Terza isola del Pacifico, offre una natura incontaminata tra cime alte oltre 1600 metri, parchi, oasi naturali, spiagge di sabbia finissima e barriera corallina. Che ne fanno un Paradiso per chi ama il mare e la montagna
La Caledonia è molto lontana, dall’Italia ci vogliono 22 ore di solo volo che mettono a dura prova anche chi ama viaggiare e non teme le distanze. Terza isola del Pacifico per grandezza dopo la Nuova Guinea e la Nuova Zelanda, è una terra speciale, circondata da un mare ricco e incredibilmente vario. Le spiagge di sabbia candida si alternano alle grandi scogliere, quelle che il capitano Cook scoprì nel 1774 e che somigliavano al paesaggio del suo paese, la Scozia. Fu lui a dare il nome all’arcipelago che con Ouvea, le isole della Lealtà -Lifou, Marè, Tiga – l’arcipelago di Belep e l’Isola dei Pini si estende su 500 chilometri di lunghezza. L’isola maggiore con capitale Noumea è chiamata la Grande Terra.
Contesa nella prima metà del XIX secolo da Gran Bretagna e Francia, l’isola divenne possedimento di quest’ultima nel 1853. Oggi è territorio francese d’oltremare e l’inno nazionale è la Marsigliese.
I Kanak, gli abitanti originari della Nuova Caledonia sono stati riconosciuti ufficialmente, non senza difficoltà, cittadini francesi e beneficiano degli stessi diritti europei solo dal 1946. Anche se alcune tra le 242 tribù, vivono ancora di caccia e pesca in piena autonomia, non ci si deve aspettare di trovare tipici indigeni con lance e ornamenti: è la loro cultura e il loro stile di vita che li rende diversi.
Per esempio l’appartenenza a un clan è molto importante. Vivere in comunità significa aiutarsi reciprocamente, con un quotidiano che non prevede ritmi sincopati, ma solo un’organizzazione volta a creare un’economia sostenibile, anche da un punto di vista filosofico: « ci si aiuta a vicenda, il tempo non deve essere impiegato, va vissuto nel suo scorrere. E’ importante continuare a far parte di una tribù, è qualcosa che ti lega alla terra degli antenati e al tuo cuore. Un luogo da non abbandonare, un modo di essere ». dice Louis della tribù di Oua.
Testimonianza del legame molto stretto che i Kanak hanno con la Natura è il Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou, progettato dall’architetto Renzo Piano negli anni ’90 in memoria del leader indipendentista, morto in un attentato nel 1989.
Prima di arrivare al complesso architettonico, perfetta sintesi moderna dello spirito e della cultura del suo popolo, si segue un percorso pedonale immerso in una folta vegetazione, luogo ideale per conoscere i significati di piante, alberi e totem caratteristici del territorio. Il sentiero che conduce al centro, lungo circa un chilometro, permette di scoprire la storia delle origini del popolo Kanak e dell’eroe mitologico Téa Kanaké.
Il complesso architettonico del Centro è costituito da dieci strutture che richiamano la forma della capanna tradizionale e ospitano mostre di arte indigena. Sono rivolte verso la baia di Nouméa, la capitale, e quando soffia il vento emettono un fruscio simile a quello degli alberi quasi a ricordare a una città in continua espansione l’importanza delle proprie origini. A Nouméa si respira un’aria cosmopolita grazie a una popolazione eterogenea dove si mescolano europei, kanak, indonesiani, antillesi e asiatici. Un melting pot che nasce alla fine dell’Ottocento, quando arrivarono i primi lavoratori dal Vietnam, Giappone e Indonesia attratti dalle offerte di lavoro delle miniere di cobalto e nickel.
