La corsa agli armamenti è più forte che mai. I trasferimenti internazionali di armi mostrano un eloquente dinamismo, come segnala il SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute) ente internazionale e storico: dal 1950 fornisce report e statistiche sul tema. Seppure in leggero calo (-4,6% tra il 2012-16 e il 2017-21), aumentano però le importazioni in Europa, Asia orientale e Oceania. Proprio nel nostro continente si registra la più grande crescita di import di armi nel mondo. L’Italia, già nella top ten mondiale di export di settore, è tra i Paesi che registrano un saldo positivo: le esportazioni di armi made in Italy nel 2017-21 sono state superiori del 16% rispetto al 2012-16. Nel più recente quinquennio considerato, l’export italiano ha rappresentato il 3,1% del totale globale.
I dati del SIPRI riflettono il volume delle consegne di armi, non il valore finanziario degli accordi. Tuttavia, sulla base dei dati e informazioni forniti da molti Paesi esportatori l’Istituto stima in almeno 118 miliardi di dollari il valore totale del commercio mondiale di armi nel 2019, ultimo dato utile.
Corsa agli armamenti: le vendite di armi continuano a crescere
Oggi le cronache ci riportano echi di guerra sempre più forti. Eppure nel mondo la corsa agli armamenti non si è mai affievolito. Lo scorso dicembre, lo stesso SIPRI ha fatto sapere che le vendite di armi delle 100 principali aziende di armi continuano a crescere, pur in piena pandemia. Le vendite di armi e servizi militari delle 100 maggiori aziende del settore hanno totalizzato 531 miliardi di dollari nel 2020, con un aumento dell’1,3% in termini reali rispetto all’anno precedente.
Si arriva poi al 14 marzo, con l’ultimo aggiornamento relativo ai trasferimenti internazionali di armi. Seppure si sia registrato un leggero calo tra il 2012-16 e il 2017-21 (-4,6%), l’export di armi da parte di Stati Uniti e Francia sono aumentati notevolmente, così come le importazioni verso gli stati dell’Europa (+19%), dell’Asia orientale (+20%) e dell’Oceania (+59%). Lo stesso Stockholm International Peace Research Institute evidenzia che l’aumento “o il mantenimento di alti tassi di importazioni di armi in luoghi come Europa, Asia orientale, Oceania e Medio Oriente hanno contribuito a preoccupanti accumuli di armi”.
L’Europa importa sempre più armi
Proprio il nostro continente registra la più grande crescita nelle importazioni di armi tra le regioni del mondo. Nel 2017-21 le importazioni di armi importanti da parte degli Stati europei sono state superiori del 19% a quelle del 2012-16 e hanno rappresentato il 13% dei trasferimenti globali di armi. Regno Unito, Norvegia e Paesi Bassi si sono distinti quali i maggiori importatori di armi in Europa. “Anche altri Stati europei dovrebbero aumentare le loro importazioni di armi in modo significativo nel prossimo decennio, avendo recentemente piazzato grandi ordini di armi importanti, in particolare aerei da combattimento dagli Stati Uniti”, segnala il SIPRI.
L’Ucraina non è il Paese più dinamico, come invece si sarebbe portati a credere. Lo stesso Istituto segnala che, nonostante il conflitto armato in Ucraina orientale per tutto il 2017-21, “le importazioni di armi importanti del paese nel periodo sono state molto limitate”.
Una costante – che ha invece a che fare col difficile momento che stiamo vivendo – si registra invece nei rapporti non certo positivi tra Europa e Russia. Essi sono il risultato di un grave deterioramento delle relazioni tra la maggior parte dei Paesi europei e il più vasto Stato del mondo, presieduto da Vladimir Putin. Anzi, proprio questo peggioramento dei rapporti viene considerato il principale fattore di crescita della corsa agli armamenti e dell’import di armi nel continente.
