Sei film e sei documentari sul cambiamento climatico, per essere più informati sull’argomento e sentirsi – finalmente – più coinvolti
Ciclicamente il cinema ripropone il tema catastrofico, provando a immaginare la fine del mondo così come lo conosciamo. E se i film che ipotizzano l’apocalisse a causa del cambiamento climatico sono forse i meno scenografici (vuoi mettere una invasione di extra-terrestri, un virus che trasforma tutti in zombie o un meteorite in rotta di collisione con la Terra?!) è anche vero che sono quelli che si avvicinano di più alla realtà (scienza più che fantascienza). Tant’è vero che il tema del cambiamento climatico e del riscaldamento globale non solo è trattato in molti film, ma anche in tantissimi documentari, che offrono varie prospettive su questa crisi globale. Abbiamo selezionato per voi una lista di film e documentari sulla crisi climatica disponibili su diverse piattaforme di streaming – come per esempio Netflix, Disney+, Amazon Prime Video, Now TV – distinti tra film narrativi e documentari.
Film narrativi sul riscaldamento globale e crisi climatica
Il cinema è in grado di emozionare e coinvolgere, ma anche di proporre temi complessi legati alla sostenibilità del nostro pianeta, come l’inquinamento, i cambiamenti climatici e l’impoverimento dei suoli, per citarne solo alcuni. Per questo, si moltiplicano le pellicole che portano all’attenzione del grande pubblico le questioni climatiche. Tra grida di allarme e messaggi di speranza, si cerca di indirizzare la discussione pubblica verso la proposta di nuovi modelli di vita sostenibile nel rispetto dell’ambiente.
Waterworld (1995)
Un film diretto da Kevin Reynolds, interpretato e coprodotto da Kevin Costner. La storia è ambientata in un nuovo Medioevo nel XXI secolo, in cui l’innalzamento delle temperature e lo scioglimento delle calotte polari ha portato al lento inghiottimento di tutti i continenti e di buona parte della popolazione. I sopravvissuti si trovano a doversi spartire piccole zone di terra e città-atollo – vivendo come selvaggi – alla ricerca di carburante e di nuove forme di alimentazione. Un fortissimo sottotesto storico-sociale che all’epoca risultava fantascientifico, oggi invece è più che mai attuale: la fantascienza distopica si è tramutata nell’amara realtà. Un colossal costosissimo che all’epoca non riscosse molto successo, ma che era molto avanti rispetto ai tempi.
The Day After Tomorrow – L’alba del giorno dopo (2004)
Diretto e sceneggiato da Roland Emmerich con Jake Gyllenhaal. Nonostante alcune critiche riguardanti le inesattezze scientifiche presenti nel film, ha ottenuto un grande successo commerciale. Attraverso una visione apocalittica, il regista mette in evidenza il conflitto tra la natura e l’uomo, sottolineando l’importanza della conservazione dell’ambiente naturale. A causa di strani avvenimenti atmosferici, un paleoclimatologo americano e il suo collega scozzese ipotizzano l’avvento di una nuova glaciazione. Il loro timori vengono confermati quando scoprono che sta per prepararsi una tempesta globale che investirà il pianeta e lo farà piombare in una nuova Era Glaciale.
Wall-E (2008)
È uno degli eco-film per ragazzi più bello e poetico. Un meraviglioso film d’animazione del sempre emozionante Andrew Stanton, maestro del cinema dell’animazione digitale: come sempre accade con i suoi film, è pensato per le nuove generazioni, ma tocca il cuore forse più degli adulti, per la sua complessità. Racconta la storia dell’ultimo robot rimasto sulla terra dopo che gli umani l’hanno abbandonata, trasformata ormai in un’immensa discarica, per vivere molli e obesi in una lussuosa astronave da crociera. Da 700 anni Wall-E continua a fare quello per cui era stato costruito: comprimere e ammassare rifiuti, ma anche riciclare, dare nuova vita a ciò che lo colpisce. Un giorno una misteriosa astronave atterra sul pianeta e il piccolo automa si innamora, dando una grande lezione di umanità.
