Wise Society : Edimburgo limita il consumo di carne con l’adesione al Plant Based Treaty

Edimburgo limita il consumo di carne con l’adesione al Plant Based Treaty

di Patrizia Riso
2 Marzo 2023

L’amministrazione della capitale scozzese ha aderito al Plant Based Treaty, una campagna internazionale che promuove la dieta vegetale contro la crisi climatica e in difesa del nostro ecosistema

La transizione verso una pianificazione alimentare completamente vegetale comincia dalle scuole, dalle istituzioni e dagli eventi pubblici. Lo ha deciso l’amministrazione comunale di Edimburgo con la sua adesione al Plant Based Treaty, avvenuta il 17 gennaio 2023. La decisione non arriva all’improvviso, ma è la continuazione di un percorso intrapreso da diversi anni. Quello che colpisce leggendo i documenti di adesione è la visione sistemica e di lungo termine che non si limita a dire no alla carne, ma include la difesa della biodiversità cittadina e la necessità di permettere che una dieta sana sia davvero accessibile per tutti, aldilà delle differenze sociali ed economiche.

Edimburgo

Foto di Cameron Gibson su Unsplash

Cosa è il Plant Based Treaty

È una iniziativa sociale progettata per mettere la produzione del cibo che consumiamo in prima linea nel contrasto alla crisi climatica. Il trattato vuole proteggere gli ecosistemi dall’inquinamento causato dagli allevamenti mettendo i prodotti vegetali al centro della nostra alimentazione. La campagna, che si è ispirata al Fossil Fuel Treaty, è portata avanti da oltre 1000 organizzazioni, quasi 2000 aziende e oltre 75.000 persone. C’è poi un numero apparentemente minore ma altamente impattante. Sono 20 le città che hanno già aderito alla campagna. Prima di Edimburgo, se ne contano 15 in India, 1 in Turchia, 2 negli Stati Uniti, 1 nel Regno Unito.

Perché allora l’adesione di Edimburgo ha fatto così tanto scalpore? Probabilmente, deduzione di chi scrive, perché si tratta della prima capitale europea a farlo. Come al solito, se il fatto è più vicino a noi e riguarda qualcosa di conosciuto, ci coinvolge di più e ottiene più risonanza.

Cosa comporta praticamente la decisione di Edimburgo

Logo di Plant Based Treaty

Immagine: Plant Based Treaty

Rispetto all’operato comunale, questo significa che non saranno concesse autorizzazioni per l’utilizzo di terra per allevamenti intensivi di animali, deforestazione o altre attività che indeboliscono gli ecosistemi. Il consiglio comunale di Edimburgo quindi vuole fermare la costruzione di nuovi allevamenti animali e di macelli e l’ampliamento di quelli esistenti.

Ma la decisione dell’amministrazione della città di Edimburgo non si limita a porre dei divieti. La scelta è di agire per una transizione da una dieta a base di carne animale a un sistema nutrizionale basato sulle colture vegetali. In altre parole, l’adesione al Plant Based Treaty della città vuole rendere il cibo sostenibile una priorità nelle scelte cittadine.

Il ruolo della politica nella difesa climatica

La decisione di Edimburgo, assieme a quella delle altre città che hanno già aderito, ha effetti pratici locali ma assume un valore politico, sociale ed economico globale perché dimostra che le istituzioni locali possono prendere atto della crisi climatica e agire di conseguenza.  Il consiglio comunale si è impegnato a far diventare la città a emissioni zero entro il 2030.

Quella che sembra una notizia è in realtà il proseguimento di un percorso intrapreso da tempo. Nel 2019, Il consiglio comunale di Edimburgo ha pubblicato il piano d’azione per la biodiversità e nel 2021 il documento Growing Locally, Edinburgh’s Food Growing Strategy 2021 – 2026 che delinea una strategia di approvvigionamento locale con l’obiettivo di produrre più cibo in città, far crescere il consumo di cibo locale, sviluppare la consapevolezza e la partecipazione rispetto alla produzione di cibo sostenibile. La strategia è dettagliata e comprende diversi casi studio e decisioni effettive. Tra queste, riportiamo che il Consiglio cittadino faceva già parte della Soil Association’s Food Served Here Good, un sistema di certificazione che si impegna a servire nelle scuole cibo di buona qualità, locale, sostenibile e organico.

Quanto incide la produzione di cibo sulla crisi climatica

Guardando queste decisioni nel loro complesso, è evidente che si tratta di un approccio ambientale, economico e sociale basato su una visione chiara di come vivere bene nell’ecosistema, non a sue spese.

Secondo l’ultimo rapporto Climate Change 2022, Mitigation of Climate Change, pubblicato ad aprile 2022 dall’IPCC, International Panel for Climate Change, il 42% delle emissioni mondiali di gas serra viene dalla produzione di cibo, soprattutto dagli allevamenti intensivi di animali. Coerentemente a questo dato globale, nella strategia sulla produzione di cibo sostenibile di Edimburgo, si chiarisce che uno dei motivi di questa decisione è proprio il peso della filiera agroalimentare sulla crisi climatica. Ecco i dati riportati:

  • Il cibo che mangiamo contribuisce al 30% della produzione di gas serra nel Regno Unito.
  • Un terzo del cibo che produciamo viene sprecato.
  • Più di metà delle emissioni dell’industria alimentare viene da attività non agricole: consumo, confezionamento e trasporto.

Anche se si tratta di un piccolo centro urbano con una ridotta attività agricola, il sistema di approvvigionamento alimentare di Edimburgo può dare un contributo significativo alla riduzione di emissioni urbane di gas serra.

Allevamento intensivo di Maiali

Foto Shutterstock

Patrizia Riso

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