Intervista con Carlo Montalbetti direttore generale del consorzio Comieco che spiega come la carta e il cartone si trasformino da rifiuto a risorsa grazie al riciclo
In termini di riciclo di carta il nostro paese con 3,3 i milioni di tonnellate di carta riciclata nel 2018 e una percentuale di riciclo degli imballaggi cellulosi dell’81,1% è tra i leader europei per tasso di riciclo.
Un traguardo molto importante: basti pensare che gli obiettivi previsti dalla normativa europea fissano il tasso di riciclo da raggiungere entro il 2025 al 75%. «E non è tutto: siamo molto vicini a quelli fissati per il 2030 (85%) e, in termini di recupero degli imballaggi cellulosici, abbiamo raggiunto livelli importanti (il tasso si attesta sull’88,8%)», spiega Carlo Montalbetti Direttore generale di Comieco, il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica. «Questi dati, tuttavia, non costituiscono un punto di arrivo, ma uno stimolo a fare sempre meglio: la qualità resta la sfida cui tendere ed è in questa direzione che abbiamo indirizzato molte attività».
Comieco da 35 anni si occupa di garantire l’avvio a riciclo degli imballaggi di carta e cartone: come è cambiato il comportamento degli italiani in questi decenni?
Non può esserci riciclo se il cittadino a monte non compie un gesto che oramai è diventato normale: quello di separare i rifiuti. Nel corso degli anni il riciclo di imballaggi in carta e cartone è cresciuto anche grazie al comportamento degli italiani che hanno profuso sempre maggiore impegno e attenzione nel fare correttamente la raccolta differenziata. Come Comieco realizziamo da quasi vent’anni un’indagine sul senso civico degli italiani in collaborazione con IPSOS. Nel 2005 la percentuale di italiani che dichiarava di fare sempre/spesso la raccolta differenziata della carta era il 65%. Oggi tale percentuale è salita fino al 91%. Queste buone abitudini sono confermate dai numeri della raccolta: se 20 anni fa si raccoglievano 1 milione di tonnellate di carta e cartone, pari a 17 kg/abitante, oggi la media pro capite a livello nazionale supera i 56 kg/abitante con oltre 3 milioni di tonnellate raccolte.
Perché nel 2020 non si fa ancora la differenziata in molti comuni italiani? Come è possibile mettere nello stesso sacchetto vetro, carta, umido, alluminio?
La raccolta differenziata è una realtà consolidata lungo tutta la penisola. Certamente ci sono aree dove i risultati sono migliori di altre: per la carta e il cartone, ad esempio, la media di raccolta di 56 kg/abitante sopra citata è data dalle performance di comuni dove si superano i 100 kg procapite e realtà che si attestano invece sotto i 30 kg/ab. Ci sono ovviamente ancora margini di miglioramento: complessivamente, stimiamo ad esempio che ci siano circa 600.000 tonnellate di carta e cartone che finiscono nell’indifferenziato e che, se intercettate, potrebbero migliorare ulteriormente i nostri già buoni risultati.
Quanta percentuale di carta si può riciclare? Si può riciclare all’infinito come l’alluminio? Come avviene il processo?
Le fibre di cellulosa di cui sono fatti carta e cartone, non possono essere riciclate all’infinito perché il processo industriale di riciclo sminuzza e re-impasta le fibre rendendole – dopo 7 volte circa – non in grado di legarsi efficacemente tra loro garantendo le caratteristiche di robustezza e tenuta che un imballaggio o un qualunque supporto cartaceo deve avere.
Il ciclo del riciclo di carta e cartone prevede pochi e rapidi passaggi: la carta è un materiale naturale, rinnovabile e riciclabile come già accennato, il primo anello della catena è rappresentato dai cittadini, ai quali spetta l’importantissimo compito di separare correttamente carta e cartone secondo le indicazioni dei rispettivi comuni di appartenenza; i comuni organizzano il servizio pubblico di raccolta e portano i rifiuti differenziati presso gli impianti di recupero; qui vengono preparati e ripuliti dalle frazioni estranee e, una volta divenuti materia prima seconda, vengono inviati in cartiera. È qui che si compie il vero e proprio processo di riciclo: il macero viene spinto in una specie di enorme frullatore – detto pulper – e letteralmente “frullato” insieme ad acqua. La poltiglia ottenuta viene stesa quindi sulla macchina continua dalla quale, in meno di due minuti, esce un nuovo foglio di carta, che viene avvolto in bobine pronto per essere riutilizzato. Grazie a questo processo virtuoso, una scatola torna in vita in due settimane, un giornale in solo una.
