Wise Society : Green 3.0 Italia più verde meno spread
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Green 3.0 Italia più verde meno spread

di Redazione Wise Society
4 Dicembre 2012

L’Osservatorio Green Economy della Fondazione ISTUD, la rappresentanza a Milano della Commissione Europea con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e del Ministero dello Sviluppo Economico organizzano per il secondo anno l’European Annual Meeting che sarà il primo tempo di un evento che inviterà i relatori delle aziende presenti, tra le più rappresentative eccellenze dei settori più vari, ad indicare tre suggerimenti green da indirizzare alle istituzioni.
Green 3.0 può essere la frontiera ultima dell’innovazione. Green 3.0 è anche un libro dell’Osservatorio Green Economy della Fondazione ISTUD e Mondadori Università in uscita in questi giorni. Italia, più verde meno spread perché è l’Italia che scalza l’economia vecchia, satura, per aprire uno squarcio di opportunità di investimento e di lavoro. Agenda per il 2013 perché serve un memorandum delle cose fatte e soprattutto quelle che sono da fare e con urgenza.
Il Green made in Italy è un straordinario assist per la crescita ma, purtroppo, poco conosciuto, e valorizzato, persino tra gli “addetti ai lavori”. L’Italia ha centrato ogni record piazzandosi nei primi posti nell’installazione del fotovoltaico, è competitiva con la Germania, si è raggiunto la grid parity. Però c’è carenza di Sistema, il solito male endemico italiano. Gli Stati Generali della Green Economy a Rimini, nel novembre di quest’anno, sono il primo atto di un cambio di strategia. E’ la scoperta di un virtuosismo che può divenire la golden share vincente in un momento di default di alcuni modelli economici del passato, ormai vetusti e svuotati di spinta propulsiva. Abbiamo le energie per dimostrare quello che affermava Albert Einstein? La crisi – diceva l’illustre scienziato – è la benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.
Partecipazione e iscrizione gratuita on line. I posti sono limitati.

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