Wise Society : Se le relazioni sociali avvengono prevalentemente online

Se le relazioni sociali avvengono prevalentemente online

di Fabio Di Todaro
13 Febbraio 2019

Secondo un’indagine condotta dall'Associazione Nazionale Di.Te. quando ci si trova di fronte a un’altra persona, «è più difficile gestire una relazione».

Online, non ci batte (quasi) nessuno. Ma più cresce il nostro impegno nel tessere relazioni sociali attraverso i social network, peggio ci comportiamo quando siamo «vis-a-vis» con una o più persone. Al punto che, secondo buona parte degli italiani, «i social facilitano l’incontro con l’altro». Mentre quando ci si trova di fronte a un’altra persona, «è più difficile gestire una relazione». Le conclusioni di un’indagine condotta dall’Associazione Nazionale Di.Te. rispecchiano quello che siamo diventati, in fin dei conti. Da animale sociale, l’uomo oggi è diventato una «lepre» dei social. Ne usa diversi, a seconda dello scopo. E fin qui, nulla di male. Il problema è che, essendo una giornata composta (sempre) da 24 ore, smanettando al cellulare o pigiando sulla tastiera di un pc si erode inevitabilmente tempo da dedicare all’incontro con altre persone. E si compie un passo indietro, sul piano dell’evoluzione sociale.

MENO COMUNICHIAMO DE VISU, PIÙ DIVENTA DIFFICILE – «Scrivere e parlare l’uno di fronte all’altro implicano due diverse abilità», osserva lo psicologo e psicoterapeuta Giuseppe Lavenia, Presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te, che ha condotto la ricerca su un campione di 500 persone (entrambi i sessi, 18-68 anni): l’80 per cento dei quali ha dichiarato di sentirsi facilitato nell’incontro con un’altra persona se il primo approccio è avvenuto attraverso i social. «La comunicazione, affinché sia efficiente ed empatica, richiede molto allenamento. Più siamo disposti a confrontarci, a scambiare idee, e a dialogare con gli altri, più si migliora». Ma come mai si privilegia la modalità scritta, sparsa su un social e l’altro con anche l’aggiunta di invii di tanti vocali che non richiedono un confronto diretto, piuttosto che quella parlata? «Perché creiamo più community e meno comunità – prosegue l’esperto -. Comunicare nella vita offline comporta l’uso di tutti sensi, dell’empatia e chiede la disponibilità a metterci la faccia. Abbiamo delle espressioni facciali che possono dire molto del nostro stato emotivo alla persona con cui ci troviamo di fronte. E poi, appunto, è necessario un confronto a cui non siamo più così abituati».

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Una ricerca condotta dall’Associazione Nazionale Di.Te su un campione di 500 persone (di entrambi i sessi, 18-68 anni) rivela inquietanti risvolti sulle relazioni sociali ai tempi dei social network, Image by iStock

ONLINE CI SONO MENO INIBIZIONI – Da quanto emerge dall’indagine, è dunque diminuita la capacità di creare nuovi contatti nella vita offline. Il 60 per cento degli intervistati ha infatti dichiarato di non avere costruito nuovi rapporti negli ultimi tre anni. Un dato che sale al 73 per cento, per la fascia di età che va dai 38 ai 48 anni. «Sui social ci si allena continuamente a presentarsi nel modo migliore – è il pensiero di Lavenia -. Questo atteggiamento, da una parte, è positivo: lo si può utilizzare anche nella vita offline e iniziare a conoscere persone mettendo in mostra la parte di sé che piace di più. Dall’altra, invece, fa riflettere sul fatto che quando ci si ritrova vis à vis si è più attenti a tutelare la propria privacy, mentre online si è più disinibiti». Perché accade questo? «Sui social qualunque pretesto è buono per commentare una notizia, anche dopo diverso tempo, mentre quando ci si trova faccia a faccia bisogna essere pronti a interagire con i dovuti modi nell’arco di poco».

Twitter @fabioditodaro

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