Wise Society : Komorebi: una suggestiva lezione di vita giapponese

Komorebi: una suggestiva lezione di vita giapponese

di Paola Greco
2 Ottobre 2024

In un mondo che ci spinge a correre, questo concetto ci invita a rallentare e a godere delle piccole meraviglie della vita. È una lezione di leggerezza che ci incoraggia a trovare serenità nelle cose semplici

Quante volte ci è capitato di alzare lo sguardo in un bosco, in un parco o in un viale alberato, affascinati dal sole che filtra tra i rami e le foglie? I giapponesi hanno una parola per descrivere questo effetto della luce: “komorebi”, ovvero la luce che filtra tra il verde brillante degli alberi, rapida e mutevole come una danza. A livello culturale, esprime uno stato d’animo e ci incoraggia a cercare la luce anche nell’ombra e nell’oscurità, insegnandoci a vivere il presente e ad ambire alla serenità interiore. Come la luce che danza tra le foglie, anche noi possiamo imparare a vivere con grazia, apprezzando i piccoli momenti di passaggio che rivelano la vera bellezza: quella delle piccole cose che squarciano il buio e alleviano la malinconia e l’ansia.

Esempio di Komorebi: luce che filtra dagli alberi

Foto Shutterstock

Komorebi, un insegnamento di vita

I sottili raggi di sole rappresentano i piccoli gesti quotidiani e le piccole gioie che ci aiutano a trovare bellezza anche nelle situazioni più semplici e fugaci, contribuendo al nostro benessere mentale. È l’equilibrio tra luce e ombra, e l’accettazione della transitorietà delle cose, che porta alla serenità interiore.

Questa sensibilità verso la luce e la natura, tipica della cultura giapponese, ci offre una lezione importante: la bellezza si trova ovunque, basta saperla vedere. Spesso siamo così presi dai nostri problemi che dimentichiamo di fermarci e osservare ciò che ci circonda: il komorebi ci ricorda che la vita non è fatta solo di grandi eventi, ma anche di piccoli momenti di tranquillità e contemplazione. Concentrarsi solo sulle brutture difficili della vita di sicuro non aiuta né a combatterle né a risolverle. E se non si risolvono nemmeno con una positività a tutti i costi, certamente avere una attitudine positiva nei confronti delle piccole cose belle, aiuta ad affrontare meglio anche quelle negative.

In Giappone, questo concetto si lega alla filosofia dello zen e al wabi-sabi, che celebra la bellezza dell’imperfezione e della transitorietà. La luce che filtra tra le foglie è un attimo fuggente, ma è proprio questa caducità a renderla preziosa, così come la vita, fatta di momenti che non torneranno, di istanti che dobbiamo apprezzare per quello che sono.

Luce che filtra fra gli alberi nel bosco

Foto di Steven Kamenar su Unsplash

Capire il komorebi con il cinema

Per noi occidentali, più propensi ad anelare la luce in fondo al tunnel che a trovare bellezza e pace in sottili raggi di sole che rompono il buio, non è facile da comprendere la grande lezione universale del komorebi, eppure la luce, con la sua capacità di trasformare il mondo, è sempre lì per ricordarci che ogni momento è prezioso e speciale, se solo siamo disposti a fermarci e apprezzarlo.

Il cinema autoriale ci viene incontro, per farci comprendere meglio questo concetto: possiamo infatti cercare di capire questa filosofia di vita attraverso il film del 2023 Perfect Days di Wim Wenders, non per niente ambientato a Tokyo. Pur non trattando esplicitamente il komorebi, esplora temi quali la bellezza della semplicità e l’attenzione ai piccoli momenti di ogni giorno. La vita del protagonista, Hirayama, è scandita da tutta una serie di attività quotidiane che di bello, per lo spettatore, hanno ben poco: una routine profonda che diventa rito, dando un ritmo costante alla vita del protagonista, che scorre senza sobbalzi o colpi di scena.

In tutto il film, le inquadrature rivolte alle fronde degli alberi da cui trapelano raggi di luce sono una costante, e sono forse i soli momenti di cui capiamo la bellezza: attimi di ogni giorno che Hirayama cattura rivolgendo la sua fotocamera analogica verso il cielo, senza però mediare lo sguardo con l’obiettivo. Cattura l’attimo, lo osserva in prima persona e china la testa con gratitudine. Il film racconta l’equilibrio che c’è nei piccoli gesti quotidiani, che aiutano a “restare” nel proprio presente, senza lasciarci travolgere dai rimorsi del passato o dalle aspettative nel futuro. Restare a volte è la sola cosa che si può fare, tanto vale farlo con gioia, rallentando e apprezzando le piccole cose che ci circondano. Un gesto alla volta.

Paola Greco

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