Tutte le giostre del parco "Ai Pioppi" sono costruite a mano con materiali di riciclo: ad alimentarle la forza di gravità e la fatica umana
Ci sono due carrelli posti due rotaie che, grazie alla pendenza e alla forza di gravità, si trasformano in due bob. C’è anche una gabbia, dal cui interno, pedalando, è possibile arrivare in alto per poi lanciarsi in un vorticoso giro della morte. E poi ci sono le campane, gli scivoli, le catenelle, le gabbie, la rulliera e persino l’Uomo vitruviano. Quello che si trova immerso nei boschi di Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso, è un parco giochi in piena regola con tante attrazioni degne dei più grandi luna park.
Eppure in questo grande parco nessun gioco viene azionato utilizzando l’energia elettrica. Il Parco giochi Ai Pioppi, dal nome dell’osteria accanto alla quale si trova, è stato costruito, nell’arco di 45 anni da Bruno Ferrin, proprietario insieme con la moglie Marisa del punto di ristorazione. Più di quaranta giostre, ad oggi, che funzionano grazie alla forza di gravità e alla forza motrice dei “passeggeri”. Giostre che non inquinano e che sono inserite in modo totalmente ecosostenibile nel bosco in cui si trovano. E soprattutto, giostre completamente hand-made che Bruno Ferrin ha costruito tutto da solo, utilizzando materiale di riciclo reperito qua e là e puntando tutto sulla sua passione per il fai da te e per il riuso.
La storia del Parco giochi Ai Pioppi è intimamente legata a quella del ristorante, o meglio, dalla baracca di lamiera in mezzo al bosco, dove il 15 giugno 1969 cominciò l’avventura di Bruno e Marisa che avevano deciso di vendere vino e salsicce. E proprio dai ganci per le salsicce nasce la passione di Bruno per il fai-da-te. Ferrin, infatti – come racconta in un video di Fabrica che dal 2012 ha fatto conoscere anche in giro per il mondo la storia del Parco – aveva chiesto al fabbro del paese se potesse prepararglieli e questi rispose di non avere tempo per fare piccole cose e che se voleva poteva farseli da sé con la saldatrice.
Detto fatto. Bruno Ferrin scoprì in quell’occasione il piacere del lavoro manuale. Un piacere che, dopo la costruzione e l’ampliamento dell’osteria, l’ha portato a dedicarsi, anima e corpo alle sue attrazioni del Parco nel bosco. All’inizio, l’idea era quella di mettere solo due altalene per i più piccoli, ma Ferrin ci ha preso gusto e dalle altalene è arrivato agli scivoli e alle vere e proprie giostre che normalmente, nei luna park, vengono azionate da motori e interruttori. Ai Pioppi invece è tutto affidato al divertimento e alla “fatica” di chi vuole trascorrere una giornata all’aria aperta e a stretto contatto con la natura, mettendo anche un po’ alla prova la propria forza fisica. Per divertirsi, infatti, basta fare un po’ di sana attività fisica, dopo aver, ovviamente consumato all’osteria che è la conditio sine qua non per poter accedere al parco giochi: gratuito, ma solo per i clienti.