Anche i birrifici puntano sulle energie rinnovabili per produrre birra in modo sostenibile. È una scelta adottata in tutto il mondo, compresa l’Italia, che vanta anche un primato
Il legame tra birra ed energia è più forte di quanto si pensi. Solo considerando i birrifici negli Stati Uniti, essi spendono ogni anno oltre 200 milioni di dollari in energia. Il consumo di energia è pari al 3 – 8% dei costi di produzione della birra, illustra uno studio del Lawrence Berkeley National Laboratory. Il processo brassicolo è ad alta intensità energetica. Per ridurre i costi e le emissioni, l’impiego delle fonti rinnovabili per diminuire o sostituire l’adozione dei combustibili fossili si fa sempre più strada, insieme all’efficientamento del ciclo produttivo. Il birrificio lituano Švyturys–Utenos, entro fine anno, intende ad esempio arrivare a soddisfare completamente il proprio fabbisogno annuale di energia elettrica grazie alla combinazione tra fotovoltaico e batterie di accumulo. È il più recente esempio di un modo di soddisfare i propri consumi energetici e produrre birra in modo sostenibile, che sta prendendo piede in tutto il mondo.
Birra ed energia da fotovoltaico: l’esempio lituano “premiato” dall’UE
L’energia utilizzata in un birrificio è di due tipi: termica ed elettrica. L’energia termica viene utilizzata per generare acqua calda e vapore, poi impiegati nella produzione della birra, nel confezionamento e nel riscaldamento generale degli edifici. L’energia elettrica viene usata per alimentare tutte le apparecchiature, il più grande utente è la refrigerazione.
Le fonti termiche rappresentano in media il 70% dell’energia consumata nel birrificio; tuttavia, di solito rappresenta solo il 30% del costo energetico effettivo.
L’impiego delle fonti rinnovabili è un’alternativa più sostenibile, a livello ambientale ed economico, di forte interesse per sostituire o, quanto meno, ridurre l’apporto di energia da fonti fossili.
In Lituania, il birrificio Švyturys–Utenos (parte del gruppo Carlsberg) ha firmato un accordo “Energy-as-a-Service” con Green Genius, società locale attiva nel settore delle energie rinnovabili, che sta implementando sistemi fotovoltaici e di stoccaggio su misura a costi iniziali pari a zero per il birrificio.
La società energetica, per sviluppare il proprio progetto e modello di business, ha ottenuto 2,6 milioni di euro dall’Innovation Fund della Commissione Europea. Tale sovvenzione ha consentito a Green Genius di avviare l’iniziativa a partire dal birrificio, con l’intento di portare la soluzione ad altre industrie lituane ed europee. Il progetto InnoSolveGreen di Green Genius produrrà circa 7442 MWh di elettricità all’anno, fornendo al birrificio elettricità rinnovabile prodotta sul posto. Durante i primi dieci anni di attività si eviterà l’emissione di 16.669 tonnellate di CO2 equivalente.
Birrifici alimentati da fonti energetiche rinnovabili: gli esempi nel mondo
Chi produce birra con energia da fonti rinnovabili è l’azienda statunitense Anheuser-Busch, produttrice della Budweiser, una delle più famose e vendute al mondo. Grazie a uno specifico accordo con Enel Green Power, ha coperto interamente la produzione birricola con energia prodotta dall’impianto eolico in Oklahoma da 298 MW, composto da 120 turbine.+
In Europa, il gruppo belga Chimay oggi è arrivato a contare sul 90% della propria energia da fonti rinnovabili. Mediante un impianto eolico che produce 5200 MWh anno e dai 1200 pannelli solari installati sul tetto dell’edificio produttivo (oltre che la birra l’azienda produce anche formaggi) ha raggiunto il traguardo.
Produrre birra con energia rinnovabile è più diffuso di quanto si pensi. Lo dimostra la classifica “Top 50 Solar Beer Breweries” di SolarPlaza che segnala le migliori pratiche nel mondo. Il birrificio italiano delgruppo Heinekena Massafra (Taranto) risulta terzo al mondo per produzione di energia fotovoltaica (4,42 GWh di energia elettrica all’anno) e per numero di pannelli solari installati (13mila), permettendo di abbattere le emissioni di CO₂ di oltre 1.700 tonnellate, segnala la stessa Heineken, che conta anche sul birrificio di Comun Nuovo (Bergamo) e sull’impianto fotovoltaico da 3.984 pannelli solari in grado di produrre più di 1 GWh di elettricità annui.
In Austria il birrificio Göss, uno dei più importanti a livello nazionale e anch’esso parte del gruppo Heineken, ha lanciato il progetto “Green Brewery Göss”, puntando a impiegare esclusivamente energie rinnovabili in tutti i suoi processi. Come illustrato dalla European Biogas Association, con l’impianto di fermentazione dei cereali esausti, verrà realizzato biogas. L’energia creata dai materiali residui è utilizzata nel birrificio per creare vapore e il gas in eccesso viene convertito in energia elettrica. Il 90% del calore di scarto generato dal processo di produzione della birra viene utilizzato per riscaldare l’acqua. Inoltre, il digestato – un sottoprodotto dell’impianto di fermentazione dei cereali esausti – viene utilizzato come fertilizzante di alta qualità.
Tra i modelli virtuosi spicca anche l’impianto della Sierra Nevada Brewing, una delle aziende produttrici di birra artigianale più importanti degli Stati Uniti. Nel proprio stabilimento in Nord Carolina, ha abbinato all’impianto fotovoltaico un sistema a microturbine che generano elettricità utilizzando il biogas creato dal pretrattamento delle acque reflue del processo produttivo.
Il birrificio africano Namibia Breweries Limited punta a raggiungere il 100% di energia rinnovabile entro il 2030 e per questo, oltre ad aver aggiunto un altro impianto fotovoltaico nel 2023, ha installato oltre 75 contatori di energia per il monitoraggio in tempo reale e l’analisi mirata dei dati sul consumo di energia elettrica.
Sempre negli USA va segnalato il caso del birrificio Outer Banks Brewing Station, il primo alimentato da energia eolica negli Stati Uniti.
Biogas e geotermia: alcuni esempi di birrifici virtuosi in Italia
Nel nostro Paese, a proposito di produzione di birra ed energia rinnovabile, ha sede la prima azienda al mondo che produce birra artigianale utilizzando il vapore geotermico come fonte primaria di energia. Si chiama Vapori di Birra, è sita in Toscana, in Val di Cecina, territorio caratterizzato dai soffioni boraciferi e dove si produce energia geotermica ad alta entalpia, sfruttando il calore sotterraneo.
Produrre birra con energia prodotta dagli scarti è una opzione considerata in Lombardia dal Birrificio Otus, sito in provincia di Bergamo. Esso sfrutta la conversione delle trebbie, ossia lo scarto del processo produttivo, per generare biogas e digestato, impiegabile come concime naturale per usi agricoli. Nel 2022 è riuscita a produrre circa 14mila metri cubi di biometano, consentendo di evitare l’immissione nell’ambiente di 21 tonnellate di CO2 di origine fossile. Sempre a proposito di energia solare, va segnalato anche il birrificio artigianale Caber Beer, a Spoleto (Perugia), completamente alimentato ad energia da fotovoltaico.
Andrea Ballocchi