Si chiamano Eugenio in Via Di Gioia, sono tra gli otto finalisti delle Nuove Proposte del Festival di Sanremo 2020 e se ci fosse un premio per la partecipazione più sostenibile l’avrebbero già conquistato. Tanto per cominciare Eugenio Cesaro, Emanuele Via, Paolo Di Gioia e Lorenzo Federici, i quattro componenti della band nata a Torino nel 2012, sono arriverati a Sanremo usando il treno, l’autobus e infine la bicicletta. «Siamo partiti in treno da Genova e arrivati a Imperia, da lì in pullman ci siamo spostati a San Lorenzo al Mare dove abbiamo preso le biciclette e percorso gli ultimi venti chilometri su due ruote, insieme a chi ha voluto accompagnarci, il tratto da San Lorenzo al Mare a Sanremo», raccontano i quattro musicisti in gara con Tsunami. «Coerentemente con l’attenzione per l’ambiente e la sostenibilità che da sempre sono una nostra priorità – spiegano – vorremmo dimostrare che si può utilizzare la bici anche nei mesi più freddi. In Olanda, dove c’è più freddo che in Italia, vanno in bici 365 l’anno».
L’impegno per l’ambiente arriva al Festival di Sanremo
L’impegno ecosostenibile degli Eugenio in Via Di Gioia ha radici profonde. Il leader Eugenio Cesaro e il bassista Lorenzo Federici, oltre a essere musicisti, hanno studiato ecodesign al Politecnico di Torino. «È una facoltà il cui obiettivo è insegnare a progettare qualsiasi cosa, dalla sedia ai sistemi complessi. A contraddistinguerla è lo studio del riutilizzo degli scarti che, in chiave circolare, diventano altri prodotti nell’ottica di un pensiero ciclico e non più verticale», dicono proprio Eugenio, che si è fermato al triennio, e Lorenzo che, invece, ha completato anche la specialistica.
La copertina dei dischi in carta erba biodegradabile e riciclabile
Nell’ottica ciclica e nella visione ecosostenibile che li contraddistingue gli Eugenio in Via Di Gioia hanno stampato la copertina di Tsunami (Forse vi ricorderete di noi per canzoni come) in carta erba, biodegradabile e al 100% riciclabile. «L’idea ci macinava in testa da un anno o due e facendo leva sui testi io che già parlavano di ecologia è stato naturale sensibilizzare trasformando i temi delle nostre canzoni in azioni», ammettono. «Si tratta
di piccola azione con la quale ci piacerebbe comunicare che, chiunque, nel proprio piccolo può agire sostenibilmente nella vita di tutti i giorni – continuano -. La scelta naturalmente ha avuto il suo costo perché la carta erba è realizzata attraverso processi più costosi, ma ha anche un impatto ambientale molto più basso».
A Sanremo il gruppo che ripianta le foreste in Trentino
E non è tutto. In primavera gli Eugenio in Via Di Gioia pianteranno una foresta completando il percorso iniziato con il progetto di crowfunding legato alla loro canzone Lettera al Prossimo con cui, in meno di due settimane, è stato raccolto il denaro necessario per aiutare a piantare una foresta di abeti rossi. «Anche in questo caso abbiamo voluto dimostrare che con un obiettivo comune e attraverso l’impegno collettivo sia possibile ottenere grandi risultati perché sono le piccole azioni dei singoli a muovere e far fiorire nuovi ideali», sottolineano i quattro che, anche stavolta insieme ai loro fan, piantumeranno gli alberi nella Foresta di Paneveggio, conosciuta come la foresta degli abeti di risonanza degli Stradivari, danneggiata a fine ottobre 2018 dalla Tempesta Vaia.
Anche Tsunami, il brano con il quale gli Eugenio in Via Di Gioia partecipano alle Nuove Proposte di Sanremo affronta temi sociali, anche la sostenibilità. «Attraverso una serie di paradossi – spiegano – rappresentiamo bene le nostre origini di busker (abbiamo prodotto i nostri primi due dischi con due campagne di crowdfunding nel 2013 e nel 2015) e il nostro pensiero». «Per noi Sanremo è una fase di passaggio. Non vogliamo caricarci di troppe aspettative, di certo daremo il meglio di noi. Le somme le tireremo fra un anno», concludono gli autori anche di L’unico sveglio, pezzo realizzato per un progetto web di Officine Buone, già organizzatori di Special Stage, rassegna musicale permanente, realizzata da giovani musicisti negli ospedali.