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Abafoods: le bevande di cereali 100% biologiche

di Francesca Tozzi
31 Maggio 2012

L'azienda veneta a conduzione familiare è oggi leader nelle bevande bio ottenute da soia, riso, farro, avena e altri. Puntando sulla qualità del prodotto e il rispetto delle terre

Denis FenziAbafoods nasce come un’azienda a conduzione familiare. La famiglia Bartoli credeva nel biologico e così ha investito le proprie risorse nello studio dei cereali e delle loro caratteristiche specializzandosi nella produzione di bevande biologiche a partire dai cereali e dalla soia.

Oltre alla materia prima da agricoltura biologica, a caratterizzare quest’azienda, che ha oggi 75 dipendenti, è la particolarità del metodo estrattivo che consente di prendere il meglio da riso, farro, avena, kamut, orzo, miglio, quinoa e soia, come spiega in questa intervista Dennis Fenzi, responsabile marketing tecnico dell’azienda oggi leader nelle bevande bio ottenute da cereali.

 

Controlli e certificazioni per dare più garanzie

 

 

Quanto sono importanti per voi le certificazioni?

AbafoodsSono un aspetto importante su cui l’azienda ha investito tempo e denaro: rappresentano una sicurezza che diamo al cliente e al consumatore finale. Per questo ne ricerchiamo sempre di nuove andando a implementare il nostro sistema di garanzie. Abbiamo ottenuto la certificazione di Icea, uno dei più importanti enti certificatori in Italia, ma abbiamo anche la certificazione BRC che ci permette di esportare negli Stati Uniti così come la NOP.

Abbiamo la rintracciabilità di filiera, un’importante certificazione sulla soia che ci permette di dare al consumatore la garanzia che la soia è italiana e non contiene OGM: tutta la filiera, dal seme al prodotto finito, è controllata da un ente di certificazione con due visite ispettive l’anno. Per Abafoods la certificazione è un punto di partenza per arrivare a un prodotto di qualità, ed è necessaria a dare le giuste garanzie al consumatore italiano ma anche a esportare in modo sicuro ed efficiente.

 

Qualità dei terreni e filiera corta

 

 

Abafoods è un’azienda di Rovigo ma le vostre terre sono in Molise. Perché questa scelta?

Vogliamo garantire la sicurezza della nostra filiera biologica a partire dal terreno. Per questo da un paio d’anni abbiamo costituito una società agricola che si chiama “La Goccia”, di nostra proprietà, e abbiamo acquistato dei terreni in Molise dove abbiamo avuto la possibilità di coltivare dei cereali tipici di quella zona. Produrre le materie prime ci ha consentito, grazie alla filiera corta, di avere un maggiore controllo sulle stesse e un’ulteriore certificazione, frutto di un controllo esterno sulla qualità del terreno.

Senza dimenticare che, producendo noi stessi i cereali per le nostre bevande, possiamo permetterci uno standard qualitativo alto fin dalla materia prima e lavorare sull’efficienza della filiera produttiva. Tutto questo rientra in un progetto che comprende anche la riscoperta della ruralità, del Molise nel nostro caso: in questa Regione molti terreni sono stati abbandonati perché i giovani pensano che non ci sia futuro nell’agricoltura.

In realtà riprendere un terreno, renderlo adatto all’agricoltura bio e coltivarvi dei cereali autoctoni, tipici della zona, significa valorizzare un territorio e la sua gente riscoprendo il contatto con la natura, una scelta che, ben comunicata, è stata premiata dai nostri consumatori.

La questione dei prezzi: perchè sono più alti

 

 

Il biologico costa ancora di più rispetto al prodotto convenzionale. Quali i motivi e come intervenire?

I costi del biologico sono necessariamente più alti, per tre motivi direi. Il primo è agricolo: la produzione per ettaro di un cereale biologico è senz’altro inferiore per quantità rispetto a quella che si può ottenere con il metodo convenzionale dove, ricordiamolo, è consentito utilizzare qualsiasi sostanza chimica per diserbare il terreno, fare una concimazione spinta e difendere le colture da malattie e parassiti. Nello stesso tempo l’agricoltore del bio, ottenendo una quantità inferiore, deve per forza spuntare un prezzo maggiore per il suo prodotto se no non arriva nemmeno a coprire le spese.

Il secondo motivo è legato alla nostra particolare produzione ed è dato dal fatto che le nostre bevande vegetali biologiche sono acquistate di solito da chi è intollerante al latte vaccino: sono infatti bevande senza lattosio, senza colesterolo e, in alcuni casi, senza glutine. Mentre il latte ha un Iva al 4 pecento, il nostro prodotto biologico che è una bevanda alternativa al latte, ha un’Iva piena, al 21 percento.

Il terzo e ultimo motivo è che il mercato del biologico, a mio parere, è ancora un mercato di nicchia che deve sviluppare volumi di vendita maggiori per consentire alla aziende di spuntare un prezzo migliore e di conseguenza offrire lo stesso prodotto a un prezzo più accessibile per il consumatore finale.

Abafoods

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