L'emergenza sanitaria ha cambiato l’aspetto dei Gas trasformandoli in gruppi di consumatori e produttori consapevoli che utilizzano i social non solo per scambiarsi i listini ma anche per organizzare le consegne a domicilio in ottemperanza alle norme anti-Covid
Il Covid-19 ha cambiato e continua a cambiare l’aspetto dei gruppi d’acquisto e dei gruppi d’acquisto solidale. E lo cambia trasformandoli in gruppi 4.0 che usano non più solo mail e social per scambiarsi listini dei prodotti, ordini e programmare gli incontri per la distribuzione, ma anche per organizzare le consegne a domicilio secondo una logistica ben studiata che ottempera alle norme anti-Covid.
I gruppi d’acquisto solidale diventano digitali
La paura dei contagi e l’esigenza di evitare la manipolazione dei prodotti da parte di troppe persone, sommati a una rinnovata attenzione verso una nutrizione più salutare, hanno spinto molte persone ad avvicinarsi al mondo dei Gas (questo l’acronimo di Gruppi di acquisto solidale) e, soprattutto, hanno dato ai Gruppi di acquisto una nuova spinta per un rinnovamento in chiave tecnologica.
Tra coprifuoco, lockdown generalizzati o a zona, norme anti-assembramento, i Gas si sono infatti adattati – nella maggior parte dei casi – al periodo storico cercando di salvare il principio etico alla base dei gruppi di consumatori consapevoli che, a partire dal 1994, si sono messi insieme con l’obiettivo di approvvigionarsi direttamente dal produttore non solo per risparmiare ma anche per supportare l’economia locale e la filiera produttiva corta. Gruppi che, in questi anni sono cresciuti portando anche un aumento nel numero di chi sceglie il consumo critico e sostenibile.
I Gruppi d’acquisto solidale e le norme anti Covid-19
I Decreti governativi di contenimento del contagio hanno avuto un impatto importante sulla realtà dei piccoli produttori locali e sull’operato dei Gruppi di Acquisto Solidale, basato su lavoro volontario e autorganizzazione.
“Le soluzioni proposte per garantire gli approvvigionamenti di base favoriscono le strutture della Grande Distribuzione, mettendo in difficoltà le esperienze dei Gas e della piccola distribuzione organizzata esistenti, disorientate da decreti che non prevedono il mantenimento e il supporto di queste attività”, scriveva durante le prime settimane di lockdown di marzo, il Consiglio Direttivo di RIES – Rete Italiana Economia Solidale, sottolineando come, per altro le attività dei Gas potessero essere “sicure” e gestibili.
All’inizio della pandemia, infatti, molti gruppi hanno interrotto i loro ordinativi perché non avevano ricevuto indicazioni chiare riguardo le modalità per attuare in sicurezza le consegne dei prodotti ai loro iscritti o il loro ritiro in punti di distribuzione situati in Comuni vicini a quello di residenza. A partire da queste considerazione, la RIES e tante altre realtà sul territorio nazionale hanno predisposto alcuni facsimili (comunicazione da inviare alle Prefetture, lettera in cui si spiega la natura dei GAS, modello di autocertificazione per i membri dei GAS) che possono essere utilizzati per continuare a operare rispettando i decreti. Si è trattata, anche in questo caso di azione “dal basso” che spicca tra le tante messe in campo dai gruppi d’acquisto sul territorio per affrontare la pandemia.
Tra logistica e web, le buone pratiche dei Gas per affrontare la pandemia
I gruppi italiani si sono reinventati, predisponendo moduli e informazioni per tutti i soci. Il consorzio siciliano Le galline felici, per esempio, ha anche predisposto una pagina del proprio sito per raccontare un po’ tutte le pratiche di adattamento al periodo di crisi socio-sanitaria messe in atto dai Gas in giro per l’Italia e per offrire ai gruppi di consumatori qualche idea per reinventarsi .
Il gruppo bolognese Campi Aperti per la sovranità alimentare, per esempio, ha messo in piedi un servizio di supporto, dove i soci potessero avere l’opportunità di continuare a sostenere il territorio, l’agricoltura biologica e contadina, e i valori che in questi anni hanno caratterizzato le nostre pratiche associative. Un vero e proprio Mercato OnLine di CampiAperti che supplisce alle eventuali difficoltà di approvvigionamento conseguenti ai lockdown generalizzati o di zona.
In Lombardia alcune reti hanno organizzato ‘staffette‘ che effettuano ritiri dai produttori e consegne a gruppi di famiglie gasiste, mentre nelle Marche alcuni Gas si sono organizzati, sempre in presenza, ma mettendo regole di bonifico e satispay e con il ritiro in ordine alfabetico con orari precisi.
Ma c’è di più, la Rete Romana di Economia Sociale e Solidale all’inizio del lockdown di marzo ha, addirittura, lanciato una campagna per attivare “Gruppi d’Acquisto Condominiali!” per sostenere le economie virtuose dei piccoli produttori biologici a filiera corta disponibili a fare consegne a domicilio collegandoli a gruppi di famiglie di un condominio o vicini di casa che si autorganizzano per ordinare insieme la spesa settimanale.
Un’iniziativa che mira ad aiutare le persone che hanno risposto all’appello #iorestoacasa e a garantire a tutti il diritto al buon cibo a filiera corta e biologico, oltre, ovviamente a sostenere i piccoli produttori aggregando le zone di consegna.
App, portali e stumenti gestionali al servizio dei Gruppi d’Acquisto
Oltre alla riorganizzazione delle reti d’acquisto con un sistema preciso di ordini e consegne, non manca l’aiuto dell’intelligenza artificiale. Per esempio E-circles, un marketplace circolare e un’app che offre ai privati, Gas, produttori o botteghe degli strumenti gestionali che permettono di creare da zero, passo dopo passo una Cooperativa Circolare e solidale. Oppure PortAlGas, un gestionale web e un app mobile che permetta ai G.A.S. una gestione completa e tecnologicamente avanzata dei propri ordini, governandone tutto il ciclo di vita. Il cuore del progetto è l’idea di partire da uno strumento di e-commerce (semplice ed intuitivo) integrando le funzionalità tipiche degli acquisti dei GAS (gruppi d’acquisto solidale).
Maria Enza Giannetto