Wise Society : Social network, il lavoro passa sempre più da qui

Social network, il lavoro passa sempre più da qui

di Ilaria Lucchetti
25 Gennaio 2013

Favorevoli o contrari, bisogna prenderne atto perché si tratta di un trend ormai inarrestabile

foto di Venessa Miemis/flickr

“Social” uguale divertimento e basta? Anni fa si, ma adesso la musica è cambiata. Da tempo, infatti, le principali piattaforme di networking online sono soggette a una sorta di mutamento genetico. E da luoghi del “cazzeggio” quali erano, Facebook in testa, stanno virando verso nuove identità, sempre più orientate alla sfera lavorativa.

Oltre alle aziende, quasi tutte dotate di pagine e profili per mettere in vetrina prodotti e servizi, sono tante anche le categorie professionali che sfruttano la visibilità dei social al fine di fare business. Imprenditori, commercianti, gestori di ristoranti, locali pubblici e alberghi. Ma anche liberi professionisti, comunicatori e giornalisti. Perfino le farmacie, pur di allargare e fidelizzare il giro dei clienti, inviano richieste di amicizia ai loro contatti.

Non che la metamorfosi in atto accontenti tutti. Anzi. Chi preferiva Twitter e Facebook alla vecchia maniera, corre ai ripari creandosi profili “alias” dove dare sfogo al divertimento fine a sè stesso.

Ma il futuro sembra segnato, almeno stando a quanto già accade all’estero. Linkedin a parte, nato come network professionale, negli Usa e in Gran Bretagna è infatti consuetudine ormai acquisita dei selezionatori (91% dei casi) quella di spulciare i profili dei candidati per trarre informazioni utili a un’eventuale assunzione.

E da noi le cose stanno prendendo la stessa piega. Come scrive Economia Web, il 40% delle aziende italiane usa i network per valutare e per scegliere l’organico. Soprattutto quelli storicamente inclini a raccogliere informazioni personali perché proprio da lì si riescono a ricavare i ritratti più genuini.

Attenzione e cautela, allora, sono d’obbligo. Perché una foto, un post e un tweet azzeccati possono essere il viatico per trovare lavoro. O, viceversa, l’autogol che compromette impegno e sacrifici.

 

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