La crisi energetica impone il sacrificio di tutti, soprattutto in termini di riscaldamento casalingo: ecco le regole imposte dal nuovo piano varato dal Ministero della Transizione Ecologica
Dopo un’estate rovente, mitigata soltanto dai condizionatori sempre accesi, quello che ci aspetta sarà un inverno che si prospetta più freddo del solito. Non tanto per le temperature attese, quanto perché tutti dovremo confrontarci con il piano varato dal Ministero della Transizione ecologica per il risparmio energetico. Il Piano si è reso necessario per la crisi energetica che è una delle conseguenze delle sanzioni europee nei confronti della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Il timore che la Russia chiuda completamente i rubinetti del gas come minacciato potrebbe rendere il rispetto del piano del Governo fondamentale. Perché le riserve italiane, pur essendo le più alte in Europa in termini di stoccaggio, potrebbero non essere sufficienti a trascorrere un inverno tranquillo.
Il Piano Cingolani: nuove regole sul riscaldamento casalingo
Secondo il “Piano Nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale” firmato il 6 ottobre, nella prossima stagione di esercizio dei riscaldamenti alimentati a gas naturale dovranno essere diminuiti sia le temperature in ogni unità immobiliare, sia il periodo di accensione.
Le temperature
Le temperature dovranno essere ridotte di 1°C passando a 17°C con +/- 2°C di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, e a 19°C +/- 2°C di tolleranza per tutti gli altri edifici.
Il periodo di accensione
Il periodo di accensione è ridotto di 15 giorni e sarà posticipato di 8 giorni rispetto a la data di inizio, anticipato di 7 giorni per quanto riguarda la data di spegnimento e di 1 ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione. Date e tempo di accensione giornaliera dipendono dalle zone climatiche, che dipendono dai cosiddetti “gradi giorno”. Si tratta di 6 zone che vanno dalla più calda (la zona A) dove i caloriferi possono essere accesi per 5 ore dall’8 dicembre al 7 marzo, alla più rigida (la F) dove non ci sono limitazioni all’accensione. Non ci sono limitazioni per le utenze sensibili tra cui ospedali, case di ricovero, scuole materne, asili nido e piscine.
La tabella
Zona A: ore 5 giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo.
Zona B: ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo.
Zona C: ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo.
Zona D: ore 11 giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile.
Zona E: ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile.
Zona F: nessuna limitazione.
Quanto si risparmierà?
Secondo il Ministero della Transizione ecologica le stime dell’impatto di tutte le misure di contenimento indicate dal Regolamento «portano a un potenziale risparmio di circa 5,3 miliardi di metri cubi di gas, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas – circa 2,1 miliardi di Smc di gas – e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento, circa 3,2 miliardi di Smc di gas». Per le famiglie, invece, il risparmio in bolletta sarà di 260 euro a famiglia.
4 milioni di italiani contrari alle nuove regole sul riscaldamento casalino
Il risparmio, però, non pare aver convinto tutti gli italiani. Secondo un’indagine commissionata da Facile.it ed effettuata dagli istituti di ricerca mUp Research e Norstat, sono 4 milioni quelli che dichiarano di non avere intenzione di seguire le regole del Piano Cingolani. L’11,3% degli italiani di età compresa tra i 45 e i 54 anni ha affermato che non adeguerà alle indicazioni del “Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale”. A loro bisogna aggiungere anche i 3,8 milioni di persone che hanno ammesso di non conoscere le regole.
Le strategie di risparmio
Tutti, però, hanno messo in atto delle strategie per risparmiare. L’indagine, infatti, è stata anche l’occasione per fotografare alcune delle azioni che, volontariamente, gli italiani hanno messo in campo negli ultimi mesi per alleggerire le bollette.
Per risparmiare sui consumi energetici, ad esempio, è emerso che quasi il 19,4% del campione ha ridotto l’uso della lavastoviglie tornando a lavare i piatti a mano. Il 7,6%, poi, sta facendo la stessa cosa anche con gli indumenti per ridurre il numero di lavatrici. Il 18% ha optato per l’uso maggiormente prolungato degli abiti prima di lavarli. Se il 12,5% del campione ha sostituito un elettrodomestico con uno di classe energetica migliore, sono davvero tantissimi (il 66,2%) quelli che hanno deciso di prestare molta attenzione all’accensioni delle luci in casa.
Mariella Caruso