Foto di Paolo Dell’Elce
Fotografo, teorico e docente dei linguaggi visivi. Dal 1977 opera in ambito professionale ed artistico.
Ha collaborato come docente di Estetica del linguaggio della Fotografia con il National Centre of Photography of Russian Federation – Rosphoto di San Pietroburgo. Scelto dalla Commissione Internazionale per il Premio Internazionale KODAK EUROPEAN PANORAMA OF YOUNG PHOTOGRAPHERS. Nel 1993 è stato tra i dieci fotografi italiani invitati ad esporre al Museo delle Belle Arti di Cordoba alla Bienal Artefoto e successivamente ha esposto le sue opere a L’Avana (Cuba) presso la Fototeca Nazionale di Cuba.
Nel 2002 è stato invitato come docente dall’Università di La Plata (Argentina), a presentare la mostra antologica “Il sentimento del paesaggio” presso il MUGAFO “Dardo Rocha” a La Plata.
Nel 2007 è stato invitato a San Pietroburgo (Russia) con la mostra personale “Fiori” presso il National Centre of Photography of Russian Federation, itinerante nelle principali città della Russia, e a condurre il Masterclass “Vision that leads to Image”.
Le sue opere sono state acquistate da collezionisti e galleristi internazionali e conservate presso musei e biblioteche pubbliche tra cui la Bibliothèque Nationale de France, il Museo Ken Damy di Fotografia Contemporanea di Brescia, l’Accademia Carrara di Bergamo, il National Centre of Photography of Russian Federation.
Molti critici e artisti tra i più importanti del panorama contemporaneo si sono interessati al suo lavoro e hanno scritto saggi e recensioni. Ha pubblicato libri e apportato contributi teorici all’Estetica della Fotografia partecipando a conferenze e convegni e con rubriche sulle più importanti riviste del settore.
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“Immagini tratte dal ciclo Ipovisioni 2010” Il molo sud del porto di Pescara è uno dei luoghi nella mia città che amo di più. Ci andavo da bambino con mio nonno, sul seggiolino della sua bicicletta, quando il paesaggio era molto diverso, tra montagne di sale e bauxite, reti da pesca e i trabocchi rosi dalla salsedine.
Ci torno da adulto quasi ogni giorno quando sono a Pescara, soprattutto d’estate, al tramonto, così come torno ogni giorno sotto la Pineta dove sono nato.
Il mio immaginario ha origine da questi luoghi: dal porto, dalla pineta, dalla spiaggia. Nella mia fotografia ho sempre cercato di raccontare affettivamente il legame, il cordone ombelicale, che ancora mi tiene alla mia nascita. E quando si fotografa è come se non si smettesse mai di nascere, di venire alla luce con la luce. Ogni giorno.
Da molti anni non cerco più alcuna giustificazione per il mio fare ozioso. So che ogni giorno c’è un’immagine che mi aspetta da qualche parte e che devo raggiungere. Conta solo questo cammino, il resto non ha più senso.
Alla fine del molo c’è il mare. E il cielo. Chi arriva in fondo al molo si deve fermare per forza e non può fare a meno di guardare lontano.