La nuova piattaforma lancia l’idea di community mobility sharing, un servizio di mobilità elettrica basato sulla condivisione a livello condominiale
Da dove deve nascere e svilupparsi la mobilità elettrica? Dalla comunità residenziale, condominiale, di quartiere, pronta ad aprirsi alla città. Nasce da qui l’idea alla base di GaiaGo, la prima piattaforma di emobility integrata con il proprio complesso residenziale. Cosa significa? Che i residenti di un condominio avranno a disposizione un parco di vettori elettrici – auto, bici, moto, monopattino… – accessibile attraverso un’app dedicata.
GaiaGo prevede l’installazione fisica d’impianti per la ricarica dei vettori elettrici e la piattaforma digitale per gli utilizzatori. L’edificio si doterà di un servizio di mobility sharing elettrico in esclusiva per il proprio edificio e la comunità.
GAIAGO, PIATTAFORMA CHE APRE ALLA CONDIVISIONE – «GaiaGo è una piattaforma europea che apre un nuovo segmento dello sharing elettrico ad ampio spettro – spiega Giorgio Meszely, fondatore e Ceo – Nasce da due considerazioni: non può esistere un’innovazione della mobilità se non è pensata nel momento in cui si creano nuovi spazi, in particolare le aree urbanizzate in forte crescita in tutte le principali metropoli europee e che hanno nella progettazione di nuovi contesti spaziali il loro valore aggiunto. Per questo stiamo lavorando proprio su queste aree per creare un protocollo mirato a far entrare la mobilità all’interno delle certificazioni costruttive e progettuali con piattaforme come la nostra, capace di migliorare la classe energetica del costruito. L’altra considerazione è mirata alla creazione di una community che, attraverso un meccanismo di condivisione, si apra a un’offerta gratuita di mobilità», che si basa sull elettrico.
L’idea è creare un servizio rivolto in particolare a esigenze domestiche, fatta di piccoli spostamenti per brevi incombenze quotidiane. «Può essere un servizio pensato a rotazione o in compartecipazione, che mette insieme concetti non solo tratti dallo sharing, ma anche dal car pooling e dal peer-to-peer, condividendo così beni legati alla possibilità di movimento e creando così, nel futuro, dei veri e propri hub della emobility che dal building si aprano a spazi un po’ più ampi. Così sarà possibile accedere anche a residenti in condomini sprovvisti delle infrastrutture dedicate», aggiunge Meszely.
Caratteristica imprescindibile per ospitare questo servizio è lo spazio, innanzitutto. Per questo è pensabile in aree di nuova progettazione, adibite su misura per comprendere infrastrutture di ricarica e spazi comuni. Ma l’idea dell’inclusività è ben presente proprio per unire il nuovo con l’esistente. Da qui l’idea di hub della mobilità, luoghi dove saranno proposte anche forme di intermodalità territoriale. «Solo a Milano ne stanno nascendo una quarantina. Ma non vogliamo attendere l’iniziativa pubblica, intendiamo portarla avanti con quella privata».
I BENEFICI PER I CITTADINI – A oggi GaiaGo ha avviato quattro progetti pilota in Italia, di cui uno molto avanzato, inaugurato a settembre. «Il nostro scopo è far comunicare armonicamente tre settori: la mobilità tradizionale, ossia quella automobilistica; il real estate, caratterizzato dalla presenza di developer, che stanno investendo in tutta Europa; e le assicurazioni». Proprio da quest’ultimo settore è nata l’iniziativa, nella convinzione che sia l’insurance «un comparto fondamentale per accompagnare processi d’innovazione e per fornire adeguata sostenibilità economica», sottolinea il Ceo.
Per l’utente finale i benefici collegati a questo tipo di “servizio condiviso” sono molti: può contare sulla presenza di vetture e vettori che paga solo per il consumo, risparmiando tempo per gli spostamenti. La copertura assicurativa è gestita dalla stessa GaiaGo, evitando di sobbarcarsi costi. S’instaura così un senso di benessere diffuso, legato a una più elevata qualità della vita e si gettano le basi per la realizzazione effettiva di una mobilità davvero sostenibile, a misura di smart city.