Anche la cucina ha risentito della compenetrazione di queste diverse culture con ottimi risultati come ad esempio il Thon mi-cuit rollato con spezie, squisito tonno crudo tagliato a fette. Sulla promenade dela capitale, invece, a qualsiasi ora del giorno e della notte s’incontrano i tanti appassionati di jogging, rollerblade e ciclismo. I caledoniani amano fare sport, mantenersi in forma e il clima consente di vivere al meglio gli spazi aperti.
l paese vanta un ecosistema tra i più ricchi e vari del pianeta, il 75% della vegetazione è endemica. Molti gli studiosi botanici che vi si recano per fare ricerche. Ma non solo.
Il corvo della Nuova Caledonia, infatti, è oggetto di studio da parte di scienziati ed etologi per la sua capacità di costruire con foglie e rametti piccole lance e uncini per catturare le larve nascoste. Alcuni corvi, portati in laboratorio e muniti di un pezzo dritto di filo di ferro, realizzano spontaneamente un uncino con cui sollevare un secchiello pieno di vermi.
All’interno, la Grande Terra è attraversata per tutta la sua lunghezza da una catena montuosa, la cui vetta più alta, a nord, è il monte Panié (1629 metri). Per visitare questi luoghi più solitare e affascinanti bisogna noleggiare un’auto e percorrere le strade sterrate che attraversano la terra rossa circondata da verde lussureggiante e percorsa da fiumi e corsi d’acqua. Tra i punti di interesse sono da segnalare i parchi e le riserve naturali come il Parco Madeleine e il Parco della Rivière Bleue, vere attrazioni per gli amanti delle piante.
«Anch’ io preferisco questi paesaggi, mi piace l’Oceano, ma amo soprattutto la montagna e le parti dell’isola ancora poco battute. Si possono fare trekking di ogni tipo, anche a cavallo», ci dice Gilles Defaut, da molti anni guida turistica. «Inoltre è sulle montagne della costa orientale, dove non arrivano le macchine, che si possono conoscere da vicino le tribù più interessanti e autentiche. L’ospitalità è garantita».
Prima di ripartire da Nouméa per visitare le altre isole è d’obbligo far tappa all’acquario. Oltre ai “soliti”, squali, serpenti, tartarughe e pesci dalle mille forme e colori, quello che davvero colpisce è la varietà dei coralli.
La barriera corallina che circonda la Nuova Caledonia è lunga 1.600 chilometri, la seconda dopo quella australiana, e vanta la laguna più grande del mondo; oltre 24.000 kmq di cui 15.000 sono stati riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità.
Non è il solito modo di dire, ma nuotare in queste acque è davvero come tuffarsi in un altro mondo variopinto e incontaminato. Le immersioni sono senza dubbio uniche, ma anche lo snorkeling, in un mare che ospita più di 2000 varietà di pesci, 350 specie di corallo duro e 500 di corallo morbido, non è da meno.
Da non perdere, sull‘Isola dei Pini, armati di sola maschera, l’esperienza della piscina naturale nella Baia d’Oro. Dove, in un’insenatura protetta da scogliere e circondata da alte foreste di araucarie, nuota, senza timore tra i coralli colorati, un’incredibile varietà di pesci. Quest’isola, a forma di conchiglia, è considerata una delle piu belle al mondo e deve il suo nome alla presenza dell’Araucarie columnaris che cresce lungo spiagge bianche lambite da acqua turchesi.
Paesaggio diverso all’interno, dove ritroviamo quel che resta di mura e celle della prigione in cui venivano rinchiusi i deportati politici della Comune di Parigi.
Con un altro breve volo si arriva all’Isola di Ouvea, famosa per la laguna color smeraldo e la spiaggia ininterrotta lunga 25 kilometri. Le alte falesie di Lekine, Anawa, e la grotta di Cong Ouloup rendono questa una meta particolare.
www.endemia.nc ricco sito sulla flora la fauna del paese
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www.newcaledoniatourism.com sito ufficiale del turismo caledoniano, anche in italiano
www.adck.nc sito ufficiale del Centro Culturale Tjibaou