Ideata dall'imprenditrice bolognese Francesca Tonelli, il marketplace è un luogo di incontro tra appassionati del vintage. La piattaforma ha fatto del green la sua bandiera, promuovendo il riutilizzo e scegliendo un data center verde
“Se stai cercando Fast Fashion, Vintag non fa per te”. La frase che campeggia nell’homepage del sito è già di per sé una summa della mission di Vintag.
Vintag, il marketplace dedicato al vintage
Un’app, un portale, uno shop, una community dove migliaia di persone condividono la propria passione per il vintage autentico. Un marketplace dove poter acquistare o vendere vestiti, mobili, oggettistica varia come lampade, telefoni, scatole di latta, servizi da thè, libri, lambrette.
A creare la start up, ormai leader italiana del settore e pronta a fare il salto globale, è stata nel 2016, l’imprenditrice bolognese Francesca Tonelli, esperta del mondo digitale e di tecnologia.
“Un giorno, facendo un trasloco, ho trovato un vecchio baule di nonna Cesarina – racconta – . Era pieno di vestiti buoni, quelli delle occasioni e della domenica. C’erano abiti, scarpe e borse perfettamente conservati. Ho cominciato a documentarmi meglio per rendermi conto del valore reale di quegli indumenti. Cercando in rete, però, mi sono accorta di come ci fosse una certa confusione su termini come vintage, stile vintage e riproduzione di abiti vintage. Ho pensato che, come me che sono un’appassionata, potesse esserci in giro tanta gente che aveva voglia di confrontarsi con persone che condividevano le stesse passioni. Così è nata l’idea di creare una piattaforma, una community e un’app che si occupa di vintage in modo autentico e completo”.
E’ stato così che è nata Vintag che oggi conta circa 100mila utenti attivi in app. “Numeri che confermano quanto siano numerosi coloro che hanno la passione del vintage autentico e di qualità e soprattutto la passione per il Made in Italy di qualità. Insomma, acquistare vintag, visto che la moda torna spesso di moda, rientra perfettamente nel concetto di economia circolare. Riscoprire e fare rivivere oggetti appartenuti ai decenni scorsi è l’ispirazione che ci spinge fin dal primo giorno. Il nostro obiettivo è la diffusione del Vintage perché siamo convinti che disperdere le eccellenze e l’heritage del passato sia davvero un grosso errore”.
Che cos’è il vintage?
Il significato del termine francese vintage – preso in prestito dall’enologia – è letteralmente vino d’annata, reso ricco e carico di aromi dall’invecchiamento in botti e dall’affinamento successivo in vetro. Un significato che è passato, più comunemente, a tutti i capi di abbigliamento o oggetti che abbiano almeno 20 anni. Non tutto ciò che è vecchio o usato, infatti, può essere definito vintage.
“Il vintage – dice Francesca Tonelli – deve essere di qualità, deve avere più di vent’anni e deve essere iconico e simbolo di un’epoca. Possono essere la minigonna anni ’70 o la sveglia della nonna. Sono oggetti che hanno acquisito valore nel tempo, che hanno resistito e che oggi sono irriproducibili con gli stessi standard qualitativi elevati se non a prezzi altissimi. Una volta, infatti, gli oggetti dovevano durare nel tempo per questo oggi questi oggetti possono persino aspirare a una, non seconda, ma terza o quarta vita, magari anche con una destinazione d’uso diversa.
Vintag, una piattaforma etica e sostenibile
Non solo qualità e made in Italy. Acquistare su Vintag significa acquistare oggetti di valore e permettere loro di vivere un’altra vita, dando la possibilità ad altre persone di utilizzarli per la prima volta, come fossero oggetti nuovi e originali.
La sostenibilità del riutilizzo
“Sicuramente – dice la fondatrice – niente è più “green” del prolungare la durata di utilizzo e del dare una seconda possibilità a un oggetto che qualcun altro non usa più. Vintage è sinonimo di meno oggetti nuovi da produrre e dunque meno sprechi e inquinamento. Il riutilizzo – aggiunge – evita lo spreco delle risorse che abbiamo, e talvolta non ce ne rendiamo conto. Inoltre, in questo modo, si possono acquistare oggetti di grande qualità a prezzi molto più bassi del nuovo e con la garanzia che difficilmente perderanno valore”.
Il green data center di Vintag
Ma c’è di più: Vintag è anche etico e sostenibile. “Siamo molto orgogliosi di aver fatto di Vintag un’applicazione non solo gratuita e sicura ma anche etica e sostenibile. Oltre al potente mezzo del riuso, Vintag non inquina perché utilizza un green data center al 100% a emissioni zero. “Per noi di Vintag sostenibilità non è solo una parola da utilizzare per farci belli – sottolinea Tonelli – per questo abbiamo investito sull’unico Data Center a emissioni zero del sud Europa, abbandonando i colossi del settore e premiare la qualità italiana di Executive Service Exe.it composto da un team di persone davvero speciali e attente alla sostenibilità”.
L’economia circolare e la collaborazione con i brand
“Siamo orgogliosi che brand importanti dal Made in Italy stiano scegliendo Vintag per promuovere nuove iniziative di economia circolare”, aggiunge Francesca Tonelli. Vintag, infatti, collabora con importanti brand nazionali ed internazionali, come ad esempio quella con Humana, The Bridge o con Carrera Jeans per un progetto che si basa sui valori condivisi di sostenibilità e promozione dell’economia circolare nella moda.
I consigli per essere fashion indossando capi vintage
Il consiglio di Francesca Tonelli per essere sempre di tendenza, indossando indumenti vintage è soprattutto quello di cercare la qualità.
- Innanzitutto bisogna uscire dall’idea che vintage sia solo anni ’60 e ’70
- Ci si può vestire alla moda mixando nuovo e vintage e prendendo magari spunto dalle passerelle e dalla street fashion
- La moda è ciclica, quindi è importante tenerla d’occhio e sapere cosa abbiamo a disposizione nei nostri armadi, in quelli della mamma e della nonna.
- Il vintage non è necessariamente brandizzato. E’ vintage e fashion anche il cappotto anni ’50 fatto dalla sarta sotto casa e che ha resistito al tempo perché di ottima qualità.
Maria Enza Giannetto