Wise Society : Gallery Climate Coalition: anche l’arte si batte per l’ambiente

Gallery Climate Coalition: anche l’arte si batte per l’ambiente

di Andrea Ballocchi
5 Dicembre 2022

Anche il mondo dell’arte produce milioni di tonnellate di CO2. Da questa consapevolezza è nata GCC, non profit che promuove azioni utili per decarbonizzare il comparto

La crisi climatica è oggi una realtà innegabile e sotto gli occhi di tutti. Serve un’azione corale e l’impegno di tutti i settori, anche del mondo dell’arte per operare una significativa decarbonizzazione. L’organizzazione ambientalista no-profit Julie’s Bicycle ha esaminato l’impronta di anidride carbonica associata al settore dell’arte visiva. Da una stima indicativa la carbon footprint del mondo dell’arte assomma a 70 milioni di tonnellate di CO2e l’anno. Dalla consapevolezza di voler ridurre sensibilmente l’impronta carbonica e sulla scia di questo crescente movimento di sensibilizzazione e grazie ad alcuni artisti/gallerie londinesi, riunitisi per discutere sul loro ruolo nei confronti della crisi climatica globale, è nata la Gallery Climate Coalition (GCC). Un interessante esempio di come tutti gli operatori del settore artistico possano agire concretamente sfruttando il potere della “comunità” per ridurre l’impronta di carbonio.

Museo

Foto Shutterstock

Cos’è la Gallery Climate Coalition

La Gallery Climate Coalition è una rete internazionale no profit di organizzazioni artistiche che mira agli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi del 2015: la riduzione delle emissioni di CO2e di almeno il 50% entro il 2030 per mantenere il riscaldamento globale al di sotto 1,5 °C. Chiunque può associarsi, ma deve sottoscrivere il patto di dimezzare le proprie emissioni entro il 2030 – rispetto alla media pre-pandemia – e diventare zero waste entro la stessa data.

«La costola italiana della Gallery Climate Coalition si è formata a inizio 2022, di essa fanno parte importanti gallerie tra cui la fondazione Palazzo Strozzi di Firenze, che lo scorso 22 settembre ha inaugurato una grande mostra di Olafur Eliasson», illustra Carola Arrivas Bajardi, architetto, sustainability consultant e membro di GCC. L’obiettivo di riduzione delle emissioni è possibile e la stessa organizzazione intende favorire il perseguimento dell’obiettivo in vari modi. Innanzitutto mette a disposizione di tutti strumenti e risorse; inoltre, fornisce indicazioni affidabili, scientifiche e specifiche per il settore.

Il grande “potere di comunità”

GCC intende sfruttare il “potere di comunità” per fare pressione a vari livelli per addivenire a un cambiamento sistemico a livello di settore, supportando e collaborando altri gruppi nonché promuovendo l’innovazione di prodotti e servizi che aiutare i membri a raggiungere gli obiettivi. Oltre alle indicazioni sulla sostenibilità specifiche per il settore, un altro scopo principale della coalizione è raccogliere fondi all’interno del mercato dell’arte per sostenere iniziative accuratamente selezionate che lavorano in prima linea della crisi climatica. Sul sito del network internazionale, che è stato da poco rinnovato, è possibile consultare le best practices ed effettuare gratuitamente il calcolo delle emissioni di carbonio tramite un Carbon Calculator.

Le azioni virtuose per il mondo dell’arte

Su quali azioni si può lavorare per ridurre l’impronta carbonica? Dai dati dell’ultima Carbon Reporting Campaign è risultato che la stragrande maggioranza delle emissioni del settore artistico proviene dai trasporti aerei. I viaggi aerei internazionali sono infatti tra i maggiori contributori dell’impronta di carbonio per le organizzazioni artistiche e non solo.

La pandemia ci ha insegnato che, con una buona pianificazione, si possono ottenere grandi risultati lavorando da remoto e senza la necessità di viaggiare. La videoconferenza è diventata una valida alternativa alle riunioni per pianificare l’installazione di mostre a distanza.

Impronta ambientale mondo artistico

Immagine: Gallery Climate Coalition

L’esperienza virtuale ha dimostrato che si può operare con successo anche nelle piattaforme di vendita online. «Sempre più spesso vengono allestite mostre con artisti e curatori che istruiscono terzi da remoto dando direttive su come appendere, installare e presentare le loro opere – sottolinea Arrivas Bajardi –. Per ottenere significativo abbassamento delle emissioni di carbonio è dunque necessaria una buona pianificazione, fatta con largo anticipo e che coinvolga tutti i soggetti interessati. La riduzione delle emissioni di carbonio deve essere inserita in ogni fase del processo decisionale: percorsi, luoghi, fornitori, logistica e trasporto, allestimenti, design, personale, promozione ecc. Per esempio, si può chiedere ai fornitori di rivedere quantità e tipologie degli imballaggi utilizzati e far sì che le opere vengano fabbricate il più vicino possibile al luogo di installazione (local-to-install)».

