La specialista in scienze dell'alimentazione ci mette in guardia da diete drastiche e attività fisica esagerata. Le strategie per il controllo del grasso, trigliceridi e glicemia non si mettono in atto all'ultimo minuto. Ma richiedono costanza nel tempo per sottoporsi a semplici esami e monitorare da soli girovita e Body Max Index, scongiurando così anche la sindrome metabolica
In certi periodi dell’anno ci si ritrova sempre con qualche chilo di troppo, ma reagire ricorrendo a rimedi di tutti i tipi, dalle diete più drastiche all’attività fisica improvvisata, non va bene. Le strategie per tenere sotto controllo il peso vanno attuate tutto l’anno e i fattori da considerare sono molti. Giovanna Perrone, medico e specialista in Scienza dell’alimentazione, esperta in medicina naturale, omeopatia, omotossicologia e discipline integrate, ci ha offerto sull’argomento un punto di vista completo grazie alla sua formazione diversificata. L’abbiamo incontrata in occasione di un convegno dedicato al tema del controllo metabolico del peso, organizzato da “Sapere. Il Sapore del Sapere” nell’ambito di Milano Food Week (dal 7 al 15 maggio scorso) nuova manifestazione che per una settimana ha animato le strade e le piazze della città con eventi dedicati all’enogastronomia e all’alimentazione. Per quanto sia migliore rispetto a quella di altri Paesi la situazione italiana non va sottovalutata. Più del 34 percento degli italiani è in sovrappeso con un 9,2 percento circa di obesi, più gli uomini che donne. Dal 1970 al 2000 la nostra dieta è cambiata: abbiamo aumentato i grassi e gli zuccheri, passando da 680 grammi a 816 a persona. Abusiamo di carboidrati e di alimenti “vuoti” come certe bibite zuccherate che ci danno calorie senza nutrienti.
Dottoressa Perrone, arriva l’estate ed ecco che si ricorrre al calcolo del Body Mass Index…
In effetti, generalmente si pensa all’estate come al momento in cui ci si deve mettere in forma ma io esorto i miei pazienti a ricercare uno stato di benessere psicofisico tutto l’anno. Per valutare qual è il proprio peso ideale, che sarebbe meglio definire come peso ragionevole, la cosa migliore è considerare più parametri. Il BMI, che è solo il primo, si ottiene dividendo il proprio peso per la propria altezza espressa in metri al quadrato, permettendoci di calcolare se il soggetto è normopeso (da 18,5 e 24,9), sovrappeso (tra 25 e 29,9) o obeso (oltre i 30). Avremo poi un’obesità di primo grado, di secondo grado o morbigena (lo stadio particolarmente grave e rischioso) a seconda del valore di BMI.
E gli altri dati di cui tener conto?
Un altro decisamente importante è il girovita. Basta un metro da sarta per calcolare la propria circonferenza addominale: per l’uomo fino al 2005 era ritenuta normale entro i 102 cm oggi entro i 94 mentre per la donna si è passati da 88 a 80 cm. Un altro parametro decisamente importante è la percentuale di body fat, di massa grassa nell’organismo che si può calcolare tramite plicometria (metodo di misurazione tramite uno strumento chiamato plicometro) e in relazione alla massa magra e all’acqua tramite impedenziometria (una metodica non invasiva che consente di fare la stima dei fluidi corporei)
Cos’è, di preciso, la sindrome metabolica?
È un insieme di più fattori. All’obesità addominale, che va valutata sulla base del giro vita, si associano in questa sindrome valori elevati di colesterolo, trigliceridi, glicemia e pressione arteriosa. Bisogna cercare di non alterare questi parametri oltre a mantenere un giro vita sotto i cm previsti perché se si mettono insieme più di due fattori si va più facilmente incontro alla sindrome. Le strategie efficaci sono quelle di controllare il colesterolo alzando l’HDL e abbassare LDL o il totale. Mantenere una glicemia entro i 100 e, nel caso di pazienti con un quadro problematico, andare a valutare parametri più sofisticati come l’emoglobina glicata che fornisce un’idea della glicemia nel tempo. Attività fisica e una corretta alimentazione fanno da corredo in una formula che definisco “i numeri della salute”: 0 fumo, 5 porzioni di frutta e verdura, 10 (che sta per diecimila) passi al giorno, ossia circa 3 chilometri, e 25 per ricordare che l’indice di massa corporea deve essere inferiore a questo numero.
Quale frutta e quale verdura vanno privilegiate?
Dato che siamo in estate, è bene sfruttare i benefici dei cosiddetti fitochemicals, sostanze antiossidanti che danno alla frutta e alla verdura di stagione un certo colore. I classici colori estivi sono il rosso e l’arancio ma anche verde, bianco e viola hanno proprietà antiossidanti: l’ideale sarebbe avere un piatto con tutti e cinque i colori. Parlando del rosso, il pigmento che subito salta agli occhi è il licopene, un flavonoide con spiccate proprietà antitumorali: uno degli alimenti che ne è più ricco è un classico della stagione, il pomodoro, meglio se consumato maturo, leggermente cotto e con un goccio di olio di oliva per potenziarne l’effetto antiossidante; nel rosso sono anche presenti i carotenoidi così come nella frutta giallo-arancio che a sua volta è molto spesso ricca di vitamina C e svolge un’azione sinergica con le sostanze di cui abbiamo parlato. Nella frutta e verdura verde interessante è il kiwi, che contine anche una grande quantità di acido folico, utile in gravidanza per evitare la spina bifida, ma che è anche ricco dell’antiossidante clorofilla. Il tè verde, molto bevuto per alleviare il caldo estivo, è un’ottima fonte di polifenoli, soprattutto catechine, e ne mantiene le proprietà antiossidanti perché a differenza degli altre varietà non è fermentato; inoltre è interessante per il controllo del peso perché sembra che una di queste catechine, l’epigallocatechingallato, aumenti in minima parte il metabolismo.