Non è solo un modo per fare vacanze a costo zero. Ma un vero e proprio approccio virtuoso alla gestione dei beni immobili. Si scambia la propria casa (spesso la seconda) con quella di altri che vivono in una città o un Paese diversi. Con ottimi risultati: non tener vuota l'abitazione, renderla fruttuosa e farsi nuovi amici
Spalancare le finestre e affacciarsi su Central Park a New York, chiudere la porta e trovarsi direttamente sulla sabbia di una spiaggia brasiliana, scendere sotto casa e comprare il pane per la colazione in uno dei quartieri più belli di Parigi. Sono esperienze frequenti per chi fa “house swapping”, cioè scambia la propria abitazione con un’altra per trascorrere un periodo di tempo, solitamente le vacanze, in un altro posto, sentendosi “a casa”. Il tutto, dettaglio non da poco, assolutamente gratis.
Scambiarsi casa per le vacanze: come funziona l’house swapping
L’house swapping non è una novità. Homelink, la prima organizzazione al mondo per numero di scambi, è attivo negli Usa fin dal 1953. Ma è la internet che ha dato un grande impulso a questo modo di viaggiare: Homelink, ad esempio, muove ogni anno un numero di persone pari a 250 mila, di cui 13 mila memntri attivi solo in Italia. Ma basta dare un’occhiata veloce a un motore di ricerca per individuare tanti altri network: Homeexchange, Intervac e scambiocasa sono solo alcuni dei siti con i quali è possibile organizzare uno scambio di casa con altri utenti.
Sono disponibili abitazioni in tutti i continenti e i numeri sono in continua crescita: iscritti, nazioni, case, scambi effettuati. La ragione è che, vinta l’iniziale diffidenza, il meccanismo è molto semplice e simile per tutti i network. La formula classica prevede che ci iscrive pagando una quota annuale (pari a circa un centinaio di euro) e si mette online la propria abitazione, inserendo foto e descrizioni accurate. Allo stesso modo, dopo aver deciso la meta desiderata, si cerca tra le offerte disponibili e, trovato un corrispondente interessato allo scambio, ci si scrive via mail per i dettagli.
Le modalità dello scambio di casa
Lo scambio può avvenire secondo due modalità: in contemporaneo (le due famiglie si scambiano le rispettive case nello stesso periodo) oppure in modo differito nel tempo (le persone si ospitano a vicenda in momenti diversi dell’anno). Evidentemente tutto è più facile se le abitazioni sono seconde case e quindi non è necessario far combaciare perfettamente le date di scambio, ma a giudicare dai numeri ci sono sempre ottime probabilità di riuscita. Noi italiani poi siamo molto avvantaggiati perché il nostro Paese è molto ambito, ed è più semplice ricevere offerte.
Opinioni sull’house swapping
Giulia, 40 anni, dipendente pubblico di Milano sposata e con due bambini, ha scoperto questo modo di viaggiare diversi anni fa. Da allora ha già fatto moli scambi: «L’avessi scoperto prima… potendo lo farei anche più spesso. Metto a disposizione la mia seconda casa in Toscana e questo mi permette di avere meno vincoli sulle date. Sono stata ad Amsterdam, Stoccolma, Berlino e Parigi, ma anche in Liguria e Venezia. Ho iniziato a farlo con i bimbi piccolissimi, cercando case dove avevano figli: volete mettere – solo per rimanere all’aspetto della comodità – cosa significa stare in un posto dove hai già pronti dei giochi o il passeggino o i dvd dei cartoni, piuttosto che in un albergo?». Una ragione dunque è la comodità, certo non l’unica.
Un’altra è l’aspetto economico: poter trascorrere vacanze a costo zero in case molto spesso bellissime e collocate nelle zone più comode: «Non sarebbe giusto, però, pensare che i nostri iscritti abbiano solo l’obiettivo del viaggio lowcost – precisa la responsabile di Homelink Italia, Annalisa Rossi Pujatti, che ha alle spalle più di 100 scambi dal 1985 a oggi – Chi si iscrive per questa sola ragione, dopo un anno molla. È una forma di scambio culturale che permette “anche” di risparmiare. Io personalmente sono entrata in contatto con tantissime persone meravigliose, e da quando ho iniziato a viaggiare così mi sono dovuta ricredere molto sul prossimo».
Quella della conoscenza diretta con il proprio ospite è una possibilità lasciata ai singoli. I rapporti possono essere minimi e limitati al semplice scambio di mail per le questioni pratiche, ma in tanti costruiscono amicizie e si conoscono di persona, magari ospitandosi reciprocamente. «La cosa strana e bella è che, anche se non conosci chi ti ospita, diventi in qualche modo suo intimo – spiega Giulia, che ha attivato con grande successo un passaparola con le proprie amiche – È divertente e ti aiuta a scoprire un nuovo mondo non come un semplice turista. Si vivono più intensamente tante piccole cose: scoprire dove è il panettiere migliore o anche solo come si butta la spazzatura. Infine, per chi ama la dimensione sociale, è la vacanza ideale, perché quasi sempre si fa amicizia con i vicini che sanno chi sei e sono gentilissimi».
L’house swapping è sicuro?
La socialità è l’aspetto più affascinante, ma anche quello che spaventa di più: andare nelle case di sconosciuti e ospitare sconosciuti in casa propria. Per prima cosa un dato: a Homelink assicurano che dal 1953 a oggi non si è mai verificato un furto. Gli unici reclami che arrivano – comunque pochissimi – concernono la pulizia, che però è molto soggettiva e non è garantita nemmeno negli alberghi. Ci sono comunque dei meccanismi per dare ulteriori sicurezze: feedback e giudizi pubblicati sul sito alla fine del viaggio, e cancellazione degli iscritti che abbiano superato i due reclami. Per chi volesse ci sono anche delle forme assicurative, ma in realtà è solo il meccanismo della fiducia reciproca che fa funzionare tutto bene: le persone che occupano la vostra casa sono le stesse che vi lasceranno la loro. Chi sceglie questo tipo di esperienza, non lo fa per caso: «È un percorso sicuramente più impegnativo dell’andare in agenzia e prenotare un hotel, ma proprio lì è il bello – conclude Giulia, alle prese con il prossimo viaggio – Quando arrivi è normale trovare una bottiglia di vino in regalo, o dei biglietti per lo zoo per i bambini, o del materiale informativo utile alla tua permanenza. È con queste piccole cose che si accolgono gli altri e ci si sente accolti».
Sebastiano Guanziroli