Gallery Climate Coalition: adesioni e buone pratiche

L’adesione alla Gallery Climate Coalition è gratuita e completamente aperta: chiunque lavori o sia affiliato al settore delle arti visive può aderire. Lo scorso ottobre si contavano più di 800 membri provenienti da 40 Paesi. I membri rientrano in cinque categorie: artisti, imprese del settore artistico, gallerie, professionisti individuali e organizzazioni non profit e istituzioni. Le gallerie costituiscono il gruppo più numeroso, con circa 300 soci galleristi.

Mantenendo l’iscrizione libera e aperta a tutti, GCC si assicura di mantenere una membership ampia e diversificata, rappresentativa dell’intero settore. L’unica condizione è che tutti i membri del GCC siano allineati sull’obiettivo di ridurre collettivamente le emissioni di CO2 del settore di almeno il 50% entro il 2030 e di raggiungere pratiche di spreco quasi nulle.

Ma com’è possibile ridurre l’impronta di carbonio delle attività associate a una galleria d’arte? Dalla ricerca condotta dalla stessa coalizione, ci sono tre aree principali di emissioni di carbonio associate alla maggior parte delle gallerie, delle istituzioni, degli studi d’artista e delle imprese del settore artistico: i viaggi (in aereo), le spedizioni (per via aerea) e il consumo energetico degli edifici.

Il trasporto di opere d’arte, in particolare per via aerea, è uno dei maggiori responsabili delle emissioni di gas serra nel settore artistico. Un esempio: l’audit sul carbonio svolto tra 2018 e 2019 alla Thomas Dane Gallery ha rivelato che la spedizione di opere d’arte in aereo ha rappresentato il 45% delle loro emissioni totali annuo, per un totale di 97,2 tCO2e. Pertanto, si tratta di una fase con un enorme potenziale di riduzione delle emissioni di carbonio. Per esempio, spostando un’opera d’arte via mare anziché via aerea si può ridurre l’impatto dell’opera sul clima di circa il 95%. Nel 2019, a seguito di una relazione commissionata per confrontare il trasporto aereo e marittimo, l’artista Gary Hume ha scelto di trasportare tutte le opere per la sua mostra alla Matthew Marks Gallery via mare da Londra a New York, ottenendo un’impronta di carbonio più leggera e costi significativamente ridotti.

Ragazza in un museo

Foto Shutterstock

Spedizione sostenibile e sviluppi futuri

A proposito di spedizione sostenibile, la stessa Gallery Climate Coalition ha avviato un’iniziativa con cui sta sensibilizzando l’opinione pubblica sull’impatto ambientale del costante spostamento di enormi volumi di opere d’arte in tutto il mondo, per lo più in aereo. Nell’ambito della campagna, ha esercitato con successo pressioni sui principali assicuratori di opere d’arte affinché adattassero le loro politiche, consentendo un maggiore utilizzo delle opzioni di spedizione non aerea. Sulla base di ciò, Gallery Climate Coalition si è impegnata per stabilire nuovi standard per gli spedizionieri e le società di logistica, oltre a lavorare collettivamente per superare qualsiasi ostacolo ai cambiamenti necessari. Si tratta di un passo significativo verso la riduzione della dipendenza dal trasporto aereo e dell’enorme quantità di emissioni che esso produce.

I membri attivi della GCC

Per il futuro, la coalizione ha già nuove idee e iniziative per ridurre l’impatto ambientale del mondo delle mostre d’arte. Quest’autunno, in concomitanza con il biennio di lancio pubblico, il GCC ha introdotto la designazione di membro “attivo” per celebrare le organizzazioni e gli individui che hanno già compiuto passi efficaci verso la responsabilità ambientale.

L’attuale strategia della Gallery Climate Coalition per incoraggiare l’azione ambientale si è basata sulla sensibilizzazione agli impatti specifici del settore, creando una comunità allineata agli stessi obiettivi. Al momento dell’iscrizione, tutti i membri accettano di intraprendere azioni urgenti ed efficaci nell’ambito degli impegni della coalizione. Tuttavia, il fatto di iscriversi alla coalizione e di comparire nell’elenco dei membri non significa necessariamente che siano state intraprese delle azioni.

L’adesione attiva sarà assegnata ai membri della Gallery Climate Coalition che possono dimostrare che la loro organizzazione ha attuato le migliori pratiche di sostenibilità ambientale in linea con le risorse della stessa coalizione. A partire dalla primavera 2023, i membri selezionati riceveranno un badge Active Member da utilizzare sulle loro piattaforme e saranno evidenziati negli elenchi dei membri GCC.

Andrea Ballocchi

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