Wise Society : “Le rotte del clima”, il progetto per la tutela dei migranti climatici

“Le rotte del clima”, il progetto per la tutela dei migranti climatici

di Vincenzo Petraglia
6 Maggio 2023

Secondo le Nazioni Unite entro il 2050 si assisterà nel mondo a un esodo di 200 milioni di persone per sole cause ambientali legate al climate change. Un'interessante iniziativa si pone l'obiettivo di creare maggiore consapevolezza sul problema e salvaguardare i diritti di queste persone

Quello delle migrazioni verso l’Europa è uno fra i temi più attuali (e drammatici) degli ultimi anni, venuto alla ribalta ancora una volta in tutta la sua forza nelle ultime settimane, dopo l’ennesima strage di innocenti avvenuta a Cutro, in Calabria, nella quale hanno perso la vita oltre novanta esseri umani, e con i continui, incessanti viaggi della speranza verso il nostro Continente da parte di migliaia di disperati che fuggono da guerre e povertà alla ricerca di un futuro migliore. Il progetto “Le rotte del clima”, unico nel suo genere, ha l’obiettivo di offrire maggiore consapevolezza su questa problematica e al tempo stesso garantire salvaguardare i diritti di queste persone, oltre ogni retorica o strumentalizzazione.

barcone migranti

La crisi climatica spinge sempre più persone a fuggire dalla povertà e dalle guerre dei loro Paesi.

Crisi climatica e flussi migratori

La crisi climatica e ambientale ha contribuito i modo molto forte ad accrescere i flussi migratori da parte di esseri umani alla ricerca di condizioni di vita migliori. Migranti climatici che fuggono dalla povertà e dalle guerre che sono spesso il risultato proprio della scarsità determinata dalle avverse condizioni climatiche (siccità, eventi meteorologici estremi, carenza d’acqua …).

I dati ufficiali ci dicono che, nel mondo, si spostano ogni anno milioni di migranti per ragioni ambientali e climatiche. Le Nazioni Unite considerano possibile, per le sole cause ambientali, l’esodo di 200 milioni di persone entro il 2050. E l’ultimo rapporto annuale dell’Idmc (Internal Displacement Monitoring Centre) ha registrato nel 2020 che 30,7 milioni di nuovi sfollamenti sono stati causati da disastri in 145 Paesi e territori.

“Le rotte del clima”: un progetto per la salvaguardia dei diritti dei migranti

Il progetto “Le rotte del clima”, il primo del suo genere in Italia, è un progetto di ricerca ed advocacy che si pone come obiettivo quello di stimolare la comprensione della complessità del fenomeno e la condivisione di una definizione di migrante ambientale e climatico, costruendo una fotografia del fenomeno e alimentando così una maggiore consapevolezza della condizione di migrante ambientale/climatico, a partire da attività di ascolto e racconto del vissuto dei migranti stessi.

Partire dunque dal basso per trovare una maggiore tutela legale e sociale dei migranti, attraverso il coinvolgimento attivo degli stessi migranti. Indagare l’impatto che i cambiamenti climatici hanno sulle migrazioni dei popoli aumenta la consapevolezza sullo stretto rapporto che esiste fra i due fenomeni e può aiutare a costruire – sulla base dei dati di una ricerca che verrà condotta nei prossimi mesi – uno status giuridico condiviso sulla figura del migrante ambientale, per promuoverne la tutela.

siccità

Foto: Mike Erskine / Unsplash.

«La ricerca verrà condotta partendo dal basso, dal vissuto delle persone, attraverso il coinvolgimento attivo dei centri di accoglienza e delle persone migranti, che spesso non hanno consapevolezza dell’esperienza che stanno vivendo», sottolinea Veronica Dini, presidente Systasis, Centro Studi per la prevenzione e la gestione dei conflitti ambientali, e promotrice del progetto. «L’obiettivo è anche quello di avviare cause pilota per il riconoscimento dello status di migrante ambientale e climatico e l’attivazione di una tutela appropriata e necessaria».

Gli obiettivi e i partner del progetto

Il progetto ambisce a costruire nuovi strumenti di tutela umanitaria dei migranti: a tale scopo, agirà innanzitutto per alimentare la consapevolezza – da parte degli operatori e dei migranti stessi – della condizione dei migranti ambientali e climatici, delle reali e più profonde ragioni per le quali sono costretti a lasciare la propria terra e dei diritti connessi a questa condizione.

Fra i partner del Centro Studi Systasis, We World, l’organizzazione no profit italiana indipendente attiva in 27 Paesi, compresa l’Italia, con progetti di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario per garantire i diritti delle comunità più vulnerabili. E, ancora, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Hric, Asgi, A Sud Onlus, Teatro Utile il viaggio, il Research Unit on Everyday Bioethics and Ethics of Science (Ruebes) dell’Università di Firenze, e molti centri di accoglienza per migranti, in tutta Italia.

Tutti insieme per dare maggiore dignità non solo ai migranti, ma indirettamente anche a noi stessi, perché Paesi più accoglienti e attenti ai diritti altrui sono in generale Paesi migliori e più attenti anche nei confronti dei bisogni e dei diritti dei propri cittadini.

Vincenzo Petraglia

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