Wise Society : Moisés Naím: «Così tiranni vecchi e nuovi minacciano il pianeta e le nostre vite»
Wise Incontri

Moisés Naím: «Così tiranni vecchi e nuovi minacciano il pianeta e le nostre vite»

di Vincenzo Petraglia
9 Gennaio 2023

Il grande esperto di politica internazionale, autore dell'interessante libro "Il tempo dei tiranni. Populisti, falsi, feroci: storia di Putin, Erdoğan e di tutti gli altri", ci spiega cosa attenderci nel futuro prossimo e quali le nuove insidie per il genere umano

Il 2022 è stato un anno molto complicato a livello globale fra pandemia, guerra in Ucraina, problemi energetici e nuovi equilibri sullo scacchiere internazionale, inflazione galoppante che sta determinando sempre maggiori povertà, anche nelle fasce della popolazione che fino a qualche tempo fa navigava a livello economico in acque piuttosto tranquille. Molti di questi problemi sono legati a quanto sta accadendo a due passi da casa nostra, in Ucraina, una situazione determinata dall’aggressione ad opera della Russia di Putin. Una realtà che non è l’unica a essere così esplosiva. Si pensi soltanto a tutti i Paesi nel mondo sconvolti da guerre e oppressioni perpetrate da tiranni incuranti di ogni norma di diritto internazionale e di difesa delle libertà degli individui (Iran e Corea in primis, ma l’elenco purtroppo è davvero lungo!).

Ma cosa dobbiamo attenderci per l’anno appena cominciato? La situazione migliorerà o nuovi tiranni si prenderanno la scena internazionale alimentando nuovi conflitti e persecuzioni? Lo abbiamo chiesto a Moisés Naím, conosciuto in occasione dell’ultima edizione de I Dialoghi di Trani: scrittore e giornalista di fama internazionale, autore di svariati libri, membro dell’International Economics Program del Carnegie Endowment for International Peace, ex ministro dell’Economia del Venezuela ed executive director della Banca mondiale, oltre che grande esperto di politica internazionale, tanto che l’ex Segretario di Stato americano Madeleine Albright lo ha definito “uno dei pensatori politici più interessanti e originali al mondo”. Autore non a caso di un interessantissimo libro edito da Feltrinelli: Il tempo dei tiranni. Populisti, falsi, feroci: storia di Putin, Erdoğan e di tutti gli altri.

moises naim

Moisés Naím (foto: Courtesy I Dialoghi di Trani).

Il potere non è cambiato ma il modo in cui viene conquistato ed esercitato si è trasformato. In che modo e con quali conseguenze?

Le più recenti tecnologie e i complessi scenari politici contemporanei hanno portato a un nuovo modo di prendere il potere: al posto di usare generali, soldati e aerei, i tiranni dei giorni nostri utilizzano le elezioni “truccate”. Pandemia, ascesa della Cina, crisi del 2009, guerra: mentre noi siamo stati distratti da tutte questi problemi, la libertà e la democrazia sono state minate, perché molti tiranni hanno vinto regolarmente le elezioni, non con la forza dei carri armati, ma attraverso la persuasione derivante dal populismo, agendo in maniera molto efficace per nascondere il loro assalto alla democrazia, penetrando nelle strutture della democrazia e svuotandola dal di dentro.

Siamo di fronte a una nuova razza di autocrati, più insidiosi e più difficili da combattere, perché molti di essi sono “invisibili”, nel senso che non ci si rende conto realmente di che pasta sono fatti e quali sono i loro reali scopi. La guerra di Putin ci ha aperto gli occhi su come funzionano questi meccanismi, anche all’esterno di un Paese, per esempio attraverso la montagna di soldi distribuita in giro per il mondo per condizionare le elezioni all’estero ed operare l’assalto alla democrazia globale.

