Wise Society : Less is more, un libro sull’arte di non avere niente

Less is more, un libro sull’arte di non avere niente

di Maria Enza Giannetto/Nabu
15 Marzo 2018

In un testo pubblicato per Il saggiatore, lo scrittore Salvatore La Porta parla della capacità di perdere le cose per trovare davvero se stessi

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La copertina del libro “Less is more. Sull’arte del non avere niente” di Salvatore La Porta

«L’arte di non avere niente consiste nella capacità di non lasciarsi ingabbiare del tutto dalle nostre proprietà». Non un libro sul vivere con pochi euro o su come viaggiare a costo zero, Less is more – Sull’arte di non avere niente (Il saggiatore, febbraio 2018), del catanese Salvatore La Porta è, in realtà, un saggio sulla capacità di lasciar andare, di “perdere” ogni cosa per non perdere se stessi.

«Il libro – spiega l’autore, 41 anni, con una laurea in Filosofia – nasce dall’idea che oggi ci sia davvero uno squilibrio di potere nel rapporto tra noi e la nostra proprietà. Il problema non è tanto quante cose possediamo quanto il rapporto che abbiamo con esse perché se queste cose hanno su di noi un potere tale da impedirci di essere davvero noi stessi e di manifestare le nostre idee, ne siamo solo schiavi».

Less is more è un saggio con uno stile letterario in cui La Porta racconta l’arte di non aver niente attraverso gli esempi di gente che quest’arte è riuscita davvero a metterla in pratica: da Seneca a Jack London, passando per Arthur Rimbaud e Kurt Cobain.

«C’è la filosofia epicurea e c’è anche lo stoicismo – spiega La Porta –. Ci sono, a dire il vero, tutte quelle filosofie che spingono noi uomini a rinunciare ai beni che ci distolgono dal coltivare davvero la nostra felicità. Sono convinto che, nell’inseguire l’esempio di chi ha saputo perdere ogni cosa, leggendo di loro ed essendo educati alla loro parziale imitazione, forse si può anche nutrire la speranza di riuscire a rischiare il proprio stato sociale e il guadagno per fare scelte più aderenti ai propri desideri».

Il libro di Salvatore La Porta – che è anche il co- fondatore di Villaggio Maori edizione, casa editrice indipendente di Catania nata nel 2003 come associazione universitaria e poi trasformata in s.a.s. – , è dedicato a chi si sente intrappolato dalle cose che desidera. E questo abbandono, non è una rinuncia ma un’autentica forma di libertà. «Anche nei sentimenti – spiega lo scrittore – l’arte di non avere niente è la capacità di abbandonare, ad esempio, una relazione svuotata di senso o l’amicizia di una persona che non stimiamo più. Essere in grado, insomma, di guadagnarsi un margine di libertà nei momenti della vita in cui ci è chiesto di scegliere tra ciò che abbiamo e quel che riteniamo giusto».

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Per Salvatore La Porta “L’arte di non avere niente consiste nella capacità di non lasciarsi ingabbiare del tutto dalle nostre proprietà”,

Un libro che non ha nulla a che vedere con vademecum sul risparmio in senso stretto ma che affronta la filosofia che amplia le possibilità dell’essere umano, permettendo alla sua esistenza di sconfinare, di andare oltre i pensieri e i luoghi comuni. «La capacità di vivere con poco – conclude La Porta, riportando anche una parte dell’introduzione del libro –  non è né avarizia né miseria: citando Jigorō Kanō, il fondatore del judo (che La Porta pratica di 25 anni), è piuttosto il miglior utilizzo dell’energia per l’ottenimento del massimo risultato; significa slegarsi dai falsi bisogni e dalle imposizioni che questi seminano nelle nostre esistenze, in modo da essere liberi di seguire più fedelmente le nostre idee».

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