Secondo la cronobiologia la sera è il momento migliore per fare sport. Lo afferma anche un maratoneta d'eccezione. Che suggerisce come allenarsi al meglio
Piedi, polmoni e soprattutto cervello. Sono i tre ingredienti fondamentali per essere un buon maratoneta. Perché, come diceva il grande atleta Emil Zatopek, se desideri vincere qualcosa puoi correre i 100 metri. Se vuoi goderti una vera esperienza corri una maratona. Un invito che hanno accolto in molti, soprattutto in questi ultimi anni. Ma maratoneti si nasce o si diventa? Certo, non ci si improvvisa: podisti in erba, corridori esperti e runner amatoriali sanno quanto è indispensabile una buona preparazione atletica. La cronobiologia, scienza medica che studia i ritmi dell’organismo, può essere utile. Perchè ci aiuta a capire quando è il momento ideale per fare sport. Su questo argomento abbiamo chiesto qualche consiglio a Orlando Pizzolato, famoso che vanta un palmares d’eccezione, tra cui spicca la doppia vittoria alla Maratona di New York nel 1984 e 1985.
La cronobiologia ha identificato due tipologie, i gufi e le allodole. Lei si sente più gufo o allodola?
Senza dubbio allodola: mi sveglio spontaneamente sempre prima delle 5 e 30 e un quarto d’ora più tardi sono a correre. La sera vado a dormire presto, indicativamente alle 9 e 30 e quindi riposo otto ore. Questa abitudine ha radici nella mia adolescenza: le mie giornate iniziavano sempre prima delle cinque del mattino perché andavo ad aiutare mio zio panettiere. Quando gareggiavo da professionista sostenevo due allenamenti al giorno e inevitabilmente mi veniva naturale correre appena sveglio.
La corsa però non guarda in faccia a gufi e ad allodole. Qual è il momento migliore per fare sport?
Il rendimento migliore è il tardo pomeriggio: al mattino risulta particolarmente gravoso sostenere sforzi elevati.
Come atleta ha avuto la possibilità di gareggiare in diversi posti. Quanto le è pesato il fuso orario?
Sono un atleta abitudinario e il cambio di ambiente e di orari condiziona la mia efficienza fisica. Pertanto, per favorire un buon adattamento psicofisico, quando facevo le gare mi recavo sul posto con una settimana circa di anticipo. Nonostante ciò mi adeguavo con fatica ai ritmi di vita di altri Paesi. Per affrontare e sostenere gli impegni che mi venivano richiesti dividevo la giornata in due parti, intervallate da un riposo di due ore circa nel pomeriggio.
Il suo libro Correre secondo Orlando Pizzolato è diventato un punto di riferimento per chi vuole correre. Diamo qualche consiglio agli atleti amatoriali.
La regola principale è allenarsi con regolarità e costanza; non è certo facile rispettare un piano di allenamento perché in genere ci si allena nel tempo libero ritagliato tra i vari impegni quotidiani. Ritengo che la soluzione migliore per rispettare il piano di allenamento, e non perdere una piacevole corsa, sia svolgere la seduta prima di colazione. Soddisfatti per l’esercizio, ci si potrà dedicare alle varie attività quotidiane senza l’assillo di trovare il tempo per andare a correre.