Una possibilità non vincolante che non lede in alcun modo i diritti legittimi dei propri cari e familiari e che, secondo la Doxa, sei italiani su dieci non conoscono
Niente più scaramanzie attorno al tema del testamento solidale. Ma ancora oggi 6 italiani su 10 non ne hanno mai sentito parlare e soltanto uno (su 10) sa bene di cosa si tratta. Sono questi i principali dati che emergono dall’ultima indagine realizzata da Doxa per conto del Comitato Testamento Solidale, di cui fanno parte 19 prestigiose organizzazioni no profit (ActionAid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, Cesvi, Intersos, Fondazione Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Pasteur, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Progetto Arca, Telefono Azzurro, Unicef, Università Campus Bio-Medico di Roma), con il patrocinio del Consiglio Nazionale del Notariato.
TESTAMENTO SOLIDALE: DI COSA SI TRATTA? – Partiamo dunque sgomberando il campo dai dubbi. Fare testamento solidale, in concreto, significa ricordare nel proprio testamento, in qualità di erede (eredità) o di legatario (lascito), una o più associazioni, organizzazioni, enti. Si tratta di un gesto semplice e non vincolante, che può essere ripensato, modificato in qualsiasi momento, senza che vengano in alcun modo lesi i diritti legittimi dei propri cari e familiari. Non sono necessari ingenti patrimoni, perché per sostenere il lavoro quotidiano di associazioni impegnate nelle più importanti cause umanitarie e scientifiche, anche un piccolo contributo può fare la differenza. Il testamento solidale rappresenta un’opportunità per aiutare il prossimo e lanciare un messaggio di speranza alle nuove generazioni. Una scelta che finora risulta essere stata già adottata dal 14 per cento dei nostri connazionali. In particolare oltre una persona (o una coppia) senza figli su 4 è orientata a lasciare parte del proprio patrimonio a una o più associazioni nel proprio testamento.
L’INDAGINE – A gran sorpresa, a saperne di più non sono gli anziani, come verrebbe quasi automatico pensare. Non solo, oltre agli adulti tra i 45- 54 anni (il 28 per cento ne ha sentito parlare) e tra i 65 e i 74 anni (il 26 per cento lo conosce) – età in cui spesso ci si trova a fare i conti con la perdita dei genitori e si riflette di più sulla propria vita e sul proprio futuro – con un livello di istruzione elevata, ci sono anche i ragazzi tra i 15 e i 17 anni (66 per cento, forse perché proprio a quell’età in genere si vivono le prime grandi perdite affettive come i nonni). Mentre i meno informati su questa forma di solidarietà – come è normale, vista l’età – sono i giovani tra i 18 e i 24 anni (l’85 per cento di loro non lo conosce affatto) che, nonostante si dichiarino curiosi di saperne di più, sono più proiettati sul presente con un occhio di positività alla realizzazione personale e un po’ di preoccupazione se si pensa alla ricerca del lavoro. «Quando abbiamo lanciato la campagna di informazione e sensibilizzazione sul testamento solidale, erano davvero pochi gli italiani che sapevano cosa fosse e a cosa potesse contribuire – dichiara Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e Segretario Generale della Lega del Filo d’Oro -. Addirittura alla parola testamento la maggior parte delle persone associava l’idea delle problematiche familiari, della solitudine affettiva o di un vero e proprio tabù. Oggi ci sono ancora persone che non conosco questa forma di solidarietà, ma abbiamo vinto la paura e la scaramanzia e sempre più Italiani cominciano a prendere in considerazione questo modo di aiutare chi ne ha più bisogno».
CHE FARE CON UN LASCITO SOLIDALE? – Non solo gli italiani cominciano sempre più a pensare a un lascito, ma questo mette tutti d’accordo. Otto su dieci hanno le idee chiare e dichiarano che vorrebbero «dare un po’ di gioia e felicità a chi ne ha più bisogno». In particolare, 1 su 2 vorrebbe realizzare un ospedale o, più in generale, servizi legati alla salute, all’assistenza sanitaria e alla ricerca; il 40 per cento degli intervistati vorrebbe contribuire a sostenere una casa famiglia o progetti per i bambini in difficoltà, il 35 per cento una scuola o programmi di istruzione ed educazione, il 33 per cento destinerebbe volentieri i suoi averi per la costruzione di un centro anziani o per il sostegno di servizi di assistenza per la terza età. E non manca chi pensa alla creazione di un centro culturale, ricreativo e sportivo (19 per cento).
PERCHÉ FARE UN LASCITO SOLIDALE? – Andando a esplorare le motivazioni profonde
alla base di un lascito, gli italiani enumerano una serie di ragioni che cambiano solo in parte a seconda dell’età. Tra i comuni denominatori, alla base di una scelta di solidarietà come questa, ci sono forti motivazioni sintesi perfetta di altruismo e lucidità anche tra i più giovani e che vanno oltre le preoccupazioni quotidiane. Un italiano su 3, infatti, dichiara che un lascito dà un senso più profondo a una vita frenetica in cui c’è poco tempo per gli altri, lascia una traccia di sé anche dopo la morte ed è un doveroso segno di riconoscenza per quanto si è ricevuto dalla vita. Che il lascito solidale sia comunque un gesto da ammirare lo pensa quasi un italiano su due. L’altra metà o dice di non avere le idee chiare su una scelta così delicata e personale e solo in piccolissima minoranza (9 per cento) non lo condivide. A provare ammirazione sono in numero maggiore le donne (50 per cento) rispetto agli uomini (43 per cento). E il sentimento risulta più diffuso nel Sud e nelle Isole dove – come si è visto – il lascito solidale è meno conosciuto ma, evidentemente, si registra una reazione positiva una volta che se ne viene a sapere di più.
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