Snowpiercer (2013)
Diretto dal regista sudcoreano premio Oscar Bong Joon-ho, questo film è tratto dal graphic novel Le Transperceneige, fumetto di fantascienza post-apocalittica, ideato da Jacques Lob e Jean-Marc Rochette. Lo stesso regista ha curato, in qualità di produttore esecutivo, anche l’omonima serie statunitense distribuita in Italia nel 2020 su Netflix. Nel 2026, il mondo è un’immensa distesa di ghiaccio a causa di un tentativo fallito di porre rimedio al surriscaldamento globale. I sopravvissuti vivono a bordo dello Snowpiercer, un treno a moto perpetuo che fa il giro del mondo e che, come da migliore tradizione, ha vagoni di testa da prima classe e quelli di coda in cui malnutrizione e povertà regnano sovrani. Il film è una potente metafora dei cambiamenti climatici e delle disuguaglianze sociali.
Geostorm (2017)
Diretto da Dean Devlin, con Gerard Butler e Ed Harris, il film è ambientato nel 2019. In seguito a una terribile serie di disastri naturali che hanno messo in serio pericolo il pianeta, i governi mondiali decidono di adottare un sistema satellitare in grado di portare sotto il controllo dell’uomo gli eventi meteorologici, mitigando quelli estremi che stanno mettendo in difficoltà l’umanità. Ma come sempre avviene nei film apocalittici, quando si cerca di controllare la natura, le cose non fanno che peggiorare fino a sfiorare la catastrofe.
Don’t Look Up (2021)
Una commedia tra i disaster movie, intelligente e graffiante, per riflettere con un sorriso… amaro. Diretto da Adam McKay, vanta un cast stellare davvero splendente (Leonardo di Caprio, Jennifer Lawrence, Meryl Streep solo per citarne alcuni) e parla di due astronomi che scoprono una cometa distruttiva in rotta di collisione con la Terra. È una cometa, ma potrebbe tranquillamente essere qualunque problema: lo spettatore assiste inerme al disinteresse dei media e dei potenti del mondo che non solo non prendono sul serio la minaccia ma, di fronte ad un pericolo davvero imminente, cercano anche di trarne profitto. Un “J’accuse” potente a chi sottovaluta le conseguenze del cambiamento climatico attraverso una satira della società di oggi, che pone alcune serie riflessioni sulle responsabilità di tutti, cittadini compresi.
Documentari su global warming e clima
Se i film, per quanto possano far riflettere, sono visti comunque come intrattenimento, i documentari fanno venire brividi che non passano alla fine della visione… questi offrono una varietà di prospettive sul cambiamento climatico – dalle sue cause e effetti devastanti, alle soluzioni possibili – basandosi su fatti reali e documentati. Guardando il lato positivo, sono risorse preziose per educare e ispirare l’azione verso un futuro più sostenibile. Qui sotto quelli che abbiamo selezionato.
An Inconvenient Truth – Una scomoda verità (2006)
Diretto da Davis Guggenheim, è un film-documentario che affronta il problema mondiale del riscaldamento globale attraverso il volto e la voce dell’ex vicepresidente degli Stati Uniti d’America, Al Gore, premio Nobel per la Pace l’anno successivo proprio per il suo impegno ambientale.
Si basa in larga parte su una presentazione multimediale Keynote creata da lui in persona e da lui utilizzata per molti anni durante la sua campagna di informazione sui cambiamenti climatici: dopo una lunga carriera politica e le delusioni della sconfitta alle presidenziali del 2001, Gore si è infatti impegnato a fondo nella lotta al riscaldamento climatico con una lunga serie di conferenze e dibattiti in tutto il mondo, divulgandone la minaccia proprio con questo suo documentario, vincitore di due Oscar.
Before the Flood – Punto di non ritorno (2016)
Un documentario sulla questione del cambiamento climatico e delle sue conseguenze prodotto e interpretato da Leonardo di Caprio, il cui impegno in difesa dell’ambiente lo ha portato spesso a utilizzare la propria figura e fama per sensibilizzare le masse sulla questione. Di Caprio discute con alcune delle personalità più influenti del pianeta – come Barack Obama, Papa Francesco, Elon Musk e altri esperti di economia ed ecologia. Attraverso immagini e video di eccezionale bellezza e forza evocativa, frutto di un viaggio durato due anni nei luoghi più colpiti dai cambiamenti climatici e dallo sfruttamento umano, di Caprio prova a comprendere il fenomeno, a spiegarne le cause e a proporre soluzioni per ridurne gli effetti, spronando il mondo politico ad una rapida presa di coscienza.
