Quasi mai quello che è urgente è anche importante. Eppure confondiamo spesso le due cose e ciò genera stress e insoddisfazione. Ecco come possiamo evitarlo...
A che punto siamo? Quando finirà? Quando torneremo alla normalità? Cosa accomuna queste domande e qual è l’oggetto delle stesse? Semplice: il tempo. Nella chiusura forzata causata dal Coronavirus e nella fase appena iniziata di graduale riapertura di case e luoghi di lavoro, le domande dei più insistono sul concetto di tempo e sulla sua valutazione in termini quantitativi.
Eppure, il tempo è anche altro. Se volessimo prendere a prestito le lezioni tramandate dalla filosofia greca, potremmo dire che il tempo è Kronos, ovvero lo scorrere del tempo e la temporizzazione degli eventi, e Kairos, ovvero la qualità del tempo vissuto, che è soggettiva e indefinita.
Una nuova gestione del tempo: la differenza tra Kronos a Kairos
Non bisogna andare troppo lontano per capire la differenza tra Kronos e Kairos, bastano due strofe della famosa canzone di Jovanotti “Non m’annoio”: tempo, quando stai bene lui va via come un lampo… quando ti annoi un attimo sembra eterno il paradiso può diventare inferno.
Ecco la prima importante differenza tra Kronos e Kairos, quantità e qualità.
Oggi stiamo vivendo una triste e ci auguriamo irripetibile situazione, abbiamo modificato la nostra percezione del tempo e, se quello quantitativo è scadenzato da lunghe giornate in casa con brevi fuoriuscite per la spesa o per i bisogni del cane (ma solo per coloro che ne hanno), il tempo qualitativo diventa fondamentale per farci stare bene, insieme ai nostri famigliari, conviventi o anche da soli.
Non esistono regole da seguire ma, soprattutto in quarantena, come pure nella fase di graduale riapertura che abbiamo appena iniziato, è fondamentale adattare il tempo alle nostre aspettative e a i nostri bisogni: sta a noi, insomma, rendere il tempo “Kronos” o “Kairos”.
Perché tutti noi, nessuno escluso, abbiamo 1.440 minuti a disposizione, ogni giorno per tutta la vita e se ne usiamo circa 1/3 per dormire, come utilizziamo i restanti 2/3? Lavoro, viaggi, cene, aperitivi, lettura, sport, hobby, riposo o quanto altro riempia le nostre giornate dovrebbe renderci felici prima di andare a dormire.
Questo è un passaggio importante nella gestione del tempo: facciamo ciò che ci piace o solo quello che dobbiamo fare?
Gestire correttamente il tempo per imparare a essere felici
Cosa possiamo fare per essere felici? Non sempre è possibile fare ciò che vogliamo e non è detto che fare ciò che vogliamo ci renda pienamente soddisfatti. Ad esempio, in alcune persone è prioritario fare del bene per gli altri: solidarietà e altruismo rendono felici e appagano nonostante le rinunce e gli sforzi anche fisici ai quali sono sottoposti. Per queste persone il tempo è Kairos e non lo misurano in minuti, ore o settimane, ma in sorrisi e grazie.
Quindi, come essere felici grazie a una nuova gestione del tempo? Sebbene una risposta precisa a questa domanda non esista, ci sono diversi modi di affrontare le giornate e la situazione di chiusura che siamo obbligati a vivere a causa del Coronavirus.
Proviamo a condividerne alcuni e magari troveremo quello che meglio si adatta alle nostre esigenze e/o desideri. Identificando le vere priorità scopriremo che spesso, non sempre, abbiamo dato importanza a cose che non ne avevano, altre volte abbiamo fatto il nostro dovere senza riconoscimento e altre volte ancora scopriremo che abbiamo sprecato molto tempo in attività lontane dalle nostre passioni. Questo periodo forzato di clausura e quello che, se tutto va bene, ci attenderà ancora nelle prossime settimane, anche se in maniera meno stringente, impone nuovi ritmi e nuove regole d’ingaggio.
Allunghiamo le nostre giornate se le viviamo solo in termini di Kronos? Ma sono sempre 1.440 i minuti che abbiamo a disposizione nella giornata, gli stessi che potrebbero rivelarsi piacevoli e divertenti se riuscissimo a trasformarli in Kairos.
Possiamo fare bene l’esercizio fisico anche a casa, possiamo leggere, cucinare, parlare con i nostri cari e giocare con i figli, quante volte lo abbiamo fatto prima di questa emergenza?
Il tempo ritrovato: quando il tempo diventa Kairos
Stiamo forzatamente recuperando del tempo per conoscere, approfondire e per arricchirci. In ufficio dobbiamo lavorare e non sarebbero consentite altre attività. Ligi al nostro dovere facciamo quello che ci viene detto e solo se siamo fortunati quello che facciamo è anche la nostra passione. In ufficio tante persone, forse troppe, guardano l’orologio desiderando la pausa caffè, il pranzo e la fine della giornata, questo non è Kairos, questa è una misurazione del tempo senza piacere.
Poiché il tempo è finito, è uguale per tutti, è giusto per coloro che lo sanno usare, è poco solo per coloro che lo sprecano e si lamentano, diventa utile imparare a distinguere l’urgenza dall’importanza.
La differenza tra urgenza e importanza
L’urgenza produce stress (ne abbiamo già parlato in un altro articolo), quasi mai ciò che è urgente è anche importante, evitiamo così di andare in crisi, crisi che si produce quando urgenza e importanza sono molto elevate.
L’importanza della puntualità
Nella gestione del tempo possiamo evidenziare altri aspetti molto importanti. Un esempio è la puntualità, ovvero una forma di rispetto verso noi stessi e verso gli altri. Tant’è vero che le aziende che non sapranno essere puntuali andranno in crisi (vedi Alitalia o FFSS).
Come imparare a gestire il tempo in modo efficace
A volte può essere utile usare semplici schemi per aiutarci a organizzare bene le nostre giornate e il nostro tempo. Uno schema ci aiuta a valutare quanto tempo impieghiamo nelle attività, attività che possono essere variate e modificate in relazione alle singole esperienze o esigenze.
Se troveremo il giusto equilibrio tra quanto possiamo, dobbiamo, vogliamo o desideriamo fare, allora avremo un corretto Kronos e un piacevole Kairos.
Siamo noi a decidere come passare il nostro tempo: siamo costretti a fare scelte e solo i risultati ottenuti ci diranno se abbiamo impegnato bene i nostri 1.440 minuti che ogni giorno, come un timer, scandiranno la nostra vita.
Gianluca Ferrauto, coach e consulente per la formazione comportamentale, docente alla RM Moda e Design di Milano