Wise Society : Il futuro del pianeta alla Scala con “CO2”

Il futuro del pianeta alla Scala con “CO2”

di Mariella Caruso
15 Maggio 2015

In occasione di Expo2015 in scena al Piermarini un'opera lirica dedicata alla sostenibilità

Di sostenibilità ambientale, consumi irresponsabili, emissioni di carbonio nell’atmosfera, surriscaldamento globale, scioglimento dei ghiacciai e desertificazione se n’è discusso e si continua a discuterne tanto. Lo fanno gli scienziati cui è deputata la ricerca, lo fanno le aziende che s’interrogano sulla propria responsabilità sociale, lo fanno i media che oggi sono molto più attenti a questi temi. Dal 16 maggio a mettere al centro della sua programmazione le preoccupazioni per il futuro del nostro pianeta c’è anche la Scala di Milano. In occasione di Expo 2015, infatti, la prestigiosa istituzione culturale milanese ha voluto dedicare al tema della sostenibilità “CO2″, opera lirica contemporanea, commissionata appositamente a Giorgio Battistelli. «Il teatro dell’opera non deve occuparsi soltanto di tradizione, ma anche di sviluppare nuovi progetti», ha spiegato il sovrintendente della Scala, Alexander Pereira, alla presentazione della prima esecuzione assoluta di “CO2”. Libretto in inglese di Ian Burton, regia affidata al canadese Robert Carsen, direzione d’orchestra del tedesco Cornelius Meister e cast con sedici solisti di quindici nazionalità diverse, “CO2” è un’opera volutamente di respiro internazionale. Non è un caso che in scena vengano utilizzate nove lingue: dal sanscrito al latino fino al greco antico per passare all’ebraico, al russo, all’arabo, al cinese e all’italiano. Oltre, ovviamente, all’inglese che caratterizza la maggior parte del libretto.

NARRAZIONE SIMBOLICA – “CO2” comincia con una conferenza sul cambiamento climatico tenuta dal climatologo David Adamson, «un nome scelto come simbolo dell’intera umanità», spiega il librettista Burton. Durante la conferenza Adamson, cui dà voce il baritono Anthony Michaels-Moore, parla delle origini dell’universo, del Protocollo di Kyoto, delle conseguenze dell’inquinamento da CO2, di uragani, dello tsunami del 2004, di ecologismo pratico per chiudere con una visione apocalittica della fine del mondo. La conferenza si conclude con il climatologo che cerca di conciliare il suo sconforto con il senso di responsabilità nei confronti del pianeta.

LA RESPONSABILITÀ IN MUSICA – «È stato eccitante – ha ammesso Burton – lavorare a un’opera del nostro tempo diventata un racconto su piani diversi che si muove dall’eden a un supermercato». Della stessa idea Giorgio Battistelli che ha cominciato a lavorare alle musiche di “CO2” nel 2007. «Già da un po’ di anni, però, pensavo a un soggetto che potesse farci riflettere anche da un punto di vista estetico su temi d’attualità», spiega il compositore Battistelli al quale, in una fase iniziale aveva cominciato a lavorare sul soggetto del libro “Una scomoda verità” del premio Nobel per la Pace Al Gore, così come commissionata al principio dalla Scala. Poi, però, il lavoro – realizzato in team da Battistelli con Ian Burton e il regista Robert Carsen – vi si è discostato perché, ha sottolineato Carsen «abbiamo voluto dare una visione globale e universale del problema, non solo quella di un pezzo degli Stati Uniti». «Abbiamo pensato che l’opera dovesse discostarsi dal progetto originario di Al Gore per la necessità di un approccio differente – ha aggiunto Burton -. Con Battistelli abbiamo pensato di scrivere un poema del XX secolo fatto di allusioni, rimandi: un racconto non lineare, senza struttura narrativa ma che potesse affrontare il tema dal punto di vista simbolico». Non è simbolico l’impegno della Scala che ha stampato il programma di sala in carta riciclata, e quello di Ferrarelle che, nell’ambito delle proprie attività di Csr, è sponsor della Scala per la messinscena di “CO2”.

NON SOLO LA “CARTA DI MILANO” – Se i padiglioni di Expo 2015, come vuole il regolamento di partecipazione sottoscritto da tutti i Paesi partecipanti, saranno smontati e riciclati al termine della kermesse espositiva eccezion fatta per il Palazzo Italia, l’opera “CO2” insieme alla Carta di Milano e all’Urban Food Policy Pact, il primo accordo tra città per l’alimentazione sostenibile delle metropoli lanciato dall’amministrazione milanese, sarà una delle «eredità immateriali che l’Expo 2015 lascerà al mondo», ha concluso Filippo Del Corno, l’assessore alla Cultura della città meneghina, nonché egli stesso compositore.

 

 

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