Un processo che sicuramente comporta dei risparmi in termini energetici: per produrre una tonnellata di carta riciclata vengono utilizzati 2700 Kwh di energia elettrica e 1 800 litri d’acqua risparmiando 4 100 kWh di energia elettrica, 26 metri cubi d’acqua e l’emissione di 27 kili di CO2 rispetto alla produzione delle stesse quantità di carta vergine. Un notevole risparmio energetico.
Il processo di recupero e riciclo delle materie prime consente notevole riduzione nell’utilizzo di energia e nella produzione di inquinamento. Basti pensare che in trent’anni l’industria cartaria, ha ridotto del 42% l’emissione di CO2 necessaria a produrre una tonnellata di carta, grazie all’adozione di soluzioni tecnologiche e di processo più sostenibili. Riciclare carta e cartone significa inoltre ridurre del 35% l’inquinamento delle acque, del 74% quello atmosferico e risparmiare circa il 65% dell’energia necessaria rispetto a quanto si farebbe producendo carta vergine.
Recentemente è stato rinnovato l’accordo Anci-Conai per il contributo agli imballaggi riconosciuto ai comuni che passa da 98 euro a 115 euro per ogni singola tonnellata di carta. E l’aumento riguarda anche la raccolta domestica. Cosa significa questo?
Comieco è il primo tra i Consorzi a sottoscrivere il nuovo Allegato tecnico che recepisce i principi previsti dal pacchetto per l’economia circolare e prevede importanti novità per rendere la raccolta differenziata di carta e cartone sempre più efficiente. Tra le novità:
- maggiori corrispettivi per gli imballaggi in carta e cartone che poi si traducono in maggiori risorse destinate ai Comuni per i servizi;
- aumento della percentuale degli imballaggi ammessi nella raccolta domestica, recependo così il cambio nelle abitudini di consumo dovute anche all’esplosione dell’e-commerce;
- variazione dei corrispettivi in funzione delle quotazioni di mercato del macero per la carta grafica, sempre e comunque ritirata dal Consorzio a titolo volontario.
Quindi il Comune che chiede attraverso la Tari una tassa sui rifiuti ai cittadini-utenti (ai quali chiede pure di differenziare i rifiuti facendoli “lavorare” nelle proprie case) si fa pagare per ogni tonnellata raccolta dai consorzi: quindi alla fine tutti vincono e solo il cittadino paga? O non è così?
Il cittadino paga i costi al netto dei ricavi. Il Comune viene remunerato da Comieco attraverso corrispettivi economici negoziati con l’Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) e regolati da un apposito Accordo nazionale. I corrispettivi erogati sono da intendersi a copertura parziale dei costi sostenuti per il servizio e la tassa o tariffa che sia, adottata dal Comune, recepisce comunque la riduzione dovuta ai ricavi. Sarebbe utile accelerare il passaggio dalla tassa alla tariffa puntuale per tutti i comuni, in modo tale che l’impegno profuso dai cittadini nel fare la raccolta differenziata si possa tradurre in ulteriori benefici economici.
Venendo all’attualità: avete sottoscritto il Manifesto “Uscire dalla pandemia con un nuovo Green Deal per l’Italia”. Perché sarebbe importante puntare specialmente in questo momento su un’economia circolare?
L’economia circolare è uno dei principi cardine promossi dall’Unione europea per lo sviluppo di un’economia sempre più vocata alla sostenibilità. Dal concetto di “fine vita” dei prodotti, oggi l’attenzione si sposta su riutilizzare, aggiustare, rinnovare e riciclare i materiali e i prodotti esistenti. Quel che prima era considerato un rifiuto, oggi è una risorsa. La filiera cartaria in realtà è già un perfetto modello di economia circolare, basato su un uso efficiente delle risorse: il 60% della produzione nazionale avviene utilizzando fibre di riciclo, consentendo così di sopperire in autonomia alla strutturale scarsità di materia prima vergine del nostro Paese. La pandemia ha accelerato alcune necessità e processi: il Manifesto sottoscritto da 110 imprese italiane vuole essere uno strumento utile, soprattutto in una situazione di crisi come quella attuale, per focalizzare l’attenzione sulla necessità di realizzare un progetto di sviluppo di ampio respiro, durevole, in grado di assicurare un benessere più esteso ed equamente distribuito che oggi può essere basato solo su un’economia sempre più “green”, decarbonizzata, e appunto circolare.
Nell’immediato futuro si può pensare la filiera della carta all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità?
La filiera della carta è già improntata all’innovazione e alla sostenibilità e si continueranno gli investimenti in questa direzione. Tutta la filiera favorisce l’innovazione nei suoi vari passaggi: dagli avanzati test di laboratorio per verificare la riciclabilità di un imballaggio in carta e cartone, all’utilizzo di strumenti e macchinari di ultima tecnologia, fino allo studio di imballaggi sempre più innovativi che permettano di accoppiare la carta ad altri materiali che ne valorizzino le caratteristiche sostenibili e biodegradabili.