Wise Society : Donne, riprendiamoci la vita!

Donne, riprendiamoci la vita!

di di Gea Scancarello
24 Maggio 2010

La scrittrice e sceneggiatrice Barbara Alberti nel suo ultimo libro traccia la condizione della donna, costretta a rincorrere la bellezza di plastica perché "così fan tutti" Dimenticando che esiste un fascino autentico. E che la vecchiaia, oggi più libera e più tonica, è una grande occasione

A sessantasette anni compiuti da poco, Barbara Alberti – scrittrice, giornalista e sceneggiatrice tra le più prolifiche dei nostri tempi – non rinuncia a provocare. Lo fa con l’intelligenza e l’acume di chi non ha nulla da rincorrere, ma anzi parecchio da offrire. Per esempio uno sguardo impietoso sulla donna di oggi, come tratteggiata nel suo ultimo libro Riprendetevi la faccia (Mondadori): un ritratto divertente e ironico, che ha il grosso merito di fare luce sull’enorme equivoco delle donne vittime della società, costrette a rincorrere la bellezza perché “così fan tutte”. Chirurgica e spietata, Barbara Alberti ci mette in faccia tutte le nostre colpe, ma suggerisce per fortuna anche qualche rimedio per risalire la china.  

Cover del libro, Riprendetevi la faccia

Cover del libro, “Riprendetevi la faccia”

Perché le donne sentono il bisogno di essere belle fino alla vecchiaia? È un bisogno interno o indotto? 

L’eterna gioventù è il più antico desiderio umano, la mitologia greca ne è piena. Allora potevano concederla gli dèi, adesso il primo chirurgo che passa. La condizione umana è dura da mandar giù, nessuno vorrebbe invecchiare né morire. Ma questo è il gioco. Oggi sembrare più giovani non è un bisogno, è un ricatto. È una spinta al materialismo più inappagante, perché è un’illusione. Una donna con un po’ di buon senso (basta quello!) sa benissimo che la vecchiaia è una grande occasione. La mia generazione è molto fortunata rispetto a quella dei genitori e nonni. Siamo vecchi mobili, siamo vecchi tonici, siamo vecchi liberi. Ma la pubblicità ci vende questa truffa dell’eterna gioventù e noi ci caschiamo, e ci vergogniamo del tempo, ovvero di noi, e per non essere vecchi diventiamo mostri. Non c’è fine alla truffa: se il Presidente del Consiglio ha osato in campagna elettorale promettere che “sconfiggerà il cancro in tre anni”, e la maggioranza lo ha votato, vuol dire che la nostra voluttà di farci imbrogliare è infinita. Il massimo valore culturale oggi è il masochismo. 

 

Quale mancanza profonda è mascherata dall’estetica? 

Il disprezzo di sé. L’aver dimenticato che esiste il fascino, che è nostro e di nessun altro. Un egoismo senza godimento. E un segno di schiavitù. Demandiamo ad altri, chiediamo che scelgano per noi. L’età, il modello, la misura delle tette.  

 

Qual è il ruolo della società? 

Quello di Vanna Marchi. Scarceratela! Perché deve stare in galera solo lei, e gli altri, i distruttori di personalità, i negatori delle stagioni, i fabbricanti di bambole dell’orrore, tutti a piede libero? 

 

Come siamo passati dal femminismo alla tendenza a trasformarci in plastica? 

Allontanandoci da noi stessi. Gli stimoli vengono tutti dall’esterno. Siamo passivi. Siamo falsi. Siamo disperati. Concita De Gregorio – direttrice dell’Unità – ha detto: “Ci vuole una rivoluzione culturale”. Cominciare a respingere tutto ciò che ci fa complici di una congiura contro la dignità (la vita). Ritrovarci.  

 

Dovremmo educare gli uomini perché smettano di aspettarsi da noi l’impossibile?

Gli uomini non si aspettano niente, seguono il mercato. Pecorelle, come noi. Dovremmo educare noi stesse, ricordarci chi siamo. 

 

Quali sono le caratteristiche che l’uomo apprezza in una donna? 

Che somigli a un trans. Che la sua femminilità sia esagerata e quindi inattendibile (parlo dei trans prima maniera, oggi molte transgender sono delle signore sommesse, eleganti, come non sappiamo più essere noi donne).

 

Cosa consiglia per un invecchiamento felice? 

L’ho scritto anche nella copertina del libro: “Siate nonne a 15 anni, fidanzate a 80, ma non siate mai quello che gli altri vogliono”. 

donna nel riflesso

Foto di Luis Machado/Unsplash

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