Wise Society : Quando le donne non contano

Quando le donne non contano

di Francesca Tozzi
23 Novembre 2012

Per il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova ha realizzato un video di denuncia e ospita le scarpe rosse dell'artista messicana Elina Chauvet. Perché la conta delle morte abbia fine

Cento numeri disegnati con una spatola su una lavagna bianca, cento numeri rossi che sembrano tracce di sangue. E lo sono perché simboleggiano le donne uccise solo quest’anno nel nostro Paese. Questo si vede nel video che a Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura ha realizzato in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che cade domenica 25 novembre 2012. Cominci a guardarlo e quasi subito senti fastidio e disagio: il fastidio è dato dal rumore stridente del graffio della spatola sulla lavagna, il disagio dall’effetto evocativo del rosso mentre i numeri si formano inesorabili, uno dietro l’altro. Ideato da Francesca Biasetton, Elvira Bonfanti, Luca Borzani, Carla Turinetto e Nicla Vassallo e coprodotto dal Comune di Genova, il video “100 morte che non contano – contro la violenza sulle donne” propone di riflettere sul tema del femminicidio e della violenza sulle donne in ogni forma contando lentamente da 1 a 100.

Una vera e propria escalation, insopportabile in un Paese che si definisce civile. Quante donne sono state uccise da gennaio fino a oggi? Cento e oltre. Chi le ha uccise? Per lo più ex-compagni, mariti, partner, padri. “Con dati statistici che vanno dal 70% all’87%, quella domestica risulta essere la forma di violenza più pervasiva che continua a colpire le donne in tutta Italia”. Sono le parole della relatrice speciale delle Nazioni Unite Rashida Manjoo. Questo fenomeno si chiama femminicidio. E non parliamo di delitti passionali o di questioni d’onore: la passione non c’entra e l’onore abita altrove. E quante sono le vittime, sempre femmine e donne, dei tanti altri tipi di abusi e violenze sessuali? Contiamo fino a 100, e ben oltre 100, molto, molto oltre. Abusi e violenze spesso non denunciate. Per contrastare il silenzio e la passività non basta una giornata di riflessione ma è comunque un appuntamento importante. Per questa occasione non mancheranno le iniziative.

Oltre che al video, “100 morte che non contano” dà anche il titolo all’installazione di Francesca Biasetton che rimarrà nel Cortile Minore di Palazzo Ducale dal 22 al 25 novembre, invitando ognuno a contare lentamente da uno a 100, e oltre cento, molto oltre. In contemporanea, Palazzo Ducale ospita nel Cortile Maggiore Zapatos Rojos (Scarpe Rosse), l’installazione collettiva d’arte pubblica dell’artista messicana Elina Chauvet curata da Francesca Guerisoli composta da centinaia di paia di scarpe rosse per dire “basta” alla violenza di genere. Ogni paio di scarpe rosse, sistemato ordinatamente lungo un percorso, visualizza una marcia di donne assenti, una camminata che sottolinea il dolore che provoca tale mancanza tanto a livello sociale che privato. Zapatos Rojos è una chiamata rivolta a tutti i cittadini per manifestare la propria solidarietà verso quelle donne che, nel mondo, hanno subito violenza, per quelle che sono state uccise e per quelle rapite di cui si sono perse le tracce.

Il progetto pubblico vive per essere incrementato durante i giorni dell’esposizione: ognuno è invitato a portare a Palazzo Ducale, tra il 22 e il 25 novembre un paio di scarpe da donna, rosse o tinte di rosso. Questa installazione è stata realizzata per la prima volta, il 20 agosto 2009, nella città di Ciudad Juárez al confine con El Paso, in Texas, città di frontiera nel Nord del Messico dove da troppo tempo centinaia di donne vengono stuprate dalle numerose gang criminali, e centinaia assassinate, sotto l’indifferenza di polizia e governo locale e federale, come denunciato dalle inchieste portate avanti dal 2001 da alcuni organismi internazionali.

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