Wise Society : Tradizioni in Viaggio: il mestiere dei pupari
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Tradizioni in Viaggio: il mestiere dei pupari

di Redazione Wise Society
17 Dicembre 2012

Nell’affascinante spazio del Monte di Santa Rosalia, all’interno di Palazzo Branciforte (lo storico edifico sede della Fondazione Sicilia, recentemente riaperto nel cuore di Palermo), ha aperto al pubblico sabato 8 dicembre la mostra Tradizioni in Viaggio  a cura di Mimmo Cuticchio. che durerà fino a marzo. L’Associazione Figli d’Arte Cuticchio, nell’allestimento dell’esposizione, si è misurata innanzitutto con la “necessità” di realizzare una mostra di pupi senza “violare” lo spazio espositivo col suo carico di memoria ma, allo stesso tempo con il bisogno di tracciare i contorni di un territorio teatrale che vede in campo l’oprante Mimmo Cuticchio e con lui pittori, intagliatori, sbalzatori, cesellatori di metalli e una catena di trasmissioni di saperi e di pratiche regolate da norme apertamente o tacitamente accettate. Sono così stati realizzati piccoli boccascena autoportanti, composti da listelli di legno, come se fossero prolungamenti della struttura del Monte. All’interno dei boccascena sono esposti i pupi di nuova generazione, quelli realizzati per gli spettacoli del nuovo repertorio, che faranno da cornice all’antico teatrino di Giacomo Cuticchio, dove invece faranno mostra di sé i tradizionali eserciti di Paladini e Saraceni. Il patrimonio materiale e immateriale del Monte di Santa Rosalia, quindi, si lega all’altro patrimonio materiale e immateriale preziosissimo (pupi, fondali, macchine sceniche, costumi), che con il passare del tempo sta diventando un vero e proprio tesoro, non una statica realtà museale ma un vivo laboratorio di memorie e di saperi, di storie e di progetti. Nel profilo delle marionette, nei fili che le reggono, nei legni dei teatrini, nelle stoffe dei costumi, nei colori dei fondali, nell’insieme del “mestiere” di una famiglia di pupari, sono sedimentate storie e avventure, spesso drammatiche, altre volte festose, nelle quali possiamo ancora riconoscerci. Un’epica del racconto, tra vita e teatro, che uno spazio carico di significati come quello di Palazzo Branciforte oggi accoglie e rilancia.

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