di Cortemilia».
«I muretti a secco si costruiscono accostando le pietre senza l’aggiunta di cemento o terra» spiega l’istruttore Salvatore Ozzimo, muratore specializzato in costruzioni con pietra a secco, «trattengono l’acqua e contengono il terreno. Inoltre sono estremamente flessibili. Una dote preziosa in situazioni di stress climatico come quelle di questi anni con forti piogge alternate ad ondate di caldo torrido. È importante che i giovani imparino a costruirli e a recuperarli».