Wise Society : Coaching: Il buon senso è una qualità innata o che si può apprendere?

Coaching: Il buon senso è una qualità innata o che si può apprendere?

di Gianluca Ferrauto, coach e consulente per la formazione comportamentale*
8 Settembre 2020

Il Covid-19 può essere un'opportunità unica per migliorare nella nostra capacità di prendere decisioni adeguate alla nuova realtà che siamo chiamati a vivere. A patto che...

Finito il lockdown, passate le vacanze per la maggior parte degli italiani è ripreso il lavoro, tutti cercano di tornare alla normalità o forse meglio dire alla nuova normalità che, tuttavia, non si è ancora normalizzata. I contagi d’altronde continuano ad esserci e in trend negativo (cioè salgono mantenendosi stabili sopra i mille al giorno), continuiamo ad usare le mascherine (quasi tutti), evitiamo contatti fisici o assembramenti e le limitazioni sanitarie ci impongono comportamenti che avevamo dimenticato o speravamo di poter dimenticare durante l’estate dimenticandoci tutti (politici e cittadini) in realtà, di usare il buon senso.

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Foto: Javier Allegue Barros / Unsplash

Una questione di buon senso per l’autunno “caldo” che ci attende

Intanto è utile interrogarsi sul significato del termine buon senso. Molte le definizioni, e tutte molto valide. Si va da “la capacità di comportarsi con saggezza e senso della misura, attenendosi a criteri di opportunità generalmente condivisi” dello Zingarelli alla “Valutazione equilibrata di persone e fatti; saggezza applicata alla vita quotidiana” del Corriere, passando per la “Capacità naturale, istintiva, di giudicare rettamente, soprattutto in vista delle necessità pratiche” della Treccani e la “Capacità naturale dell’individuo di valutare e distinguere il logico dall’illogico, l’opportuno dall’inopportuno, e di comportarsi in modo giusto, saggio ed equilibrato, in funzione dei risultati pratici da conseguire” secondo la definizione coniata da Repubblica.

Definizioni che inevitabilmente ci interrogano sul modo in cui stiamo affrontando la situazione eccezionale generata dall’emergenza Covid-19 che ci ha travolti inaspettatamente e nostro malgrado, e che, ancor più, pongono diversi interrogativi su quali siano i comportamenti più adatti da porre in essere nei prossimi, cruciali, giorni, settimane e mesi.

Buon senso, qualità innata o che si può apprendere?

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Gianluca Ferrauto, coach e consulente per la formazione comportamentale e docente alla RM Moda e Design di Milano

In sostanza le varie definizioni segnalano che il buon senso è una capacità dell’essere umano e come tale la si può apprendere; per i più talentuosi sarà in parte già acquisita, ma con l’esperienza tutti possono migliorarla.

Vero, ma l’esperienza tra le sue tante definizioni (conoscenza diretta, acquisita con l’osservazione o la pratica, di una determinata sfera della realtà) potrebbe sembrare in contrasto con l’avere buon senso, perché fondamentalmente è l’errore, lo sbaglio, che produce esperienza, negativa ma pur sempre utile a migliorarsi.

La nostra esperienza cresce e si arricchisce anche dei nostri sbagli, infatti, ma se abbiamo sbagliato forse non abbiamo usato buon senso e questo ci blocca o ci rallenta nel percorso di crescita. Nel film Professione assassino, con Jason Statham, non proprio un capolavoro che resterà nella storia del cinema, viene detta una frase che sintetizza quanto sopra: “Il buonsenso viene dall’esperienza, anche se l’esperienza la fai quando non hai buonsenso”.

Il buon senso si costruisce sull’esperienza, quindi sugli errori che commettiamo

Le nostre esperienze sono univoche, appartengono a noi e solo a noi, ma per fare esperienza ci affidiamo spesso ai pareri o ai consigli degli altri, di coloro che riteniamo meritevoli e che definiamo come persone di esperienza. Le persone che hanno esperienza non è detto, però, che siano in automatico anche persone di buon senso.

Nel lavoro, per esempio, l’esperienza è molto utile, mentre il buon senso potrebbe addirittura condizionare negativamente alcune scelte. Gli imprenditori illuminati, come i più visionari degli ultimi decenni, non sembra siano stati anche persone di buon senso. Lo stesso può valere per i politici, così anche per molti cittadini comuni. Il problema nasce quando il buon senso incrocia il senso comune perché, come diceva Manzoni, “il buon senso c’era, ma se ne stava nascosto per paura del senso comune”.

Buon senso, senso comune e il coraggio di andare controcorrente

L’espressione “senso comune” può però generare confusione se la si considera come un sinonimo di “buon senso”, quando in effetti nei due comportamenti ispirati da quei principi vi è una diversa valenza. In sostanza non usiamo il buon senso se in contrasto con il senso comune.

Non è una bella immagine, perché diamo ragione e seguito alla maggioranza senza dare attenzione alle nostre idee, ai nostri principi, e dunque ci allineiamo passivamente alla maggioranza offuscando la nostra personalità. Andare talvolta contro il senso comune, come nel caso degli imprenditori illuminati o dei politici visionari, può generare innovazione e vero cambiamento. 

Futuro, Covid-19 e l’importanza di crescere tutti nel buon senso

Il Covid-19 ha cambiato tutti i programmi, ha chiuso tante porte e distrutto i sogni di molte persone, ma il buon senso non è infettato e non è infettabile. Una delle frasi del presidente del Consiglio Giuseppe Conte rimaste più impresse nella nostra mente (“Ci affidiamo al buon senso degli italiani”), per quanto corretta e stimolante nel suo contenuto, non è molto adeguata alla luce proprio del discorso del buon senso: non lo era certamente durante il lockdown e non lo è stata ancora di più dal momento in cui esso è finito. 

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I popoli hanno bisogno di guide chiare, di esempi positivi e di persone di buon senso oltre che competenti e oneste. Ne abbiamo bisogno per vivere meglio, per avere sane relazioni e per poterci definire un popolo civile e pronto ad affrontare le sfide del futuro. La strada è a senso unico e il buon senso è l’indirizzo da seguire. Ecco perché è di fondamentale importanza crescere, come individui in primis, e di conseguenza come società, in tal senso.

*Gianluca Ferrauto, coach e consulente per la formazione comportamentale e docente alla RM Moda e Design di Milano

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