Lei nel suo libro riguardo i tiranni parla nello specifico di tre “P”. Ci spieghi meglio…

Le tre “P” stanno per populismo, lavorando cioè sulle paure e le insicurezze delle persone e facendo promesse che si sa non si potranno mai mantenere; polarizzazione, vale a dire puntando su frammentazione culturale e su disparità economiche; infine, post-verità, che altro non è che la vecchia propaganda: quindi tutta la disinformazione, le fake news prodotte dai regimi, facilitate da Internet e dai social media, che tutti noi utilizziamo.

manifestazione pro ucraina contro Putin

Non solo Putin. I tiranni nel mondo sono molti e mettono a repentaglio i delicati equilibri globali.

Perché i tiranni fanno breccia nel cuore delle persone?

Il carisma dei dittatori è cambiato: prima dicevano “ho i carri armati, le armi, i soldati”, oggi si mettono al microfono come delle pop star, per avere il tifo della gente. In passato, anche se non erano simpatici alla gente, esercitavano il loro potere; oggi, invece, la gente è molto più esposta e vulnerabile alla manipolazione di questi leader, per le ragioni di cui dicevo poco fa. L’incantesimo dell’uomo forte, che ti protegge dalle minacce esterne, dal diverso, considerate l’epoca di grande confusione ed ansia che viviamo e le grandi difficoltà socioeconomiche dei giorni nostri, riesce ad attecchire attualmente molto di più fra le persone. 

Quali sono i rischi più grandi per il nostro futuro e cosa possiamo fare?

Un ruolo fondamentale lo occupano la scuola, le università, l’informazione, di cui gli autocrati hanno molta paura. Il loro potere cresce nella mistificazione e nell’ignoranza, per cui tutto ciò che è dati, scienza, verità mette in pericolo il loro potere e quindi lo avversano in tutti i modi ed è per questo che solitamente perseguitano giornalisti e scienziati, figure per loro molto scomode.

Quello che possiamo fare è innanzitutto rimanere uniti e agire insieme, senza restare ognuno chiuso nel recinto delle proprie certezze e dei propri interessi particolari. Prima il Covid e poi la guerra in Ucraina, per esempio, hanno fatto scoprire all’Europa quanto sia unita e quanto sia una superpotenza e ci ha fatto quindi capire quanto lavorare insieme sia fruttuoso e possa essere uno strumento formidabile per combattere le dittature.

Copertina libro Naim: Il tempo dei tiranni

“Il tempo dei tiranni” offre un’analisi molto interessante sulle dinamiche utilizzate dai dittatori di oggi per conquistare il potere.

Oggi abbiano leader piccoli per problemi grandi, ma anche noi abbiamo una grossa responsabilità: siamo influenzabili, crediamo a tutto quello che ci dicono, siamo superficiali.

Bisogna capire che la democrazia non è solo andare a votare, ma informarsi, cercare di capire le cose… Faccio un esempio: in occasione della Brexit la parola più cercata su Internet all’indomani del voto che decretò l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa Unita fu “Cos’è la Brexit?” e questo la dice lunga su come le persone andarono a votare senza essere pienamente consapevoli di ciò che essa volesse effettivamente dire.

La posta in gioco d’altronde è molto molto alta e ne vale del nostro futuro: le dittature, oltre a mettere a repentaglio la libertà di ciascuno di noi, mettono a rischio tutte le grandi sfide che l’umanità deve fronteggiare nel XXI secolo: un futuro di pace e uno sviluppo realmente sostenibile, la lotta alle ingiustizie, alle disuguaglianze e ai cambiamenti climatici, problematiche da cui dipende il futuro stesso del genere umano.

Vincenzo Petraglia

>>>TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE>>> Alec Ross: l’innovazione di cui il mondo necessita per sopravvivere a se stesso

© Riproduzione riservata
Altri contenuti su questi temi:
Continua a leggere questo articolo:
CONOSCI IL PERSONAGGIO
  wp_term_relationships.term_taxonomy_id = 84766
Correlati in Wise