Un Fuori Salone all’insegna del “verde” e delle energie alternative nel quartiere Isola di Milano
Quest’anno più che mai l’intento del DID (Distretto Isola Design) e di Green Island 2011 è quello di mostrare nuove strade eco-compatibili per migliorare il posto in cui viviamo, la città di Milano, ma anche il nostro stesso stile di vita. Perché in fondo basta davvero poco.
La settimana del design comincia il 12 aprile alle ore 12.00 con l’inaugurazione del primo giardino di piante spontanee ai piedi del cavalcavia Bussa: ecco come quelle che noi chiamiamo erbacce grazie alle cure di un gruppo di designer-giardinieri possono trasformarsi in aiuole godibili e fruibili da tutti, con tanto di tavole botaniche esplicative. E la possibilità, da parte del quartiere, di adottare il rinnovato garden a conclusione dell’opera di bonifica.
Intanto nella vicina Via Pepe il muro di cinta della stazione Garibaldi, grazie all’installazione fotografica di Paul Clemence, si riveste di un “bosco incantato” e molti progetti presentati in quei giorni nelle gallerie e negli spazi espositivi della zona si ispirano concordi a un nuovo concetto di ambiente urbano e naturale.
Come i “prototipi di illuminazione verde a energia solare”, nuovi strumenti in grado di trarre dall’ambiente circostante le sue energie inesauribili e pulite con un approccio progettuale volto a riconoscere e riscoprire la saggezza già insita nel mondo naturale, e l’interessante mostra allo Spazio Frida intitolata l’Isola tra tradizione e innovazione (dal 12 al 25 aprile), promossa dalla Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano, con l’obiettivo di inaugurare una nuova sostenibilità e vivibilità per il quartiere.
Oppure le esposizioni di oggetti e arredi realizzati con la tecnica del riciclo, come nel caso dei due famosi designer olandesi Stallinga e Galani (presenti al Moma NYC e allo Stedelijk Museum ad Amsterdam) ospitati nel negozio di arredo e design Chiedi alla polvere di Via Cola Montano. La loro ricerca permette di riutilizzare in maniera completamente diversa, dando loro una nuova destinazione d’uso, oggetti prettamente industriali con un delicato gioco di equilibrio tra funzionalità e immaginazione. Il risultato è una nuova vita e una diversa continuità dei materiali. Perché il design al tempo della crisi non rinuncia a creare, ma sa trasformare lo spreco in opportunità e riesce a soddisfare le esigenze dell’ambiente senza dimenticare l’estetica.
In ultimo un “concorso green” per tutti i commercianti e ristoratori della quartiere. Chi riesce ad allestire la vetrina più simile a un giardino urbano e chi a realizzare il menù più gustoso e “sostenibile” utilizzando solo erbe, fiori, aromi e verdure? Una targa in premio. Ma soprattutto il tentativo di sensibilizzare su questi temi sempre più attuali e di insegnare un nuovo modo di vivere la città e il proprio quotidiano.
