Tutti lo vogliono. Soprattutto gli uomini del Pentagono che l’hanno aspettato invano l’11 giugno alla conferenza sul giornalismo investigativo a Las Vegas. È l’australiano Julian Assange, giornalista e attivista di internet, classe 1971 e fondatore del sito Wikileaks, una sorta di Wikipedia di informazioni riservate, da fonti rigorosamente anonime, che “portano alla luce comportamenti non etici di governi e aziende”. Dopo il video con l’attacco Usa a Bagdad del 2007 che costò la vita a 12 civili, il Dipartimento di Stato americano teme per altri 260 mila fascicoli top secret consegnati nelle mani di Assange dall’analista di spionaggio militare Bradley Manning. Assange ha giustificato l’assenza a Las Vegas perché non si sente più sicuro. Ora non si sa neppure dove si trovi: il top secret è diventato lui, perché la libertà d’informazione che viaggia in rete può far paura. Molta paura. (ecoista)
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