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Cosa accade in Asia e in Medio Oriente
Se in Europa sono le tensioni con l’ex URSS a portare alla corsa agli armamenti, in Asia i cattivi rapporti tra la Cina e molti Stati asiatici e dell’Oceania (+59%) costituiscono il principale traino per l’accresciuto import di armi nel continente. In particolare, va evidenziato il forte incremento (+62%) che fa registrare l’Australia, sempre nel confronto tra 2012-16 e il 2017-21.
Se gli Stati Uniti rimangono il più grande fornitore di armi dell’Asia e dell’Oceania, motivato dal fatto che l’export di armi è “un elemento importante della politica estera statunitense rivolta alla Cina”, segnalano gli analisti SIPRI, c’è anche da registrare il calo di importazioni dell’India (-21%), tra i due quinquenni considerati. Tuttavia, il Paese indiano è il più grande importatore a livello globale e sta pianificando acquisizioni armi su larga scala nei prossimi anni da diversi fornitori.
E la Cina? Nel 2017-21 rappresenta il quarto più grande esportatore di armi, pur con una flessione dell’export (-31%) tra il 2012-16 e il più recente quinquennio considerato. Nel Medio Oriente, le importazioni di armi si sono stabilizzate nel 2017-21, ma ci sono Paesi in netta controtendenza. Il più significativo è l’Arabia Saudita – il secondo più grande importatore di armi al mondo – che ha registrato un incremento del 27% tra il 2012-16 e il 2017-21. Ancora più sensibile è la crescita in Qatar, dove l’import di armi ha fatto segnare un esorbitante +227%, facendolo passare dal 22° al 6° più grande importatore di armi. Gli Emirati Arabi Uniti si segnala in forte decremento (-41%) nel confronto tra i due quinquenni. Tuttavia questo e gli altri due Paesi medio-orientali, insieme al Kuwait hanno piazzato grandi ordini per le principali armi previste per la consegna nei prossimi anni.
La corsa agli armamenti e l’export: la crescita USA, il calo della Russia e i numeri dell’Italia
Stati Uniti e Russia si fronteggiano anche nell’export delle armi, rappresentando i due più importanti Paesi nel mondo. Nel caso degli USA, le esportazioni sono in sensibile aumento nel confronto tra 2012-16 e 2017-21: +14%. Nel più recente lustro le esportazioni americane sono state più del doppio (+108%) di quelle della Russia, ovvero il secondo maggiore esportatore mondiale. A contribuire al migliore dato degli States è il dato riguardante il Medio Oriente, dove si registra il 43% dei trasferimenti di armi USA e in particolare in Arabia Saudita (+106%).
La Russia, che rappresentava il 19% di tutte le esportazioni di armi importanti nel 2017-21, ha visto le sue esportazioni ridursi del 26% tra il 2012-16 e il 2017-21. La causa più evidente è la diminuzione della richiesta da parte di India e Vietnam. “Tuttavia, diverse grandi consegne di armi dalla Russia all’India sono previste nei prossimi anni”, segnala SIPRI.
In Europa si registra il positivo andamento come esportatore della Francia, che ha rappresentato l’11% dell’export globale di armi nel quinquennio più recente considerato, posizionandosi così sul podio mondiale quale terzo maggiore esportatore. La Francia ha registrato un +59% nelle esportazioni di armi tra il 2012-16 e il 2017-21.
Se la Germania, pur piazzandosi al quinto posto al mondo per la vendita di armi all’estero, ha fatto segnare una seria flessione (-19%) nell’ultimo quinquennio, l’Italia invece fa segnare un +16% rispetto al 2016-2020. Il nostro Paese, che risultava al decimo posto nella top ten dei più importanti Paesi esportatori globali di armi secondo il SIPRI Yearbook 2021, col 2,2% nel 2016-2020, oggi conta su una quota più alta (3,1%) sul totale globale nel 2017-21.
Andrea Ballocchi