L'obiettivo di Matrìca, costituita da Versalis e Novamont, è la riconversione del petrolchimico di Porto Torres producendo bioprodotti senza depauperare risorse
Da pianta invasiva e da estirpare a coltura redditizia. Il cardo è diventato una grande risorsa economica per gli agricoltori sardi da quando, 5 anni fa, è stato messo al centro delle innovative ricerche di Matrìca, la joint venture, costituita da Versalis (società di Eni per la produzione e la commercializzazione di prodotti petrolchimici) e Novamont (azienda leader nel mercato delle bioplastiche) e del suo ambizioso progetto di riconversione dello stabilimento petrolchimico di Porto Torres in una bioraffineria di terza generazione.
L’obiettivo di Matrica – il più grande e innovativo polo integrato di chimica verde al mondo – è, infatti, quello di trasformare feedstock da fonti rinnovabili non alimentari, a basso costo, compatibili con il territorio e coltivati su terreni marginali, in bioprodotti senza incidere sulla catena alimentare né depauperare altre risorse. Partendo da materie prime agricole selezionate e a basso impatto – come il cardo, appunto – e utilizzando una tecnologia prima al mondo messa a punto dalla ricerca Novamont, Matrìca “crea” bioprodotti destinati a numerosi settori: bioplastiche, biolubrificanti, prodotti per la cura della casa e della persona, fitosanitari, additivi per l’industria della gomma e della plastica, fragranze alimentari. Procedimenti di chimica verde che hanno ricadute positive sia sull’ambiente sia sull’economia sarda, tanto che Novamont ha firmato già da qualche anno un accordo di collaborazione con gli agricoltori di Coldiretti per la diffusione della coltura del cardo.
Specie erbacea perenne originaria del bacino del Mediterraneo, il cardo vegeta nel periodo autunnale e invernale, con ottime produzioni di biomassa anche in assenza di irrigazione e di olio, e risponde perfettamente al fabbisogno industriale – stimato tra i 20.000 e i 30.000 ettari in funzione dalla resa – poiché si utilizzano sia la biomassa che l’olio estratto dai semi contenuti nel capolino (quest’ultimo, simile a quello del girasole, è altoleico, mentre tutto il resto costituisce la biomassa contenente cellulosa, emicellulosa e lignina).
Il Polo Verde di Matrìca si basa su un nuovo modello di economia che coinvolge industria, agricoltura, ambiente ed economia locale in un grande progetto di riqualificazione e innovazione. Gli impianti si avvalgono di una tecnologia proprietaria, prima al mondo, radicalmente diversa da quelle esistenti: non utilizza ozono nella reazione di scissione ossidativa dell’olio vegetale e permette così di ottenere bioprodotti attraverso un processo sicuro e a basso impatto ambientale. Al momento – il progetto ne prevede sette – gli impianti sono tre: l’impianto Monomeri Bio, alimentato da oli vegetali, ha una capacità produttiva di 35.000 ton/annui; l’impianto Additivi per Gomme e Polimeri è integrato a valle dell’impianto Monomeri Bio ed è dedicato alla produzione di oli estensori; l’impianto Esterificazione, flessibile e indipendente, è dedicato alla produzione di specialties per diversi settori applicativi. Inotre, grazie ad una serie di processi innovativi, messi a punto da Novamont i prodotti di Matrìca saranno non solo completamente biodegradabili, ma anche prevalentemente prodotti da materie prime rinnovabili.