Il Covid ci ha insegnato che aerare gli ambienti chiusi può ridurre nettamente la possibilità di essere contagiati. Ma abitazioni, posti di lavoro e luoghi pubblici nascondono anche moltissime altre insidie, che possono avere gravi conseguenze sulla nostra salute. Parliamo di inquinamento indoor, una piaga che fa sempre più vittime nel mondo, con Pier Mannuccio Mannucci, uno dei massimi esperti italiani in materia
Negli ultimi tempi, a causa l’emergenza sanitaria da Covid-19, abbiamo tutti imparato che uno degli strumenti più efficaci per combattere il diffondersi del virus negli ambienti chiusi è areare il più possibile i locali in cui abitiamo o che frequentiamo per lavoro o altre necessità. Quando non c’è ricambio d’aria, è dimostrato, in presenza di una persona positiva al virus, le probabilità che questi possa contagiare altri individui è molto elevata. Ma gli ambienti chiusi, al di là della tragica contingenza attuale legata al nuovo Coronavirus, nascondono altre moltissime insidie, ai più sconosciute, ma che possono generare non pochi problemi di salute, con conseguenze anche mortali. Con Pier Mannuccio Mannucci, professore emerito di Medicina Interna presso l’Università Statale di Milano e membro del Comitato Scientifico di Fondazione Umberto Veronesi, uno dei massimi esperti in Italia della materia, parliamo di inquinamento indoor. Delle conseguenze che può avere sulla nostra salute, dalle semplici allergie a problemi molto seri, tumori compresi, e soprattutto dei modi che abbiamo a nostra disposizione per capire se gli ambienti in cui viviamo sono salubri o meno e degli strumenti che abbiamo per difenderci.
Professor Mannucci, spieghiamo brevemente che cos’è l’inquinamento indoor e perché, per le conseguenze che può avere sulla salute, non deve essere affatto sottovalutato…
Si sa che dei nove milioni di persone che ogni anno, nel mondo, muoiono per via dell’inquinamento, almeno la metà è legato all’inquinamento indoor e si crede erroneamente che sia un problema solo dei paesi in via di sviluppo, che usano dei combustibili fossili inadeguati per cucinare o riscaldarsi. In realtà è un problema anche nostro, tenendo conto che la popolazione anche dei paesi occidentali trascorre l’80% del tempo in ambienti chiusi. Non parliamo soltanto di abitazioni, ma anche dei posti di lavoro, delle palestre, delle scuole o dei mezzi di trasporto. Nel nostro Paese non si distingue bene la percentuale dell’inquinamento interno ed esterno, ma sappiamo che ci sono circa 90.000 morti che si potrebbero evitare, ogni anno, per inquinamento. Si può calcolare che almeno 25-30% delle morti per inquinamento sono legati all’inquinamento indoor.
Quali i maggiori pericoli e le possibili conseguenze sulla salute delle persone?
È importante ricordare la famosa Sindrome dell’edificio malato (Sick building syndrome), ossia quegli edifici che per risparmiare energia sono stati praticamente sigillati e dove si riscontrano problemi di allergie (soprattutto nei bambini) e di asma, il problema del bruciore agli occhi o quella tosse permanente data dall’irritazione del faringe, affaticamento, mal di testa e disturbo dell’attenzione.
Questi rischi riguardano da vicino anche i più piccoli…
Vi è uno studio effettuato dal Cnr di Palermo sull’importante ruolo svolto dal traffico, soprattutto pesante, nel provocare effetti negativi sulla salute respiratoria e/o allergica di bambini e adolescenti. È stato dimostrato che i bambini che risiedono e vanno a scuola in zone ricche di verde hanno migliori risultati scolastici. Non dobbiamo dimenticare che i bambini più piccoli sono maggiormente soggetti all’asma e allo sviluppo di infezioni respiratorie e la presenza di aree verdi svolge un ruolo protettivo.
Quali sono le fonti più rilevanti di inquinamento indoor nelle case?
Le sostanze legate al mantenimento della casa, come la formaldeide che è la tossina più comune presente nell’aria degli ambienti chiusi. La formaldeide è presente in molte sostanze che usiamo per la casa come le colle per pavimenti, moquette, pannelli di legno truciolato, arredamenti e rivestimenti plastici e poi è liberata dai fornelli a gas e anche in parte quelli elettrici e non dobbiamo dimenticare che è presente nel fumo di tabacco, come del resto è presente il benzene. Non dobbiamo dimenticare l’ammoniaca e la trielina che sono presenti spesso nei prodotti che usiamo per la pulizia della casa. Purtroppo le fotocopiatrici, stampanti e computer emettono xilene e toluene e quindi fondamentale è areare i locali.
Le stanze più a rischio?
Le stanze che danno sulle strade trafficate, i sotterranei, i seminterrati dove si può accumulare il radon, un gas che può causare almeno il 20% dei tumori al polmone e che viene dal terreno anche attraverso delle piccole fessure e che si può accumulare negli ambienti. La ventilazione è la miglior soluzione per eliminare questo gas. Non dobbiamo dimenticare di evitare di avere un alto tasso di umidità in casa (la percentuale ideale è pari al 40-50%) per escludere il crearsi di sostanze come le muffe e gli inquinanti pericolosi.
