Nata nelle terre del terremoto dell'Emilia, oggi conta 62 musicisti e sta per incidere il suo secondo album
Per spostarsi hanno bisogno di un bus da 70 posti, un furgoncino da 9 e un altro dove mettono tutta l’attrezzatura e gli strumenti. Senza contare le auto dei genitori al seguito. D’altronde come fare altrimenti quando i musicisti sono 62? Ecco i Rullifrulli, una band di musicisti nata a Finale Emilia unica nel suo genere. Innanzitutto per l’età dei suoi appartenenti che varia dai 6 dei più piccoli ai 30 dei più anziani. E poi per la scelta degli strumenti musicali che non sono quelli comuni come la batteria, la chitarra o le tastiere. No, perché la loro caratteristica principale è quella di costruirsi gli strumenti da soli raccattando qua e là materiali di recupero. Ecco allora lo xilofono costruito con i tubi di silicone, la batteria delle pentole appese ad una rete metallica, frutto dell’ingegnoso lavoro del nonno di uno dei componenti della band, il pianoforte fatto di mattonelle decorate, la grondaia che funge da basso e i tubi di plastica che non sono il surrogato di nessun altro strumento ma che si suonano solo con le racchette da ping pong.
Ma la band modenese che ricorda i più celebri Stomp da sempre è attenta all’inclusione: tra i suoi musicisti ci sono 12 disabili con sindrome di down e disturbo dello spettro autistico grazie ad una convenzione con il servizio di neuropsichiatria infantile di Mirandola.
Dopo aver girato l’Italia in tour con 32 date all’attivo e dopo aver inciso il primo album, i Rullifrulli stanno lavorando al loro secondo disco che uscirà ad aprile prima dell’inizio della stagione dei concerti. «Il potenziale che ha questa band è incredibile – commenta Federico Alberghini che della band è l’ideatore e l’ispiratore- La regola non scritta è sempre quella di trattare tutti allo stesso modo. Non ci sono differenze tra noi. Oggi quando andiamo in giro sembriamo davvero un gruppo serio».