Arriva anche in Italia il Telephone booth books: cabino-biblioteche riconvertite alla lettura dove chiunque può entrare e prendersi un libro
La prima venne installata in piazza San Babila a Milano nel lontano febbraio del 1952 e fino a pochi anni fa, disseminate su tutto il territorio nazionale isole comprese, ce ne erano tantissime (nel 2002 erano 230.000). Oggi, le cabine telefoniche, a causa dell’arrivo di smartphone e tablet sempre più all’avanguardia, stanno scomparendo: un piano approvato dall’agcom – l’autorità garante per le comunicazioni – ne prevede la totale dismissione entro il 2016. Non tutte però sembrano destinate alla rottamazione. Sulla scia di quello che avviene in altri paesi, anche in Italia si sta procedendo al loro riuso.
Da cabine telefoniche a casette dei libri
Merito di alcuni gruppi di cittadini e di Telecom Italia la società proprietaria, che di fronte alla Stazione ferroviaria di Arona sul Lago Maggiore così come nel parco Torresina della capitale hanno dato vita a dei progetti per trasformarle in quelle che in inglese si chiamano “Telephone booth books”. Cabine telefoniche convertite in biblioteche che a Londra sono ormai diffusissime (ce ne sono oltre 50) così come a New York dove furono inventate dall’architetto amante della lettura John Locke.
Come funziona il progetto
Chiunque può entrare e prendere un libro. Leggerselo con calma e poi riconsegnarlo. Ma anche portarne di nuovi da mettere a disposizione di tutti. Non c’è bisogno di essere registrati come avviene per il bookcrossing e tutti i libri sono timbrati come nelle biblioteche per evitare furti.
«Scegliere un libro in una cabina telefonica è un po’ come prendere due piccioni con una fava: da un lato, infatti, si avvicina la gente alla lettura, dall’altro si restituisce nuova vita alle care vecchie cabine telefoniche in disuso», ha commentato Antonio Giustiniani che ha coordinato il progetto della cabina di Roma.