La mobilità sostenibile in Italia è una realtà possibile e sempre più accessibile, anche grazie alla tecnologia. Grazie ai dati, anzi ai Big Data, si stanno ponendo le basi per realizzare il primo “Atlante della Mobilità dolce in Italia”. È il frutto della collaborazione tra RFI e A.Mo.Do (Alleanza per la Mobilità Dolce), sviluppato sull’enorme volume di dati, preziosi per mettere in relazione stazioni ferroviarie, ciclovie, cammini, sentieri e greenways con il patrimonio storico, artistico e naturalistico presente su tutto il territorio nazionale. L’iniziativa è promossa da Rete Ferroviaria Italiana e dalle 29 associazioni che compongono l’Alleanza per la Mobilità Dolce per contribuire alla mobilità slow e incentivare il turismo sostenibile.
L’Atlante della mobilità dolce per promuovere il turismo slow in Italia
“Atlante della Mobilità dolce in Italia” è un progetto che intende mettere a sistema buona parte dell’immenso patrimonio italiano dedicato a chi ama il turismo lento.
Quanto ricca sia la proposta della mobilità sostenibile nel nostro paese ce lo dicono gli stessi numeri espressi dal patrimonio nazionale: oltre agli 83 cammini d’Italia, distribuiti su 24.280 km, (42 dei quali verranno inseriti nell’Atlante) non mancano neanche i sentieri, 7200 km del CAI e quasi 5000 dei sentieri europei FIE.
Alla buona notizia che aiuterà a mettere a sistema le informazioni e le conoscenze sulle infrastrutture per la mobilità dolce in Italia e sulle destinazioni se ne aggiunge un’altra. La Conferenza Stato-Regioni lo scorso marzo ha dato il via libera al Decreto ministeriale che dà attuazione alla Legge 128/29017, definendo una lista di 26 tratte ferroviarie per uso turistico. Tali linee potranno tornare in servizio o essere maggiormente utilizzate. Gestite da RFI o da ferrovie regionali, si trovano in zone di particolare pregio paesaggistico, culturale e ambientale.
Un patrimonio da digitalizzare
L’Atlante conterrà, tra l’altro: 18mila km di ciclovie e greenways; oltre 3mila stazioni ferroviarie; quasi 900 borghi italiani; 55 siti Patrimonio UNESCO. Inoltre vanno considerate le 1656 aree protette. Alcuni di questi tesori storico-artistici, naturalistici e paesaggistici possono essere raggiunti mediante la rete ferroviaria, coordinandosi poi in bici o a piedi. Il legame tra le stazioni con le greenway e ciclovie è molto stretto: il 60% delle infrastrutture di sosta ferroviaria sorge nel raggio di 5 km da una greenway o una ciclovia, rendendo così agevole la possibilità di mobilità sostenibile intermodale.
Viaggiare in treno permette inoltre di avvicinarsi a molti dei cammini: il 41% delle stazioni, infatti, sorge nel raggio di 3 km da almeno un cammino.
Le stesse stazioni spesso appartengono a linee di interesse paesaggistico: un terzo del totale ne fanno parte. Va poi considerato che 50 linee ferroviarie attive sono caratterizzate da una elevata qualità del paesaggio attraversato, visibile direttamente dal finestrino del treno. “Sono le tratte che passano nel raggio di 300 metri da aree naturali protette, siti Unesco, usi del suolo ad elevata naturalità, o nel raggio di 100 metri dalla linea di costa”.
Gli obiettivi dell’Atlante della Mobilità Dolce
Il progetto dell’Atlante, che si concluderà nel 2024, ha diversi obiettivi. Il primo è mettere a sistema le informazioni e le conoscenze sulle infrastrutture per la mobilità dolce – e intelligente – in Italia, costituite da cammini, greenways e ciclovie, ferrovie turistiche, e sulle destinazioni, sotto forma di comuni virtuosi, città slow, bandiere arancioni, parchi, siti Unesco.
Un altro obiettivo è di identificare, attraverso tecniche di analisi spaziale, le possibili sinergie tra le componenti del sistema, ovvero infrastrutture e destinazioni, realizzando uno strumento dinamico di orientamento delle scelte e di supporto alle decisioni.
Terza finalità è ipotizzare forme di sviluppo e promozione di un Sistema Integrato della Mobilità Dolce. Infine, intende individuare le stazioni ferroviarie HUB della Mobilità Dolce.
L’Atlante, come detto, sarà il frutto del protocollo d’intesa tra RFI e A.Mo.Do. che intende permettere di condividere banche dati geo referite su infrastrutture e destinazioni, e creare una piattaforma comune basata sui informativi GIS (Geographic Information System). A questo proposito saranno create mappe tematiche di analisi e un Rapporto sulla mobilità dolce.
L’obiettivo è chiaro: favorire, grazie all’uso accorto dei Big Data, la possibilità di coordinare al meglio le opportunità connesse alla mobilità sostenibile in Italia con il turismo lento. Opportunità che a livello economico e occupazionale sono fonte di grande interesse: la sola bike economy, ossia l’economia che gravita attorno alla bicicletta, solo in termini di cicloturismo muove ogni anno oltre 50 miliardi di euro in Europa.
Andrea Ballocchi