Che consigli possiamo dare per ridurre queste fonti di inquinamento?
Evitare di fumare in casa (anche sul terrazzo, poiché quando il fumatore rientra in casa porta all’interno anche gli inquinanti), cercare di usare per la pulizia della casa sostanze non tossiche, ossia acqua e sapone, poiché la maggior parte dei detergenti contengono sostanze nocive. Evitare i profumatori d’aria e candele profumate perché contengono benzene e formaldeide. Non accendere forni a legna e ovviamente carbone, pellet, caminetti e fuochi in casa, e ricordare che quando si cucina è buona norma areare sempre l’ambiente. Bisogna stare attenti ai materiali da costruzione che possono liberare soprattutto formaldeide, che è un inquinante e un cancerogeno e stare attenti anche ai tipi di riscaldamento usati. La ventilazione è fondamentale ma bisogna tenere conto dell’ambiente esterno ed è consigliato tenere aperte le finestre negli orari meno trafficati e quindi alla mattina presto.
Ci sono degli strumenti in grado di misurare l’inquinamento indoor?
È necessario rivolgersi all’Arpa della propria Regione o all’Istituto di Radioprotezione Enea che forniscono un contatore per misurare i livelli di radon, da tenere in casa per almeno un anno e che registra le variazioni del gas. Una volta riconsegnato si ottiene una risposta per un’eventuale bonifica degli ambienti.
Fra i vari strumenti a disposizione per migliorare la qualità dell’aria, i purificatori d’aria. Sono davvero efficaci?
I purificatori d’aria servono, ma sono molto costosi e purtroppo non tutti se li possono permettere. Indubbiamente l’elevata qualità, data dall’elevato costo, di questi strumenti garantisce anche una maggiore efficacia nel risultato.
Ci sono poi lampade “ammazza” virus. Ne vengono reclamizzate ad esempio alcune efficaci anche contro il Covid-19. Cosa ne pensa?
Probabilmente sono utili per uccidere il virus, ma producono ozono che è in inquinante assente in casa poiché viene prodotto all’esterno. Ovviamente tutto dipende anche dall’uso eccessivo che viene fatto di queste lampade “ammazza” virus.
Anche il verde e in particolare alcune piante possono essere utili per contrastare l’inquinamento indoor?
Vi sono delle piante molto utili per l’aria che respiriamo e che si possono mettere in cucina o anche in camera da letto come la felce (molto efficace soprattutto per l’assorbimento della formaldeide), la dracena, l’aloe (produce ossigeno e assorbe anidride carbonica), il Ficus benjamina (assorbe il 40% della formaldeide, del benzene e del fumo di sigaretta), la Poinsettia o Stella di Natale (assorbe soprattutto il benzene) e lo Spathiphyllum (rimuove l’acetone e il metanolo).
Come Fondazione Umberto Veronesi siete molto impegnati sul fronte dell’inquinamento indoor…
Fondazione, da anni ormai, ha deciso di affrontare l’importante nesso tra inquinamento e malattie, con un focus molto importante sui tumori. Sono stati organizzati numerosi convegni e incontri gratuiti per la popolazione civile per spiegare ancora una volta che le sostanze presenti nell’ambiente influiscono sulla nostra salute: l’esposizione a sostanze inquinanti è causa di quasi un quarto dei decessi al mondo, una parte dei quali dovuti ai tumori. La scienza gioca un ruolo fondamentale per valutare e comprendere le emergenze ambientali, riconoscere le sostanze pericolose, prevedere i loro effetti e solo un approccio alla conoscenza rigoroso e coraggioso può dare alle persone informazioni corrette e permettere di fare quanto possibile per vivere in un ambiente più sano.
A questo argomento avete anche dedicato un manuale gratuito che è possibile scaricare online.
Tra gli impegni di Fondazione vi è anche la corretta divulgazione, ed ecco quindi la realizzazione di un manuale, scaricabile gratuitamente sul sito della Fondazione, che affronta i criteri utilizzati per stabilire i rapporti tra i cosiddetti fattori di rischio, l’incidenza e la prevalenza delle malattie. All’interno sono poi analizzati, con un focus sulle malattie oncologiche, i numeri di inquinanti potenzialmente o sicuramente carcinogeni, con analisi particolari anche su contesti meno noti come l’ambiente agricolo e la catena alimentare. Per giungere, nell’ultima parte, a un’analisi comprensiva e dettagliata dei principali e drammatici casi di inquinamento che hanno occupato e tuttora occupano la cronaca nel nostro Paese.
Inquinamento indoor e Covid-19: cosa sappiamo?
È risaputo che l’inquinamento agisce negativamente su vari organi, soprattutto il polmone, e se vi è in corso un’infezione l’inquinamento indoor può solo peggiorare lo stato di salute dell’individuo. In questo momento più che mai vi è la necessità di areare i locali, soprattutto se vi sono molte persone che parlano come ad esempio gli uffici, le scuole e ovviamente le abitazioni. Bisogna mantenere un maggiore distanziamento e diminuire il numero delle persone presenti in una stessa stanza.
>> LEGGI ANCHE >>>Inquinamento indoor: se il nemico si nasconde dentro casa<<<
Vincenzo Petraglia