Wise Society : Le borse dello Zen di Palermo. Che danno lavoro e dignità

Le borse dello Zen di Palermo. Che danno lavoro e dignità

di Daniela Gambino
4 Agosto 2011

In un piccolo laboratorio di una delle periferie più "critiche" di Palermo, l'associazione Zen Insieme ha dato vita, qualche anno fa, a un progetto di sartoria per un gruppo di mamme. Così è nata una linea di originali borse fatte a mano con avanzi di stoffa. Pezzi unici, il cui marchio è già un grande successo. Per la gioia delle artigiane che hanno vinto la loro sfida e ora pensano anche realizzare altre attività

Lo Zen, acronimo di Zona espansione nord, è un quartiere di Palermo. Una periferia estrema, un’isola dell’isola di edilizia popolare. Qui da vent’anni, Bice Mortillaro Salatiello, è l’anima  dell’associazione Zen Insieme, un punto di riferimento per le donne del quartiere. È qui, al numero 18 di via Fausto Coppi che alcune donne hanno creduto nel sogno di trasformare l’immagine del quartiere, creando una coop sociale che porti lavoro, che sia un esempio di legalità, un monito per tutti: insieme si possono trovare nuove soluzioni partendo dai locali del centro sociale Giovanni Vitale. Un’alternativa reale, esercitata. Una piccola scommessa vinta, in primis da Claudia Villani, palermitana, un master in impresa sociale come uditrice da mettere in pratica insieme a un’esperienza di 15 anni in una piccola impresa artigiana (adesso è una delle socie della coop),  e ad altre tre donne, Sandra Matarazzo, Carmela Guarnieri, Filippa Cimò.

Da piccole riparazioni alla creazione di modelli unici

Il progetto delle borse Lab Zen ha inizio nel 2008, nasce con un corso di piccola sartoria organizzato dall’associazione Zen Insieme, attività nata grazie ad  un finanziamento del Ministero per le pari opportunità. Nel 2008 l’associazione, che si occupa principalmente  di giovani, è convinta che per dare un sostegno reale ai bambini, bisogna innanzitutto aiutare le loro mamme e i primi risultati danno buone speranze. Nel laboratorio, dove si fanno piccole riparazioni e si cuciono abiti, lavora anche Franca Giordano, 76 anni, detta “la nonna” del gruppo, uno spirito battagliero, preziosissima non solo sotto il profilo professionale, ma come umanità e capacità di incoraggiamento. Perché nel tessuto sociale dello Zen, quello che manca è “l’educazione al lavoro”. Carmela, ad esempio, ha 64 anni e questo è il suo primo impiego fuori casa, lo stesso per Filippa detta Fina, 48 anni, quello con Lab Zen è il primo impiego fisso che dura da un anno. Tutte lavorano 4 ore al giorno, come minimo, di più quando ci sono sfilate o si presenta la collezione.

All’inizio non è stato facile: “ma che ci dobbiamo fare con queste pezze?” così riassume i commenti delle colleghe Claudia Villani. Questa era la prima impressione davanti agli scampoli, i primi dubbi delle donne del progetto Lab Zen: le pezze erano il primo ostacolo da superare, bisognava vedere oltre, immaginarle insieme. Da quel primo approccio diffidente, con ago e filo, sono nate borse coloratissime, originali, che riflettono la filosofia ecologica del riuso e del riciclo (ognuna, creata con scarti di tessuto, resti di pelletteria, o con materiali provenienti dal commercio equo e solidale, è un pezzo unico) di buona qualità, che alla fiera annuale di “Addio pizzo” ogni anno a Palermo, si vendono in poche ore. Questo infonde nuova fiducia alle socie, le loro creazioni ora sono vendute ad Erice (TP) nella galleria San Carlo, a Palermo nella “bottega dei saperi e dei sapori” di Libera e presso “World of whims” (via Emerico Amari 48). Probabilmente presto verranno proposte anche in altri punti vendita di Libera (www.libera.it), l’associazione fondata da Don Ciotti, in tutta Italia.

Cucire insieme un futuro migliore

I modelli che vengono prodotti artigianalmente sono la bisaccia, il bauletto, la faretra, la coffa, che reinventa una borsa tipica della tradizione siciliana, utilizzata per andare in campagna. Insomma i risultati sono stati così lusinghieri che l’intero progetto ha ottenuto anche un sostegno dall’azienda Donnafugata,  insieme a Banca Etica. Quest’ultima ha erogato un microcredito per tre donne, con un fondo di garanzia garantito dalla nota impresa vitivinicola di Marsala, fondo che una volta estinto, potrà essere riattivato per altre tre donne, innescando  un circolo virtuoso. Intanto Lab Zen continua la sua originale produzione e probabilmente l’attività si unirà anche al progetto di un asilo. Una scuola materna dove altre donne, le stesse che intanto continuano a seguire i laboratori, potranno lasciare in custodia i loro bambini mentre cercano di cucire, tutte insieme, un futuro diverso. (Per altre info: 3398872814)

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