Da giovane si riempiva di medicine per curare i molti disturbi che lo affliggevano. Poi ha scoperto che erano causati dall'ansia. E ha trovato un rimedio straordinario: il massaggio. Così ha dedicato trent'anni ad approfondire la tecnica. Per arrivare a un metodo che oggi ha molto seguito. Si limita ad insegnarlo. Perché tutti possano imparare. E questo efficace antidepressivo si diffonda nel mondo. Come un buon virus
Giovanni Leanti La Rosa, fondatore della Scuola Europea del Massaggio, (www.scuolamassaggio.it), medico esperto in medicina termale, agronomo ed ex docente di Scienze dell’alimentazione, si occupa di massaggio antistress ed antidepressivo da più di trent’anni, nel corso dei quali ha messo a punto una tecnica di massaggio che porta il suo nome. L’unico massaggio made in Italy, che sintetizza il meglio delle varie tecniche di massaggio orientali ed occidentali, oltre a proporre manualità finora sconosciute.
Perché il massaggio, secondo lei, previene e cura stress e depressione?
Sono arrivato alla convinzione che il massaggio è un potente antidepressivo partendo dalla mia condizione di studente stressato e, nel lungo periodo di stress cronico, depresso. A ventitré anni ero come un anziano, prendevo quattro medicine al giorno, e ho assistito all’impotenza delle cure farmacologiche al punto che sono stato costretto a prendere la laurea in Medicina per curarmi delle patologie di cui nessuno sapeva niente. In realtà, poi ho capito che soffrivo di malattie da stress: insonnia, cervicalgie, colite, emorroidi, ragadi, attacchi di panico.
Come ha scoperto il massaggio?
La prima volta che ho incontrato il massaggio – frequentando i corsi che la psicologa statunitense Susan Schwartz teneva a Milano negli anni Settanta – l’ho cercato perché il mio corpo lo desiderava. Soffrivo di dolori cervicali e dorsali perché vivevo in apnea e non respiravo, e sentivo il bisogno che qualcuno mi rullasse la schiena. Una volta risolti i miei problemi, ho capito che il massaggio era una cosa molto più seria di quanto potessi immaginare, perciò ho frequentato vari corsi, spaziando dai massaggi orientali a quelli occidentali, per capire qual era il denominatore comune dell’efficacia del massaggio.
E l’ha individuato?
Sì, provando le varie tipologie di massaggio sulla mia pelle, e poi eseguendole su quella dei miei pazienti, ho capito che non si tratta tanto della tecnica che porta i nomi dei vari massaggi, quanto piuttosto del tipo di manualità, che deve essere personalizzata sui problemi di ciascuna persona. Il massaggio deve essere concepito come un’interazione, una comunicazione in cui la mano è ricetrasmittente: ascolta e trasmette.
In quanto tempo e come è arrivato a sviluppare il metodo di massaggio “Leanti La Rosa”?
Il metodo di massaggio che porta il mio nome nasce lungo un percorso di oltre trent’anni, attraverso il quale ho scoperto che tutti i massaggiatori, usando la propria forza, accusavano malattie professionali alle mani, alle braccia, alla schiena e, chi massaggiava per terra, perfino alle gambe. Per evitare di farmi male io stesso, ho cominciato ad usare la forza di gravità, scivolando sul cliente con movimenti sinuosi e continui, in modo tale che le mani fossero sempre in ascolto.
Vi sono prove scientifiche dell’efficacia antistress e antidepressiva del massaggio?
Certo. Negli anni Ottanta mi ero dotato di un encefalografo per registrare l’attività cerebrale mia e del paziente, mentre eseguivo il massaggio. Ebbene, all’inizio del massaggio l’attività elettrica del cervello era molto elevata; alla fine dell’ora di massaggio, invece, l’attività elettrica del cervello del paziente era paragonabile a quella del sonno profondo, mentre la mia era di poco superiore. Attraverso questi studi abbiamo stimato che un’ora di massaggio equivale a tre ore di sonno profondo. E poi il cervello sotto massaggio produce serotonina, il cosiddetto ormone del buonumore, oltre alle endorfine e all’ormone della crescita, che non a caso viene messo in circolo solamente durante il sonno.
Quanti massaggiatori ha formato nel corso degli anni?
In oltre trent’anni di corsi ho formato in Europa e nel mondo migliaia di massaggiatori. Mi hanno chiamato a tenere corsi addirittura in Cina. Un occidentale che insegnava massaggio ai cinesi non si era mai visto! Tuttora continuo a fare corsi, sia nella mia scuola di massaggi a Milano, sia corsi-vacanza a Riccione e in altri luoghi che si prestano al discorso del “trapianto d’ambiente”. Portando il nostro corpo e la nostra mente in vacanza facciamo il vuoto, stacchiamo dai pensieri e dalla routine quotidiana. “Vacanza” significa appunto “vuotare”, “staccare”. Se il “trapianto d’ambiente” lo si fa in un ambiente naturale ed energizzante, seguendo uno stile di vita salutare, i benefici sono assicurati e di lunga durata.
Chi volesse provare il suo massaggio, cosa deve fare?
I miei allievi lavorano in vari ambiti: alcuni hanno aperto centri benessere, altri lavorano per le Spa, altri ancora per i centri estetici. Per trovarli, credo basti digitare in internet “massaggio metodo Leanti La Rosa”. Io non pratico più massaggi a clienti da anni perché preferisco insegnarli, in modo tale da instillare il virus del massaggio in altre persone che, a loro volta, lo “attaccheranno” ad altre persone. Dobbiamo ricordarci che non ci sono solo virus cattivi, e che il concetto di viralità riguarda tutti gli ambiti, dagli stili di vita positivi, alle buone azioni, alle buone parole.
Il suo sogno?
Mi piace fare aforismi, e credo non vi siano limiti alle cose positive che si possono pensare e realizzare. Perciò il mio sogno è: quando la metà dell’umanità massaggerà l’altra metà non ci saranno più malattia da stress, violenze e guerre nel mondo.