Ideata da Luca Ferrari, talento digitale fra i protagonisti del libro di Wise Society "Sembrava impossibile. Da 0 a 100", monitorerà le nostre vite. Vediamo come e quando entrerà in azione
Avevamo scoperto il talento e la visione del futuro di Luca Ferrari e Bending Spoons, ideatori dell’App Immuni, già lo scorso anno in occasione della pubblicazione del libro “Sembrava Impossibile. Da 0 a 100, storie di imprenditori di successo”, edito da Wise Society, che raccoglie le storie e le testimonianze di 23 imprenditori italiani che si sono fatti da soli, partendo da radici umili e affermandosi a livello internazionale.
Dall’App Immuni, firmata da Luca Ferrari e Bending Spoons, la ripartenza dell’Italia
Nel volume, disponibile online su Amazon, c’è anche Luca Ferrari, salito alla ribalta delle cronache nazionali per essere stato l’ideatore dell’App Immuni che il commissario del Governo all’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri ha scelto per tracciare i contatti e gestire la fase di alleggerimento del cosiddetto lockdown.
Vero e proprio talento internazionale dell’economia digitale, partito da un paesino della Valpolicella e passato dal salone di parrucchieri dei suoi genitori, Luca Ferrari ha preso tre lauree (in ingegneria dell’informazione all’Università di Padova, in elettronica sempre a Padova e in telecomunicazioni a Copenaghen), prima di approdare a Milano nei grattacieli di Porta Nuova con la sua società Bending Spoons.
Un sodalizio fondato insieme ad altri giovani promettenti (che trae spunto da una sequenza del celebre film Matrix in cui un bambino piega un cucchiaio con la sola forza del pensiero), oggi leader in Europa e tra i primi dieci al mondo dietro a colossi come Spotify, Twitter e Netflix. Un’impresa capace di fatturare oltre 50 milioni di euro nel 2018 grazie anche ai 300.000 download giornalieri delle sue App. Tocca a Luca Ferrari e al suo team portare un Paese come l’Italia verso una ripartenza dell’economia e delle attività sociali dopo l’emergenza Coronavirus tra paure, lutti e speranze.
Come funziona la nuova App Immuni?
L’App Immuni, realizzata in collaborazione con il Centro Diagnostico Santagostino e Jakala e disponibile verosimilmente da maggio, si basa su volontarietà e Bluetooth e non prevede geolocalizzazioni. Questo per preservare la privacy e l’anonimato delle persone in base alle direttive dell’Europa.
Chi deciderà di scaricarla volontariamente si troverà di fronte a due sezioni: una meramente clinica, in cui inserire e aggiornare il proprio stato di salute e l’evoluzione dei sintomi da Coronavirus, e una seconda che, attraverso un sistema Bluetooth, traccia i contatti salvando i codici degli smartphone di coloro con i quali si è venuti in contatto. E che ovviamente hanno anch’essi l’App installata. In caso di positività al Covid-19 il cittadino positivo verrà poi chiamato dal proprio medico di base che, dotato a sua volta di una versione dell’applicazione, potrà chiedere al paziente di sbloccare con un codice la lista dei contatti anonimizzati di chi ha incrociato. Il sistema recapiterà così una notifica a chi è a rischio di contagio.
In cosa consisterà la sperimentazione dell’App per il tracciamento?
L’App verrà prima testata a livello regionale, e anche in alcune aziende italiane. Come la
Ferrari che proporrà ai propri dipendenti delle sedi di Modena e Maranello il download dell’applicazione.
Per essere efficace l’App dovrà coinvolgere il 60% degli italiani: un’impresa non facile in un Paese in cui vige ancora in certi strati della popolazione (in primis tra gli anziani) una certa allergia alla tecnologia. Senza contare che molti non hanno nemmeno uno smartphone.