Una trasferta di lavoro può diventare una mini vacanza: una tendenza molto amata dai millennials che sta prendendo piede sempre di più nel mondo del turismo
È una delle tendenze di viaggio più attuali del momento: il “bleisure”, ovvero il viaggio di lavoro che si trasforma, almeno in parte, in unavacanza. Un mood misto, fra impegno e lavoro, che riassume molti desideri del mondo di oggi. Conciliare vita privata e lavoro nel migliore dei modi, “abbattere” virtualmente le pareti dell’ufficio per lavorare bene anche fuori, magari in un paese straniero o comunque a centinaia di chilometri dall’azienda, non perdere neanche un’occasione per esplorare posti nuovi.
Ecco perché il bleisure è un trend tutto da scoprire perché può insegnarci a trasformare la classica (e spesso noiosa) trasferta lavorativa in un’esperienza inedita e piacevole.
Il bleisure piace sempre di più
I dati parlano chiaro: esploso negli ultimi anni, il bleisure piace sempre di più, tanto che oggi, di fronte a un 64% di viaggiatori tradizionali, quelli “bleisure” arrivano addirittura all’87%. Ma cosa vuol dire bleisure? Il termine deriva dall’unione di due termini inglesi business, affari e leisure, piacere. E mai definizione fu più appropriata.
Il viaggio bleisure, infatti, parte come un classico viaggio di lavoro: 2 o 3 giorni fuori azienda per concludere affari, esplorare possibilità commerciali, incontrare clienti o seguire corsi di aggiornamento e conferenze. A questa parte “lavorativa”, però, nel bleisure si aggiunge però anche un’anima di puro svago: qualche altro giorno in aggiunta a quelli stabiliti, di solito il weekend, per conoscere meglio il luogo dove si è arrivati e uscire dall’hotel per andare alla scoperta di spiagge, ristoranti, monumenti e attrazioni.
Una strategia per raggiungere il work-life balance
Per molti esperti il bleisure rivela molto anche di un’altra esigenza sempre più sentita, quella del work-life balance, ovvero un migliore equilibrio fra vita privata e lavoro. Dopo aver sperimentato lo smart working, rimanere legati solo all’ufficio, alle regole rigide, agli orari è diventato limitante. Oggi l’ideale è valorizzarsi nel lavoro ma non solo in questo, lasciando il giusto spazio al relax e alla vita privata. E allora cosa meglio del bleisure in cui dovere & piacere convivono senza scontrarsi?
Chi lo preferisce
Il bleisure piace ai giovani: secondo le ricerche di settore il bleisure è molto popolare fra i millennials mentre la percentuale scende fra i viaggiatori della Generazione X e fra i Boomers. Il Bleisure, che viene chiamato anche Bizcation (da business e vacation), in realtà offre più di un lato positivo. Il primo è senz’altro l’abbattimento dei costi della vacanza: gli spostamenti in treno o aereo, che spesso sono lo “zoccolo duro” delle spese di viaggio, sono già pagati dall’azienda e così anche una parte del soggiorno in hotel. A questo punto basta integrare il costo delle poche notti in più in albergo e il gioco è fatto. Va aggiunto anche che spesso le aziende offrono la possibilità di portare con sé marito, moglie, fidanzata/o o un accompagnatore, quindi la camera è già per due persone.
È vantaggioso per tutti
Il bleisure è vantaggioso non solo per chi “allunga” in modo piacevole il viaggio di lavoro. Ci guadagnano per primi gli hotel tradizionalmente destinati ai viaggi di lavoro: i viaggiatori bleisure difficilmente si spostano dal primo alloggio, anche se non l’hanno scelto loro, piuttosto ne fanno una comoda base per spostarsi nei dintorni. Ne traggono vantaggio anche le piccole realtà locali: chi viaggia bleisure va a provare ristorantini e locali o a fare shopping nei negozietti del posto.
Il viaggio di lavoro, se prevede una “coda” divertente è vantaggioso anche per le aziende che mandano in trasferta i dipendenti: è meno noioso e dirigenti e impiegati tornano più volentieri anche in località dove sono già stati più volte, c’è tempo per nuove idee e anche il team building e la collaborazione e l’affiatamento fra dipendenti migliorano.
Un’opportunità in più per i nomadi digitali
Il bleisure è una sfumatura del “lavoro da remoto” o del nomadismo digitale. Le persone che fanno bleisure spesso partono già con pc e smartphone al seguito e quindi proseguire il lavoro in spiaggia o nella natura diventa spontaneo. Questa modalità di viaggiare diventa così un buon incentivo per la digitalizzazione dei posti un po’ più remoti (borghi, paesini costieri) che per diventare appetibili devono munirsi di wi-fi e connessioni stabili.
Cosa fare durante il bleisure
Anche se parte come un viaggio di lavoro, una trasferta può diventare l’occasione per una full immersion nella natura: spiagge, boschi, puntate nelle località di turismo sportivo sono infatti al top della lista delle cose da fare. Senza contare che stare a contatto con la natura può essere un ottimo modo per fare un po’ di sano digital detox, soprattutto dopo giornate lavorative intense.
Non manca neanche il lato culturale: un viaggio di questo tipo può essere il momento perfetto per visitare con occhi da turista una città dove ci rechiamo spesso per lavoro e visitare monumenti, piazze, musei mai notati prima. Infine un soggiorno bleisure, soprattutto, nelle date giuste può essere l’occasione per andare a un concerto, a uno spettacolo teatrale o a un festival. Meno impegnativi ma sempre piacevoli, non mancano neanche i momenti da trascorrere in un ristorante particolare, in una spa o nelle vie dello shopping locale.
Tantissime le esperienze da fare
Alcune agenzie specializzate offrono ai viaggiatori bleisure e alle loro aziende anche experience più strutturate (in questo caso già pagate dall’azienda). Anche qui le possibilità sono moltissime: di solito l’azienda sceglie quelle che possono essere più utlili per rafforzare il team building dei dipendenti o per approfondire lati legati al lavoro.
Si va quindi dalla visita alle piccole realtà artigiane (una cantina, un laboratorio di sartoria…) alle gare sportive, dal trekking, alle passeggiate a cavallo (anche in notturna) per arrivare alle cooking class e ai laboratori di pittura o ceramica in cui far emergere talenti e risorse che, chissà, possono rivelarsi utili anche tornati in ufficio.
Lucia Fino