Edito da Bao Publishing, il nuovo grapich novel di Jacopo Starace è un fantasy ecologico che è già stato nominato nella Sélection Eco-Fauve per i libri a tema ambientale del festival di Angoulême 2023
“Volevo narrare le avventure di esseri microscopici che si ritrovano ad avere a che fare con qualcosa di molto più grande di loro”. Così Jacopo Starace, fumettista e illustratore, parla dell’idea alla base di Essere montagna, il suo nuovo graphic novel, edito da Bao Publishing e in libreria da febbraio 2023. Il fantasy ecologico, già stato nominato nella Sélection Eco-Fauve per i libri a tema ambientale del festival di Angoulême 2023, è un testo per tutti che strizza particolarmente l’occhio agli appassionati di fumetti ma che di certo ha una forte presa su chi ha davvero a cuore il futuro del pianeta e dell’umanità.
La trama di Essere montagna, graphic novel ecologico
Al centro del graphic novel fantasy ecologico Essere montagna c’è una storia ambientata in un mondo in cui esistono gli uomini formica, umani alti appena qualche millimetro.
Anni dopo che la loro popolazione è stata decimata da una misteriosa epidemia, e che gli uomini montagna, creature quasi mitiche, gigantesche, hanno lasciato cadere sulle terre degli uomini formica una cura, ritorna la terribile malattia del bacillo.
Un tema che non può non far pensare al covid. “Questa prima idea – sottolinea Starace – l’ho avuta nell’estate del 2019, appena qualche mese prima dell’avvento del Covid. È interessante secondo me che l’idea del virus che distrugge il pianeta fosse già insita nella collettività, visto che molti autori – nella letteratura, nel cinema, nei videogiochi (come i libri dei due pensatori Bernard Henri Levy e Slavoj Zizek di cui abbiamo parlato) – avevano già immaginato e raccontato alcuni scenari catastrofici che abbiamo vissuto negli ultimi anni, ben prima che questi fatti accadessero”.
Jacopo Starace: “Mi piacerebbe essere coraggioso come Myco”
Nella storia, però, si parla di una popolazione che è ormai preda di un culto religioso basato sull’aiuto che cade dal cielo, e le scorte di antidoto si sono esaurite da tempo. “La primissima idea di Essere Montagna – spiega Starace – è stata quella di raccontare l’approccio alla malattia, scoprire dove trovare la pace ma soprattutto raccontare un viaggio verso la guarigione”. E’ qui che entra in gioco Myco, il giovane protagonista costretto dalle drammatiche circostanze a lasciare il villaggio per cercare una nuova cura alla malattia. Sfidando la morte e i divieti degli adulti, il giovane Myco lascia il suo villaggio sperando di trovare un rimedio all’epidemia mortale che è tornata.
Il ragazzo, però, troverà molto di più: il proprio senso, la propria strada, e la speranza della libertà. Un personaggio completo di cui l’autore dice “Myco è il personaggio più simile a me ma in qualche modo è anche il più distante, mi piacerebbe davvero essere coraggioso come lui. È l’emblema delle possibilità, delle nostre scelte, del nostro modo di agire e delle conseguenze che queste scelte hanno sulle persone che amiamo”.
La sensibilità ecologista alla base del fantasy Essere montagna
Con uno stile originale una storia avventurosa come un videogioco di Hideo Kojima che fa riflettere sui temi dell’inquinamento e della crisi climatica, e del ruolo dell’umanità in tutto questo. Un libro che non può non attirare chiunque abbia voglia di immergersi in un mondo fantasy e a chi volesse osservare un microcosmo naturale dal punto di vista di un piccolissimo esserino. Nonché a chi avesse interesse nell’ecologia, nel post-apocalittico e a chiunque abbia voglia di farsi venire dei dubbi.
E a chi scrive un fantasy ecologista non si può non chiedere cosa rappresenti per lui l’ecologia e come la “pratichi”. “Recentemente – dice Starace – ho sviluppato la mia sensibilità nei confronti di alcuni temi ambientali che mi hanno fatto predisporre all’azione. Primo fra tutti è l’inquinamento da plastiche, ricordo ancora la sensazione di soffocamento che ho provato la prima volta che ho visto dei rifiuti galleggiare nel mare cristallino insieme a qualche medusa. Sono stato educato fin da piccolo al rispetto dell’ambiente, ma da quel momento ho iniziato a preoccuparmi molto di più e, ad esempio, se mi trovo in spazi verdi o naturali raccolgo e differenzio la spazzatura che trovo”.
Maria Enza Giannetto