Wise Society : Cosmesi biologica, una giungla nella quale ci si può smarrire

Cosmesi biologica, una giungla nella quale ci si può smarrire

di Mariella Caruso
13 Ottobre 2015

Non esiste uno standard europeo o nazionale di riferimento per la certificazione. Ognuno fa da sé e al consumatore non resta che leggere l'etichetta

Cosmesi biologica questa sconosciuta. Strano a dirsi, ma in una società che tende sempre più a scelte orientate all’ecologico e al biologico, la cosmesi fa storia a sé. Nel senso che la cosmesi biologica, intesa nell’accezione più ampia del termine comprendente anche i prodotti per la pulizia personale, esiste e il mercato è in crescita, ma per il consumatore è difficile orientarsi. Il motivo è nascosto nelle pieghe delle norme che regolano il rilascio della certificazione, o meglio dell’assenza di una normativa che stabilisce cosa significhi biologico nell’ambito della cosmesi.

Cosmesi biologica

Foto di engin akyurt / Unsplash

Cosmesi biologica e certificazioni

«La cosmesi è fuori dal campo di applicazione del Regolamento europeo del biologico – spiega il presidente di Federbio, Paolo Carnemolla -. Quando si parla di certificazione biologica per la cosmesi il riferimento è a sistemi di certificazione e controllo che autodefiniscono le proprie regole». Ciò significa che quando si acquista un prodotto certificato di cosmesi biologica, la certificazione è rilasciata a livello privatistico da un ente che ha stabilito i propri standard ai quali il produttore ha deciso di uniformarsi. Va da sé che ogni ente certificatore decide quali sono le caratteristiche di un cosmetico biologico e, quindi, due prodotti biologici potrebbero, pur essendo entrambi bio, avere parametri diversi di definizione.

«Non è un bene poter utilizzare lo stesso termine bio per prodotti dagli standard non univoci – continua Carnemolla -. Si tratta di un “buco” nella normativa sul regolamento europeo che è protettivo solo per i prodotti dell’alimentazione. Sarebbe un passo avanti, per esempio, estendere la certificazione bio a prodotti cosmetici di prevalente origine agricola. Un esempio potrebbe essere quello dell’olio di lavanda già certificato bio che è certificabile solo se destinato a uso alimentare, ma non se lo stesso prodotto è avviato a uso cosmetico».

Cosmetici biologici e naturali: qual è la differenza?

C’è differenza tra cosmetici biologici e naturali. I primi sono quelli realizzati con estratti vegetali di piante da coltivazione biologica e dalla lavorazione dovrebbero essere esclusi elementi di sintesi e ogm. I secondi, quelli naturali, sono ottenuti da sostanze naturali, sono senza conservanti, non possono contenere derivati dal petrolio e utilizzare sostanze di origine chimica, ma solo ingredienti di origine vegetale e animale. Anche le confezioni devono essere realizzate in materiale riciclabile.

Gli enti di certificazione

Attualmente sono quattro gli enti di certificazione della cosmesi biologica in Italia – Ccpb, Agricert, Icea ed Ecogruppo -, ma da parte loro non esiste alcun interesse a lavorare per la stesura di un disciplinare comune che possa aiutare il consumatore nella scelta. «Così restando le cose, nell’assenza di una normativa nazionale o europea di riferimento – dice Fabrizio Piva, presidente di Ccpb – si rischia di creare delle situazioni di mercato non omogenee perché rischiamo di avere un prodotto con su scritto “biologico”, ma non siamo in grado di capire fino a che punto esso lo sia realmente».

Attenzione agli inganni

Donna che guarda cosmetici

Image by iStock

 Non essendoci regole di sorta l’inganno può annidarsi in ogni scaffale. Molte aziende, infatti, sapendo dell’attenzione crescente dei consumatori cercano di indurre all’acquisto utilizzando nel packaging o nel nome del prodotto riferimenti che possono ingannare: per esempio la parola “bio” che non ha alcun valore se non accompagnata da una certificazione, seppur su base volontaria.

Guardare sempre l’Inci

Il consiglio, così come per ogni altro tipo di acquisto, quindi è quello di controllare i componenti di ogni cosmetico che sono elencati nell’Inci (l’elenco di sostanze presente sull’etichetta) di ogni confezione e ricordare che le sostanze devono essere indicate in ordine decrescente: la prima sostanza è quella utilizzata in misura maggiore e si continua così fino all’ultima. Per orientarsi tra i componenti, non sempre conosciuti, invece è possibile ricorrere on line al biodizionario che elenca in ordine alfabetico i più comuni (e non solo) tra quelli utilizzati per la produzione di cosmetici tradizionali, biologici o naturali che siano.


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