Climate Limbo (2019)
Un documentario che analizza il problema dal punto di vista dei migranti climatici, il cui numero in crescita esponenziale non basta a tirarli fuori dalla zona grigia dell’indifferenza. Le migrazioni umane sono sempre esistite, fin da quando l’homo sapiens si spostò dal continente africano per colonizzare tutto il pianeta. Ma il ritmo estremamente elevato degli attuali cambiamenti climatici sta avendo come effetto un dato allarmante: si stima che dal 2008 al 2014, 184 milioni di persone siano state costrette ad abbandonare le proprie terre a causa dei mutamenti ambientali ed entro il 2050 i migranti climatici potrebbero essere 250 milioni. È a loro che questo documentario italiano -scritto da Elena Brunello e diretto da Paolo Caselli e Francesco Ferri- vuole dare voce, sottolineando come tutti facciamo parte di un unico ecosistema, siamo tutti collegati, e non è più possibile girarsi dall’altra parte.
2040 (2019)
Molti esperti sostengono che le persone rimangano inattive o addirittura paralizzate sull’argomento, perché tutto ciò che viene raccontato è eccessivamente allarmante. Partendo da questo presupposto, “2040” vuole scuotere il pubblico, mostrandogli come ci sia la possibilità di mettere in atto dei mutamenti che cambieranno il corso della storia dell’umanità e dell’intero pianeta. Il pluripremiato regista Damon Gameau si imbarca in un viaggio per esplorare come potrebbe essere il nostro futuro nel 2040, se semplicemente decidessimo di adottare fra le soluzioni già disponibili quelle che ci consentono di migliorare il nostro pianeta. Con il contributo di autorevoli esperti in cambiamenti climatici, agricoltura e sostenibilità, 2040 delinea un percorso di cambiamento, attraverso l’adozione immediata di soluzioni sostenibili, che può condurci verso un futuro sostenibile ed equo dal punto di vista ecologico.
Kiss the Ground (2020)
In questo documentario, a firma dei registi Josh Tickell e Rebecca Harrell Tickell, con la voce narrante di Woody Harrelson, scienziati e attivisti famosi svelano i modi in cui il suolo terrestre potrebbe essere fondamentale per combattere il cambiamento climatico e preservare il pianeta. Non si parla solo di catastrofe ambientale, ma si prova a offrire una soluzione semplice e sotto gli occhi -o, meglio, sotto i piedi- di tutti. Si parte da un assunto, ovvero che i combustibili fossili non sono l’unica causa del cambiamento climatico: ogni volta che distruggiamo il suolo, rilasciamo anidride carbonica nell’atmosfera.
Sotto accusa dunque agricoltura e allevamenti intensivi, ma, sull’altra faccia della medaglia, è l’agricoltura rigenerativa la possibile soluzione al problema, attraverso la diversificazione delle colture, compostaggio, rimboscamento, allevamenti non più intensivi. Il messaggio di speranza è che così facendo il trend del riscaldamento globale si potrebbe invertire nel giro di 30 anni.
I am Greta – Una forza della natura (2020)
Non si può parlare di cambiamento climatico senza pensare a Greta Thunberg, l’attivista green più giovane al mondo: forse nessuna più di lei ha scosso gli animi sull’argomento. Questo è un documentario su di lei, più che sul clima: diretto dal regista svedese Nathan Grossman che ha seguito Greta dalla sua prima protesta fuori dal Parlamento svedese nell’agosto del 2018, descrive le tappe del suo percorso da giovane studentessa sconosciuta, a icona di un movimento globale. Un documentario che parla di questa giovane donna coraggiosa, e delle sue tante sfaccettature. Il film culmina con la decisione di Thunberg di attraversare l’Atlantico con una barca a vela da regata, nell’agosto del 2019, per parlare al Summit sul clima delle Nazioni Unite a New York (dove ha fatto il suo famoso discorso “Come osate?”).
Paola Greco