"Solo informando e sensibilizzando i cittadini si può arrivare ad un cambio dei loro comportamenti"
Norbert Lantschner fondatore (e presidente fino al 2012) dell’Agenzia Casaclima di Bolzano che ideò la certificazione energetica per gli edifici poi diffusasi in tutta Italia, ha da poco creato la fondazione Climabita nata con l’intento di promuovere un sistema sociale sostenibile ed equo.
Wisesociety.it lo ha incontrato durante il lancio dell’etichetta EcoLife, il nuovo marchio di sostenibilità edilizia per edifici prefabbricati in legno che avvicina aziende produttrici e consumatori e che garantisce la qualità e la sostenibilità.
Gli edifici da soli sono responsabili del 40% del consumo totale dell’energia? Come si è arrivati a questo punto?
La gran parte degli edifici è stata costruita nel Dopoguerra in un periodo in cui c’era grande necessità di costruire nuove abitazioni e quando il costo dell’energia era quasi zero. In quel periodo si costruirono condomini fatti con un po’ di laterizio e un po’ di intonaco e in cantina veniva sistemata quella famosa bestia alimentata dapprima a olio combustibile poi a gasolio e poi convertita al gas naturale che era la caldaia e che reggeva i vari climi con un grande input energetico. Non era un problema fino a quando non avvenne il primo terremoto economico a seguito di Suez e della prima crisi del petrolio. Lì ci svegliammo capendo i problemi che generava la dipendenza dal petrolio e proprio in quegli anni nacquero le prime iniziative legate al risparmio energetico: l’Italia nel 1976 emanò le prime leggi sul risparmio energetico per le costruzioni, un primo passo per contenere i consumi energetici seguito poi dalla legge 10 nel 1991. Ma in gran parte del paese milioni e milioni di abitazioni sono state costruite tra gli anni ‘50 e ‘80. Edifici ancora oggi funzionali che devono essere risanati.
Ma come si può superare questa situazione?
Serve un enorme sforzo, un masterplan per trasformare l’edilizia con stanziamenti economici straordinari anche nei confronti dell’utente finale che gli permettano di prefinanziare un intervento di risanamento. Il tempo è poco, i costi delle fonti energetiche tradizionali sono destinate a salire ulteriormente nei prossimi anni e il clima – a causa delle emissioni prodotte anche delle case – peggiora. Un piano in grado di azzerare i consumi e le emissioni ma che sarebbe anche un veicolo utile per il traino dell’economia dato che creerebbe migliaia e migliaia di posti di lavoro.
Il legno in edilizia può essere considerato il materiale del futuro che può permettere un salto di qualità?
Il legno ha una favolosa caratteristica: è un materiale che ricresce. In Europa il capitale boschivo sta crescendo per cui noi possiamo vivere con gli interessi di questo capitale senza intaccarlo. Una crescita sostenibile, infatti, non potrebbe basarsi sul consumo dei boschi. L’input energetico che mi serve per arrivare al legno è molto minore rispetto ad altri materiali come per esempio l’acciaio, il laterizio, il cemento. Ciò non significa che andiamo a sostituire tutti i materiali con il legno. Ci vuole però un giusto equilibrio nelle varie scelte e nelle valutazioni calcolando anche il ciclo di vita del materiale. Una casa ancora prima di abitarla ha già creato un impatto ambientale e ha già consumato energia. Per questo ritengo noi dobbiamo fare in modo di ridurre entrambi.
Voi con la vostra fondazione Climabita avete creato un sigillo di garanzia – EcoLife – per garantire l’utente finale
Con questo sigillo EcoLife individuiamo i criteri principali che esprimono la sostenibilità, l’ecocompatibilità e la salubrità di una costruzione proprio per offrire un orientamento al cittadino che la sta comprando basato sulla valutazione di alcuni parametri come il costo d’acquisto, il benessere, i costi di gestione, la parte acustica, etc.
Ecco, noi diamo un valore a tutti questi elementi per permettere di gestire questa nuova qualità progettuale. Il sigillo non si basa solo sull’analisi del progetto sulla carta ma anche sulla verifica del cantiere dove ci sono delle prove finali per la valutazione e dove si misurano per esempio la tenuta dell’aria e la qualità dell’aria.
L’Alto Adige anche nel campo della sostenibilità abitativa è all’avanguardia. Tanti sono i casi virtuosi di aziende specializzate in questo campo e la costruzione di edifici in legno si sta diffondendo sempre di più. Ciò è dovuto solo al fatto che la provincia autonoma possiede una maggiore autonomia amministrativa e maggiori competenze oppure ci sono altre ragioni?
C’è sicuramente una maggiore predisposizione da parte della gente a queste tematiche ma bisogna creare un’adeguata cultura dei cittadini sensibilizzandoli e informandoli per poterli portare sulla strada del cambio dei propri comportamenti. Con l’Agenzia Casaclima abbiamo dimostrato come con un marchio si riesca a descrivere la qualità energetica di un edificio. Oggi puntiamo anche sulla qualità ambientale.
Per fare ciò occorre partire dal basso, dall’avvicinamento agli attori coinvolti che sono i progettisti, i consumatori, le aziende. Serve perciò una struttura indipendente con credibilità e con la capacità di essere neutrale. Purtroppo lo stato quando prende in mano questo genere di cose diventa una gigantesca burocrazia con i principi che vengono persi lungo la strada. Ecco perché è necessario un ente terzo di livello privato. E in Alto Adige abbiamo dimostrato che può funzionare.
Siamo ancora in tempo per lasciare alle generazioni future un pianeta più sostenibile?
Bisogna far aprire gli occhi su che cosa sta accadendo su scala mondiale. L’energia è il grande tema, la produzione di olio combustibile tradizionale da molti anni è in calo. Stiamo utilizzando più carbone perché costa di meno ma è più inquinante. La società del domani deve ridurre prima di tutto l’impronta energetica che genera una maggior qualità ambientale. Dobbiamo declinare le nostre conoscenze in tutti i settori partendo dall’edilizia (che cosa comporta la casa che ha un vetro semplice come serramento anziché uno isolante?), dal trasporto, dal cibo (che cosa comporta all’ambiente la bistecca che metto nel piatto?) e abbiamo bisogno di una maggiore informazione che deve portarci ad una maggior consapevolezza. Le leggi non bastano perché subentrano sempre con una certa lentezza.