Wise Society : Non è la fine del mondo

Non è la fine del mondo

di Francesca Tozzi
21 Dicembre 2012

Quello che i Maya hanno pronosticato, e insieme a loro aztechi, Rudolf Steiner e James Hillman, è in realtà l'inizio di una nuova Era che potrebbe portare cambiamenti molto positivi a livello umano e sociale. Alcuni già si intravedono

Negli ultimi giorni si è praticamente parlato solo della presunta fine del mondo preannunciata dai Maya. Sono cose che fanno notizia, ottime per scherzarci sopra, riempire imbarazzanti vuoti di conversazione e distrarre l’attenzione da tasse e cali di spread. Quello che in realtà si verifica oggi 21 dicembre 2012 alle 11 e 11 (secondo il fuso orario del Messico) è un evento cosmico di ben altra natura, foriero per chi ci crede – e non è uno sparuto gruppo di astrologi – di grandi cambiamenti potenzialmente positivi. Usciamo infatti dall’Era dei Pesci per entrare in quella dell’Acquario ovvero una delle dodici fasi in cui alcune credenze esoteriche dividono la storia dell’umanità.

L’era precedente si fa cominciare con la nascita di Gesù: sono circa 2000 anni di storia che certo non ci hanno fatto mancare guerre e disastri naturali ma che contemporaneamente hanno visto nascere pensatori e pensieri che hanno via via aumentato il livello della nostra consapevolezza. Le divisioni a tutti i livelli hanno convissuto con il tentativo ancora in corso di superarle. Da oggi le cose potrebbero cambiare o se non altro il terreno potrebbe essere più favorevole. Ciò che è stato pronosticato dagli antichi calendari maya e azteco tanto tempo fa non è una fine ma l’inizio di una nuova epoca per l’umanità.

L’avvento dell’Era dell’Acquario, attribuibile ad un fenomeno astronomico reale detto precessione degli equinozi, era stato descritto anche dal fondatore dell’antroposofia Rudolf Steiner e annunciato nel 1971 dallo psicoanalista e filosofo statunitense James Hillman con le seguenti parole «Quest’ultimo terzo del nostro secolo è anche l’ultimo trentesimo del millennio; sicché ci troviamo a vivere nell’ultimo sessantesimo dell’eone sotto il segno dei Pesci, il segno dell’èra cristiana, il mito temporale all’interno del quale ricaviamo il nostro orientamento storico. […] Davanti a noi [c’è] una sola [generazione], l’ultima, quella che lo chiude, quello di transizione che ci traghetterà nel prossimo millennio e nell’era dell’Acquario».

Ogni Era riflette le caratteristiche della costellazione di cui fa parte manifestandole come macrotendenze (guerre, rivoluzioni ma anche nuovi movimenti religiosi e di pensiero). Cosa ci porterà l’Era dell’Acquario? Sulla carta solidarietà, democrazia, fratellanza e la ricerca di uno stile di vita rispettoso dell’ambiente insieme al rifiuto dei vecchi logori schemi politici, economici, sociali e religiosi che ormai hanno fatto il loro tempo rivelando in molti casi la propria insostenibilità. L’apertura mentale tipica del segno, il rifiuto dei pregiudizi e la strenua difesa delle libertà personali si dovrebbe tradurre nella nascita dal basso di nuovi movimenti e nella ricerca di un modo diverso di vivere, improntato ad altri valori. Forse alla riscoperta degli antichi. Sono tipici dell’era dell’Acquario anche la ricerca di cure alternative come l’omeopatia, l’amore per le discipline orientali e il ritorno alla meditazione e alla preghiera come ricerca di sé e di una maggiore armonia con l’altro da sé. C’è chi vede in alcuni movimenti alternativi nati negli anni Sessanta, come quello degli hippie, i germi della nuova Era, l’inizio di una ricerca foriera di cambiamenti umani profondi. L’insofferenza verso lo status quo, la ricerca spirituale e l’attenzione ai temi della sostenibilità ambientale sono nell’aria da tempo e stanno coinvolgendo un numero crescente di persone. Crescono le comunità buddiste in occidente ma anche le aziende green e responsabili. Siamo a un punto di svolta: se questa avverrà dipenderà però non certo da una fortunata congiunzione astrale ma dalla portata delle azioni che sapremo mettere in campo.

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